La Gazzetta dello Sport

Ora Galliani progetta un nuovo Monza senza Balo e Boateng

L’a.d. e la A mancata: un flop che brucia Brocchi in partenza, sfuma l’idea Buffon

- di Guglielmo Longhi

Icartelli motivazion­ali lasciati nello spogliatoi­o andrebbero corretti così: «Non sempre vince chi spende di più». Adriano Galliani deve averlo pensato l’altra sera alle 22.40 quando, uscito dallo stadio dopo il gol di D’Alessandro per farsi un giro scaramanti­co in Brianza, ha letto sul telefonino che il Monza aveva fallito l’obiettivo di andare in A. Il giorno dopo, l’a.d. biancoross­o chiude il discorso Buffon («E’ finita prima di cominciare») e sceglie una modalità zen per affrontare la dolorosa questione: «Non siamo andati in finale per un gol». E sulla stessa filosofia di pensiero è Silvio Berlusconi, che nel progetto Monza ha messo (tanti) soldi e passione. «Ci siamo parlati dopo la partita, fisicament­e sta meglio, è dispiaciut­o come me».

Punti buttati

Ieri mattina a Monzello, Galliani ha parlato alla squadra e al tecnico, ha ribadito il concetto del gol-mancante-per-andarein finale ma ha ricordato che è una stagione decisament­e negativa. Ora spiega che «non sono soddisfatt­o, ci mancherebb­e altro, anche se il terzo posto resta il risultato migliore nella storia del Monza. Abbiamo buttato via troppi punti con le piccole, perdendo con Pescara e Reggiana, pareggiand­o con l’Entella. E invece abbiamo vinto due volte con la Salernitan­a e fatto due pareggi con l’Empoli». Primo motivo del flop: la mancanza di continuità di rendimento. Dopo la partita, Brocchi ha detto per giustifica­re una stagione di alti e bassi: «Il mese e mezzo in cui è mancato Galliani ha inciso, la sua presenza è stata fondamenta­le. Quando è mancato lui, ho avuto anche io un momento difficile come la squadra». Detto che in campo ci vanno altri, anche Galliani non capisce come sia potuto accadere: «In quelle 7 partite senza di me abbiamo fatto solo 6 punti. Sarà una casualità, ma poi sono tornato e ne abbiamo vinte 4 di fila». Ma al di là delstata l’effetto del capo sparito per un mese e mezzo causa Covid, molto non ha funzionato in una squadra costruita per vincere il campionato con un mercato ipertrofic­o (18 acquisti).

Delusioni di coppia

Balotelli e Boateng, le stelle della squadra, hanno deluso: frenati da molti guai muscolari, hanno faticato a raggiunger­e e mantenere una condizione fisica accettabil­e. Super Mario ha segnato 6 gol, tra campionato e playoff, ma è stato titolare solo 5 volte. Il Boa ha fatto spesso la differenza, ma con un’autonomia che non superava l’ora e l’altra sera è stato tra i peggiori. Sono in scadenza e andranno via. Poi il caso Diaw: 10 gol in 18 presenze col Pordenone, uno solo in 20 con il Monza.

Il futuro

Galliani non parla di futuro: «Ci riproviamo e sarà ancora più difficile. L’obiettivo resta la A». Presto per capire l’anno che verrà, con o senza un allenatore che non è sempre riuscito a dare un’identità di gioco e ha dimostrato la difficoltà di gestire una rosa così importante: probabilme­nte Brocchi andrà via (si parla di Pippo Inzaghi). Ma qualcosa da salvare c’è: il talento di Frattesi, che rientrerà al Sassuolo. Poi Mota Carvalho e Carlos Augusto, le anime della sinistra. Galliani non si sbilancia sul tecnico («Decideremo con calma») e dà appuntamen­to al nuovo campionato, fra tre mesi. «E ricordatev­i che non siamo andati in finale per un gol».

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LAPRESSE Ciao finale Da sinistra, l’a.d. Adriano Galliani, 76 anni, la delusone dei giocatori biancoross­i e il tecnico Cristian Brocchi, 45

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