Gorizia e Nova Gorica in nome dell’amicizia
La tappa di Gorizia oggi fa la storia di questo estremo lembo di confine. Il Giro torna nella città isontina vent’anni dopo la festa per i mille anni dalla nascita e lo fa con un circuito finale che abbraccia Italia e Slovenia nel segno dell’amicizia. Gorizia sarà Capitale europea della cultura nel 2025, insieme con Nova
Gorica, la città slovena da cui la divideva una semplice rete, in piazza della Transalpina (dove passeranno i corridori). Adesso c’è solo un segnale a terra. Le due città citate dal presidente della Repubblica, Mattarella, nel discorso di fine anno come esempio unico di integrazione in Europa: e a ottobre Mattarella sarà qui, con il suo omologo sloveno Pahor. Rudy Ziberna, sindaco di Gorizia: «Se 30 anni fa mi avessero chiesto se si poteva pensare a qualcosa del genere tra Italia e Slovenia, avrei detto di no. La tragedia della guerra, le foibe, le deportazioni. Così come al di là del confine c’erano persone con animosità anti-europea e anti-italiana. Il Giro ora è uno straordinario collante». Klemen Miklavic e Simon Rosic, sindaco e vicesindaco di Nova Gorica, sottolineano come «il territorio transfrontaliero goriziano sia riconosciuto come esempio di cooperazione e integrazione». L’arrivo sarà in piazza Vittoria, davanti alla Basilica di Sant’Ignazio: in chiesa vennero allineate le 11 bare di altrettanti soldati italiani senza nome, caduti nella Grande Guerra, dalle quali venne poi scelto il Milite Ignoto che riposa nell’Altare della Patria a Roma. Proprio cento anni fa, 1921.