La Gazzetta dello Sport

IL FUTURO È QUESTA SERA

Pioli e Gattuso devono mantenere tranquilli i giocatori: Theo e Calha uomini chiave del Diavolo, Rino non si fida del Verona. Pirlo spinto dall’ottimismo dei sopravviss­uti MILAN, CORSA E TESTA NAPOLI, OCCHIO ALL’ANSIA JUVE, VINCERE E SPERARE

- di Luigi Garlando

L’ultima di campionato è come il gioco delle sedie: 2 per 3 concorrent­i. Chi resterà in piedi? Chi siederà in Champions League? Il Napoli sembra quello messo meglio. Il Milan ha gli stessi punti, ma deve giocare a Bergamo. La Juve è spinta dall’ottimismo dei sopravviss­uti.

L’ultima di campionato è come il gioco delle sedie: 2 per 3 concorrent­i. Chi resterà in piedi? Chi siederà in Champions League? Il Napoli sembra quello messo meglio. Il Milan ha gli stessi punti, ma deve giocare a Bergamo e, dopo aver condotto a lungo il torneo, teme il destino di Dorando Pietri, maratoneta nato a 50 km da Pioli e caduto sul traguardo. La Juve è più indietro, ma dopo aver battuto l’Inter e sollevato la Coppa Italia, è spinta dall’ottimismo dei sopravviss­uti. Di sicuro, sarà una notte di emozioni forti e di radioline all’orecchio.

Le costolette di Pioli

Ha fatto bene Pioli alla vigilia: più griglia che lavagna. Pranzo di gruppo, serenità ed empatia. Contro il Cagliari, il Milan ha ceduto di testa e sarà con la testa e con lo spirito che dovrà vincere a Bergamo. Costolette d’agnello e cuore di leone, con Ibra che ruggirà a bordo campo. Contro Semplici, i rossoneri sono stati traditi dalla tensione del match point e dai brindisi pre-partita degli avversari già salvi. Peccati di gioventù, ci sta. Non si può lodare una squadra sbarbata e poi pretendere che non abbia i brufoli. Anche tatticamen­te. I bambini soffrono sui

Effetto trasferta I rossoneri lontano da San Siro viaggiano a ritmi più alti

banchi e si scatenano in cortile alla ricreazion­e. Il giovane Milan ha penato ancora una volta in casa contro un avversario chiuso, mentre in trasferta, dove ha potuto correre, ha raccolto 16 punti in più (30-46). A Bergamo troverà spazi. Theo Hernandez, uno dei latitanti di domenica scorsa, dovrà fare ciò che ha fatto Chiesa in Coppa Italia. E Calhanoglu, che i brufoli li ha persi da tempo, dovrà prendere in mano la squadra da leader. Saranno gli uomini chiave, con il salvavita Donnarumma, lo scoglio Kessie e Leao che dovrà segnare i gol di Ibra. L’Atalanta, delusa dalla finale di Reggio, vorrà ancora di più un secondo posto storico per coronare una stagione fantastica. Perché ciò che ha fatto non è stato ben messo a fuoco. Diciamolo in modo chiaro: lo scudetto dell’Inter, dopo i 9 della Juve, è storico, ma l’impresa della stagione è di Gasperini: 3a qualificaz­ione di fila in Champions con l’11° monte ingaggi (42 milioni). Squadre finite in zona salvezza hanno speso di

più. Mai successo nel calcio mondiale e non succederà più.

La soglia di Gattuso

Mentre De Laurentiis tiene fermo Spalletti, aspetta Allegri e magari parlotta con Juric, Gattuso sta per riconsegna­rgli un posto in Champions, le chiavi del Napoli e tanti saluti. Rino è sulla soglia del capolavoro: ha ridato empatia, cuore e identità tecnica a una squadra ammutinata; ha tirato dritto nel solco delle sue idee, con la solita mistica del lavoro, anche nel momento di massima vulnerabil­ità fisica, quanto più è stato contestato. I 27 gol segnati nelle ultime 10 partite, quando ha ritrovato Osimhen (7) e un attacco credibile, lasciano intuire dove avrebbe potuto arrivare il Napoli con più fortuna e in un ambiente più solidale; e, ancora di più, dove avrebbe potuto arrivare il prossimo Napoli proseguend­o sulla strada imboccata. Vabbuò... Manca un passo e Gattuso del Verona non si fida, perché all’andata gli ha inguaiato la vita e perché, da ex milanista, sa bene che la squadra di Giulietta si porta dietro da anni l’aggettivo «fatale». Vero che Juric non ne ha vinta una nelle ultime 8 (5 sconfitte), ma è anche vero che le sue squadre sono costruite per mordere ovunque, come lo Spezia che al Maradona fece danni. In una partita che si riduce spesso a duelli individual­i, i soliti noti che creano superiorit­à con un dribbling, Insigne-Zielinski, e Osimhen che spacca nella profondità, saranno chiamati a decidere. Ma, senza i recuperi provvidenz­iali di Koulibaly, anche la sincronia Manolas-Rrahmani sarà fondamenta­le nel caso che l’ansia del gol sbilanci la squadra. Anche Gattuso poi, come Pioli, nelle ore di vigilia dovrà lavorare molto sulla testa della squadra e consegnarl­a al fischio d’inizio con l’animo più sereno e più motivato possibile.

Il destino di Pirlo

Rispetto ai due colleghi di sprint, Andrea Pirlo non può contare solo sulle sue gambe, deve augurarsi che almeno uno dei due fori. Ma è inutile pensarci prima del fischio finale. Meglio abbassare la testa sul manubrio e tirare fuori tutto per andare oltre Mihajlovic, tipo che non molla. Lo ha fatto intendere anche ieri, da volpone onirico, accendendo precauzion­almente i fari sugli arbitri che nelle ultime vittorie dei bianconeri un filo hanno inciso. Vero che il Bologna non ha vinto una partita nelle ultime sei e contro la Juve al Dall’Ara ha vinto solo una delle ultime 30 sfide, nel 1998, ma è anche vero che Sinisa può scatenare un’allegra e temibile batteria d’attacco, da Orsolini a Barrow, dal rampante Vignato al vecchio Palacio... È un’allegria che però il Bologna ha pagato spesso a caro prezzo: 6a peggior difesa del torneo. Ragion per cui lo straripant­e Chiesa di Coppa Italia potrebbe infierire ancora in ripartenza: nel campionato scorso, in maglia viola, ne segnò 3 a Sinisa in un colpo solo. E poi Pirlo può contare sul solito Cristiano Ronaldo che, quando fiuta record, lievita: gli manca un gol per arrivare a 30. Nella lunga storia della Serie A, due soli giocatori hanno raggiunto la soglia in due campionati: Nordahl e Nyers. Poi, superato il traguardo, Pirlo alzerà la testa e conoscerà il suo destino. Comunque, si sarà meritato un’estate di riposo. Il suo primo campionato in panchina è stato massacrant­e. Ci ha messo l’anima. Spesso è finito sulla griglia. Come le costolette di Pioli.

Le posizioni

Gli azzurri sono messi meglio, Pirlo dipende anche dagli altri

 ??  ??
 ??  ?? Trascinato­ri Da sinistra Federico Chiesa (Juve), Victor Osimhen (Napoli) e Hakan Calhanoglu (Milan)
Trascinato­ri Da sinistra Federico Chiesa (Juve), Victor Osimhen (Napoli) e Hakan Calhanoglu (Milan)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy