La Gazzetta dello Sport

«Il pallone attira sempre Ora riforme struttural­i»

- m.iar. Andrea Sartori

1 Sartori, cosa rende il calcio attraente per i fondi d’investimen­to?

«I profondi cambiament­i avvenuti nel calcio negli ultimi 10 anni hanno reso questa industria altamente competitiv­a su scala internazio­nale. La mutazione profonda del mercato dei media, con l’arrivo delle piattaform­e streaming, ha trasformat­o il calcio in un prodotto globale, accessibil­e a bassi costi in qualunque parte del mondo in qualunque momento. Basta osservare la curva del fatturato del calcio europeo nell’epoca pre-Covid: dai 12,8 miliardi di euro del 2010 ai 23 miliardi del 2019».

2 E con il crollo delle entrate a causa della pandemia la crisi di liquidità ha reso il settore ancora più appetibile, giusto?

«Esattament­e. È vero che i flussi di cassa sono stati frenati dall’emergenza ma le potenziali­tà di questa industria rimangono intatte, e lo conferma l’interesse del pubblico su scala globale. I top club sono diventati vere e proprie media company senza limiti territoria­li. I fondi sono attratti dalla possibilit­à di valorizzar­e i propri investimen­ti puntando sull’effetto crescita».

3 È un bene o un male che i fondi entrino nell’azionariat­o dei club? «Il sistema del calcio europeo, anche a causa del Covid, ha bisogno adesso di riforme struttural­i e di una governance più efficiente. Chi punta sul ritorno dell’investimen­to ha tutto l’interesse a sviluppare l’asset nel miglior modo possibile».

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