La Gazzetta dello Sport

L’ultimo ostacolo è facile, ma occhio

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Al Napoli, come al Milan, basta vincere per essere sicuro di entrare in Champions, ma un conto è affrontare l’Atalanta e un altro misurarsi con il Verona, come nel caso della squadra di Rino Gattuso. Nelle ultime 12 giornate l’Hellas ha racimolato la miseria di sei punti: una vittoria, tre pareggi e otto sconfitte. Soltanto il Parma già retrocesso ha fatto di peggio (cinque punti). È evidente come il Verona da tempo abbia considerat­o conclusa la sua stagione. Tutto può essere, nel 1986 la Roma alla penultima perse all’Olimpico contro il Lecce già in B e buttò via uno scudetto, ma sarebbe clamoroso se il Napoli non superasse il muro di Juric. Delle tre contendent­i è la squadra messa meglio e non soltanto per via del calendario. Nel ritorno il Milan ha deturpato l’identità tecnico-tattica definita bene nel secondo semestre del 2020. La Juve una fisionomia chiara non l’ha mai avuta, ed è stata ondivaga nel rendimento. Ha ritrovato se stessa nelle ultime settimane e nel solito giardino della juventinit­à: la mistica del risultato, il non mollare mai, eccetera. Dal momento in cui si è “liberato” dell’Europa League, il Napoli è diventato un cavallo “scosso”, si è scrollato di dosso le ansie e ha preso a galoppare con furia, forte della raggiunta chiarezza di gioco. Gattuso è stato bravo a isolare lo spogliatoi­o, a depurarlo dalle tossine dell’ambiente esterno: troppe polemiche inutili, troppe parole in libertà. Il Napoli va, incurante di quel che si dice. Gattuso ha davanti a sé il passo più facile e difficile allo stesso tempo, perché il rischio zero non esiste neppure di fronte a un Verona pacificato. A Gattuso, e alla squadra, basti sapere che una buona parte della critica napoletana, e dei social collegati, verserebbe copiose lacrime di coccodrill­o su un’eventuale mancata qualificaz­ione alla Champions. Una motivazion­e in più, per saltare di slancio l’ultimo ostacolo.

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