L’ora di Bernal
Egan all’esame Zoncolan «Farò attenzione a tutti» Il leader tra la difesa della Rosa e l’assalto alla salita mito «Non l’ho studiata, in montagna contano le gambe»
Le ricognizioni, i sopralluoghi, il tentativo di mandare a memoria ogni dettaglio di una salita magari con le moderne tecnologie? A Egan Bernal bastano poche parole per far saltare questi schemi: «Lo Zoncolan non lo conosco e non è mia abitudine studiare le montagne con veloviewer o cose del genere. Anche perché poi me le dimentico... Mi fido di quello che mi dicono e poi quando trovi tre chilometri al dieci per cento, sono le gambe che contano».
Studio
Il 24enne colombiano di IneosGrenadiers ha vinto il Tour de France e dà l’impressione di essere padrone di questo Giro, ma un successo di tappa su una montagna mitica ancora deve ottenerlo. Lo Zoncolan, scoperto dalla corsa rosa proprio dal versante di Sutrio esattamente 18 anni fa (22 maggio 2003), è una occasione perfetta. È vero che Egan dice: «Sono in una posizione privilegiata e non è che si debba attaccare tutti i giorni. Ci aspetta una giornata complicata, con freddo e pioggia». Però poi aggiunge: «Se ci sarà la possibilità di guadagnare ancora tempo… Sarà una tappa molto importante, durissima. Almeno veniamo da una giornata tranquilla, siamo stati sempre a ruota. Cercheremo di fare il meglio come sempre. Chi temo di più? Non lo so, chiunque dei primi 15 si può muovere, voglio fare attenzione a tutti. Correndo con la testa. Il tracciato di questo Giro mi sta piacendo molto, come mi aspettavo. Tappe lunghe, salite lunghe, percorso duro. Da adesso in poi si farà tanta differenza, sullo Zoncolan ci sarà battaglia». Oltre al consueto tifo italiano, abbiamo visto tante bandiere colombiane. L’identificazione è totale e lo dimostrano le parole del giornalista (e suo amico) Juan Charry: «Quando vinse in Francia lo abbracciai dicendogli “grazie, stai realizzando il sogno di tutti noi”».
Panorama
Tra i rivali, continua a esserci molta curiosità attorno a Remco Evenepoel. «Bisogna essere realisti, contro un Bernal così è difficile pensare di vincere il Giro — ha detto il 21enne belga della Deceuninck-Quick Step — . Mi pare più forte di quando vinse il Tour. Ma non c’è solo il primo posto. Quanto allo Zoncolan… Tutti ne hanno un po’ paura, quelle pendenze così ripide nel finale faranno male. Saremo tutti al limite e spero che si vada a tutta già sulle montagne precedenti, così molti arriveranno stanchi». Curiosità: il team manager Lefevere ha detto che la squadra potrebbe chiedere “aiuto” al pilota di moto Cal Crutchlow per migliorare l’abilità di Remco in discesa e nel guidare la bici. Infine, casa Trek-Segafredo: Giulio Ciccone spera di mettersi alle spalle la giornata-no di Montalcino. E Vincenzo Nibali? Ieri in corsa è andato alla macchina del medico: «Abbiamo attraversato un campo di grano, penso, e non respiravo più, starnutivo di continuo, gli occhi lacrimavano. Allergia». Sullo Zoncolan: «Per me è nuovo, da questa parte non l’ho mai fatto. Sarà una sorpresa. Se ho recuperato? Un parolone», ha chiuso sorridendo.
Da questa parte dello Zoncolan non sono mai salito. Se ho recuperato? Un parolone...
Bernal è il re della corsa e il più forte in salita: ogni occasione la sfrutterà. Io aspetto le Dolomiti
Non ho mai fatto lo Zoncolan, non lo conosco. La mia forza? La squadra: i compagni mi guidano