La Gazzetta dello Sport

«All’inizio di un progetto magari soffri Ma se insisti...»

- a.e.

Paolo Montero con la Dea ha perso una finale di Coppa Italia e 25 anni dopo l’ha vista (dall’Uruguay, in tv) fare altrettant­o, contro la “sua” Juve.

1 Perché, Montero?

«Ai punti Coppa all’Atalanta, che per gioco collettivo ha confermato di essere sul podio del calcio italiano. E però hanno vinto le qualità individual­i della Juve: decisive, giocatori top in ogni ruolo. Prendiamo la linea a quattro di difesa: ad un certo punto hanno chiuso la porta e stop. Contro una squadra così, se hai 3-4 palle gol, due devi concretizz­arle, altrimenti quelli ti ammazzano».

2 Ma perché Atalanta frena spesso a un passo dall’obiettivo?

«Con chi lo ha fatto? Psg, Real, Juve: squadre con i migliori al mondo, in ogni ruolo, che ha scelto di affrontare senza mai chiudersi. L’Atalanta sta facendo un progetto per arrivare al premio finale: nei primi anni magari soffri, ma se insisti, un passo alla volta, ti avvicini, anche al premio finale. Che gran cosa sarebbe se l’Atalanta potesse fare come il Leicester, o l’Atletico Madrid».

3 E cosa le serve, per l’ultimo salto? «Ancora un po’ di tempo e, non diciamoci bugie, un altro fuoriclass­e. Come ha vinto la Juve ieri?...».

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