Pirlo doppia rimonta
RIBALTONE JUVE UNA VITTORIA PER LA CHAMPIONS E IL FUTURO
Non sarà un’unica partita, per quanto importante, a decidere il destino di un allenatore. Non alla Juventus. Lo disse Maurizio Sarri alla vigilia della gara di ritorno degli ottavi di finale con il Lione, che il giorno dopo fu eliminato e quello successivo ancora venne esonerato, lo ha ripetuto Andrea Pirlo a poche ore dalla partenza per Bologna, dove i bianconeri dovranno vincere e sperare che il Milan faccia altrettanto per chiudere la stagione tra le prime quattro. Pirlo come Sarri è un allenatore dal futuro ancora da decifrare, ma con il suo predecessore condivide la convinzione che tutto sia stato già stabilito ai piani alti: «Io penso che la società si sia fatta un’idea valutando la stagione, non si prendono decisioni in base all’ultima partita — ha detto il tecnico —. Io comunque andrò sempre a testa alta e a petto in fuori, perché sono sicuro di aver dato sempre il massimo». Champions o non Champions, però, farà parecchia differenza per la prossima stagione: la sensazione è che la dirigenza bianconera abbia già predisposto un piano, però un finale da brindisi dopo l’incoraggiante vittoria della Coppa Italia potrebbe ancora spostare gli equilibri. Ecco perché Pirlo
Dna vincente
Dipendesse da Pirlo, il giochino del toto allenatore bianconero per la prossima stagione non sarebbe mai cominciato. «È normale che io mi riconfermerei — ha spiegato — perché mi piace fare questo lavoro, amo l’adrenalina e la passione. Ho bisogno di avere il sangue che mi scorre nelle vene per far succedere qualcosa di importante, ho voglia di continuare con questa squadra e questa società, ma lo vorrebbe chiunque. Le soddisfazioni più grandi le ho avute dal rapporto con i giocatori, che mi hanno dato grande disponibilità, i risultati invece non mi sono piaciuti. Non abbiamo raggiunto gli obiettivi e siccome io sono un allenatore esigente e vincente, perché lo sono stato anche da giocatore, non posso essere soddisfatto. In quest’annata ho imparato tanto e tutto quello che è successo mi sarà utile per il futuro». La sua prima stagione da tecnico è stato un rincorrersi di luci e ombre: alcuni alti (la vittoria a Barcellona e le due finali di Supercoppa e Coppa Italia) ma anche tanti bassi. Alla squadra sono mancate continuità, carattere e identità e Pirlo non è riuscito a dare un volto ben definito alla sua Signora, che per 37 giornate ha sempre cambiato interpreti. Però la squadra è quasi sempre riuscita a tirare fuori il meglio nei momenti più difficili, come dimostra la prova d’orgoglio di mercoledì contro l’Atalanta. Da lì Pirlo vuole ripartire oggi per scattare verso l’Europa, aspettando un aiutino dalla Dea.
La rinascita
«Noi ci crediamo. Eravamo morti dopo il Milan, ci siamo rialzati grazie a noi stessi e agli altri, che ci hanno fatto rivivere. Ora abbiamo questa possibilità e dobbiamo sfruttarla. Dobbiamo chiudere la stagione senza rimpianti. La pressione c’è, ma le vittorie portano adrenalina ed entusiasmo». Se sarà vera resurrezione lo scopriremo solo questa sera, dopo il fischio finale di Bologna-Juventus e Ata
Una giornata che vale più di una stagione Il tecnico appeso al filo della qualificazione: «Ma io mi riconfermerei anche se i risultati non soddisfano»
Eravamo morti dopo il Milan, ora sfruttiamo questa chance
Ronaldo lo vedo ancora alla Juve Con l’Atalanta si è sacrificato
Andrea Pirlo
Tecnico della Juve
lanta-Milan. Pirlo se la giocherà con i suoi fedelissimi, da Chiellini a De Ligt, da Cuadrado a Danilo, da Kulusevski a Chiesa fino a Cristiano Ronaldo, uno che di rimonte se ne intende, come racconta la tripletta all’Atletico con cui due stagioni fa ribaltò lo 0-2 dell’andata. «Il futuro di Cristiano? Io lo vedo ancora bianconero. È concentrato e l’ha dimostrato anche contro l’Atalanta giocando con grande sacrificio. Ora pensiamo solo al Bologna, ci sarà tempo per parlare del resto». Ci sarà tempo per brindare con un bel bicchiere di vino oppure per rimpiangere i troppi punti persi contro le piccole.