Ora Galliani progetta un nuovo Monza senza Balo e Boateng
L’a.d. e la A mancata: un flop che brucia Brocchi in partenza, sfuma l’idea Buffon
Icartelli motivazionali lasciati nello spogliatoio andrebbero corretti così: «Non sempre vince chi spende di più». Adriano Galliani deve averlo pensato l’altra sera alle 22.40 quando, uscito dallo stadio dopo il gol di D’Alessandro per farsi un giro scaramantico in Brianza, ha letto sul telefonino che il Monza aveva fallito l’obiettivo di andare in A. Il giorno dopo, l’a.d. biancorosso chiude il discorso Buffon («E’ finita prima di cominciare») e sceglie una modalità zen per affrontare la dolorosa questione: «Non siamo andati in finale per un gol». E sulla stessa filosofia di pensiero è Silvio Berlusconi, che nel progetto Monza ha messo (tanti) soldi e passione. «Ci siamo parlati dopo la partita, fisicamente sta meglio, è dispiaciuto come me».
Punti buttati
Ieri mattina a Monzello, Galliani ha parlato alla squadra e al tecnico, ha ribadito il concetto del gol-mancante-per-andarein finale ma ha ricordato che è una stagione decisamente negativa. Ora spiega che «non sono soddisfatto, ci mancherebbe altro, anche se il terzo posto resta il risultato migliore nella storia del Monza. Abbiamo buttato via troppi punti con le piccole, perdendo con Pescara e Reggiana, pareggiando con l’Entella. E invece abbiamo vinto due volte con la Salernitana e fatto due pareggi con l’Empoli». Primo motivo del flop: la mancanza di continuità di rendimento. Dopo la partita, Brocchi ha detto per giustificare una stagione di alti e bassi: «Il mese e mezzo in cui è mancato Galliani ha inciso, la sua presenza è stata fondamentale. Quando è mancato lui, ho avuto anche io un momento difficile come la squadra». Detto che in campo ci vanno altri, anche Galliani non capisce come sia potuto accadere: «In quelle 7 partite senza di me abbiamo fatto solo 6 punti. Sarà una casualità, ma poi sono tornato e ne abbiamo vinte 4 di fila». Ma al di là delstata l’effetto del capo sparito per un mese e mezzo causa Covid, molto non ha funzionato in una squadra costruita per vincere il campionato con un mercato ipertrofico (18 acquisti).
Delusioni di coppia
Balotelli e Boateng, le stelle della squadra, hanno deluso: frenati da molti guai muscolari, hanno faticato a raggiungere e mantenere una condizione fisica accettabile. Super Mario ha segnato 6 gol, tra campionato e playoff, ma è stato titolare solo 5 volte. Il Boa ha fatto spesso la differenza, ma con un’autonomia che non superava l’ora e l’altra sera è stato tra i peggiori. Sono in scadenza e andranno via. Poi il caso Diaw: 10 gol in 18 presenze col Pordenone, uno solo in 20 con il Monza.
Il futuro
Galliani non parla di futuro: «Ci riproviamo e sarà ancora più difficile. L’obiettivo resta la A». Presto per capire l’anno che verrà, con o senza un allenatore che non è sempre riuscito a dare un’identità di gioco e ha dimostrato la difficoltà di gestire una rosa così importante: probabilmente Brocchi andrà via (si parla di Pippo Inzaghi). Ma qualcosa da salvare c’è: il talento di Frattesi, che rientrerà al Sassuolo. Poi Mota Carvalho e Carlos Augusto, le anime della sinistra. Galliani non si sbilancia sul tecnico («Decideremo con calma») e dà appuntamento al nuovo campionato, fra tre mesi. «E ricordatevi che non siamo andati in finale per un gol».