Milan, il ruggito di Leao Così Pioli prepara la zampata Champions
Rafa e Rebic: il Milan raddoppia Mandzukic arma dalla panchina
Contro l’Atalanta serviranno gol. Pioli vuole spingere e punterà sul portoghese dall’inizio: occasione d’oro dopo tanti alti e bassi
Padroni del proprio destino, sì, ma fino a un certo punto. Perché se davvero il destino avesse accettato di farsi sottomettere dal Milan, avrebbe riservato a Zlatan Ibrahimovic un finale di stagione diverso. Invece niente da fare, da Bergamo a Bergamo il lungo viaggio terminerà senza il totem: se il cerchio davvero si chiuderà, dovrà succedere con un Diavolo de-zlatanizzato. E la cosa ha il suo peso, perché tra l’ultima visita in casa dell’Atalanta e la prossima c’è un mondo intero, plasmato dall’arrivo dello svedese in squadra. Il piccolo Milan strapazzato dalla manita della banda del Gasp è diventato grande, ha macinato gioco, gol e successi lungo un anno e mezzo. Ha comandato, è calato, ha sofferto gli infortuni, è caduto ma si è sempre rialzato. Poi è inciampato sul più bello, sciupando il match point con il Cagliari. Oltre a rimandare l’esito di una stagione agli ultimi 90 minuti, lo 0-0 di domenica scorsa ha parlato chiaro: senza gol non si va in Champions. Ecco perché l’ultima missione di Stefano Pioli è quella di trovare gli incastri giusti per recuperare pezzi di Ibra tra i suoi attaccanti: il materiale c’è ma va modellato nella maniera più efficace possibile. Rebic è il cecchino che raramente sbaglia quando incrocia la porta, specialmente nelle partite che contano, Leao è l’anima istintiva che può regalare giocate degne del miglior Zlatan, Mandzukic è il presunto vice, ma con il fiato corto. Qual è l’incastro più adatto a comporre il puzzle per la Champions?
Coppia da sprint
A Milanello non è ancora tempo di scelte definitive, ma il piano del tecnico rossonero comincia a prendere forma: affiancare Rafa a Rebic per provare a colpire l’Atalanta sul suo terreno preferito, quello della velocità. E sarebbe una bella inversione di rotta rispetto alla due giorni di Torino, che aveva prodotto sei punti e dieci gol tra
Juve e Toro grazie al palleggio e agli inserimenti sulla trequarti di Brahim Diaz. Lo spagnolo però aveva faticato particolarmente con il Cagliari: sommerso dalla fisicità di avversari chiusi, Brahim aveva perso l’imprevedibilità mostrata nelle uscite precedenti. E Rebic era rimasto senza compagni ai quali aprire spazi in area. Perciò domenica Pioli potrebbe cambiare di nuovo, rispolverando una coppia che funziona a intermittenza: Leao più Rebic per sfondare da subito, poi si vedrà. Se occorrerà aggiungere peso ed esperienza, c’è sempre la carta Mandzukic.
Cuor di Leao
La formula Rebic-Leao consentirebbe al Milan di guadagnare in corsa, senza dare troppi punti di riferimento alla difesa di
Gasperini: il croato partirebbe centravanti e il portoghese sulla sinistra, ma l’opzione di scambiarsi di posizione a partita in corso resterebbe sempre viva, come è successo già in tante occasioni. Per Leao, capace di andare a segno più velocemente di chiunque altro in Europa ma anche di affossarsi nell’apatia cronica degli ultimi tempi, sarà la chance delle chance: da quando il Milan lo ha acquistato dal Lilla, il “fratellino” di Ibra ha mostrato sprazzi di grande potenziale senza però dare mai continuità alle prestazioni. In stagione ha segnato sei gol, ma gli manca sempre un marchio decisivo in una grande partita: con l’Atalanta, ad esempio, ne ha giocate tre su tre senza mai incidere. Merito degli avversari, naturalmente, ma anche colpa dei suoi approcci, molto spesso fin troppo soffici: è il difetto sul quale Pioli lavora praticamente da un anno e mezzo. A Torino il tecnico aveva intravisto passi avanti – «dopo l’assist per Rebic ho fatto i complimenti a Leao, tempo fa avrebbe interpretato quell’azione in maniera differente» –, a San Siro ha preso atto dei soliti limiti. E se l’equilibrio giusto arrivasse nella notte più in bilico della stagione?