Caruso, il morale a mille «Podio finale? Perché no»
Damiano ha difeso il 3° posto: «Mi sono gestito bene» Pure Ciccone, adesso 7°, non molla: «Sensazioni giuste»
uelle pendenze così ripide avrebbero potuto fargli male. Forse non c’era niente che Damiano Caruso potesse temere di più rispetto all’ultima parte di questo Zoncolan. Eppure il 33enne ragusano della Bahrain-Victorious è riuscito a limitare i danni con onore, cedendo solo 39” a Bernal. Ed è rimasto terzo in classifica, a 1’51” dalla maglia rosa. In piena corsa, quindi per il podio finale di Milano (con l’ultima crono che non gli è nemica). E perdendo nulla della sua abituale disponibilità, visto che ha parlato già poco dopo la linea bianca nonostante il freddo: «È andata come me l’aspettavo. Una salita veramente dura, certo se questo è il versante “facile”... Mi sono gestito abbastanza bene e sono contento. Solo Bernal e Yates sono stati di un altro livello e non li scopriamo certo oggi. Ci sta che da loro abbia perso. Sono felice di quello che ho fatto, ho dimostrato che posso competere. Per il podio di Milano ci sono pure io».
QAnimo
Qui occorre fare un passo indietro, perché in questo lungo viaggio rosa la consapevolezza di Caruso – capace in passato di chiudere nella top-ten i tre grandi giri – è cambiata come sono cambiate le priorità della sua forte squadra, che ha perso in seguito a cadute il capitano designato Landa e Mohoric, mentre Pello Bilbao non ha mostrato il livello del 2020 quando chiuse 5°. Così Caruso
Il ragusano «Solo Bernal e Yates sono stati di un altro livello: me l’aspettavo»
è ritrovato pienamente in classifica, ma qualche giorno fa aveva confidato a un amico come pensasse per lui a un livello tra il quinto e il decimo posto, e che da un certo punto di vista la cosa lo avrebbe potuto limitare nella ricerca di un successo di tappa, obiettivo forse più stimolante per chi da pro’ – a causa di una carriera votata più al sacrificio per i capitani - conta “solo” due vittorie. Un podio finale invece ha ben altra consistenza, anche se è tutt’altro che facile arrivarci. «Ho ancora più morale – riflette Damiano in serata -, credo maggiormente al podio. Ho le carte in regola per potermelo giocare. E adesso le due tappe che ci aspettano sono insidiose prima del riposo, verso Cortina c’è pure l’incosi
Risalita
E poi c’è Giulio Ciccone. Il 26enne abruzzese della TrekSegafredo ha chiuso 11°, subito dietro a Caruso e con lo stesso distacco, mostrando di essere in ripresa rispetto alla giornata-no di Montalcino. E ha guadagnato una posizione in classifica: ora è 7° a 3’03” da Bernal. «Bilancio buono – spiega -. Al di là del risultato, ho ritrovato le mie sensazioni, quelle giuste, perché negli ultimi tre giorni non ero super soddisfatto. Stavolta stavo bene. Non ho fatto grandi fuorigiri, nel pezzo duro non ho neanche provato a seguire Bernal e Yates e l’ho fatto di progressione, di testa. Mi ero staccato da Caruso e Martinez ma con il mio passo sono tornato sotto. Sono ancora lì con i migliori dopo quattordici tappe, è la cosa che conta di più». 2’33”