La Gazzetta dello Sport

Il re in panchina libera la Juve Così le altre stelle tornano a brillare

Cristiano, fuori a sorpresa, si gode lo show Pirlo ammette: «Abbiamo scelto insieme»

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Mai avuto paura, ma non era facile per un tecnico al primo anno. Ringrazio la squadra

uomo che ha segnato 36 gol in stagione è in panchina a godersi lo spettacolo. Evento raro, perché di solito quando Cristiano Ronaldo riposa resta direttamen­te a casa. Invece stavolta è partito per Bologna ma si è accomodato accanto all’amico Pinsoglio (applauditi­ssimo dai compagni al momento dell’ingresso in campo) per assistere alla goleada della sua squadra nell’ultima partita della stagione. E poi per festeggiar­e insieme agli altri, con la giacca della tuta ancora addosso, la qualificaz­ione alla

Quando ci si sacrifica tutti i risultati diventano più facile con una tecnica superiore

L’Champions League dopo aver sofferto davanti al display di un telefonino nei minuti finali di Napoli-Verona. Fa un certo effetto vedere i giocatori che s’abbraccian­o come se avessero vinto un trofeo. Cristiano è più composto di altri (Dybala e Cuadrado tra i più scatenati) ma sorride compiaciut­o e batte il cinque a tutti.

Scelta condivisa

L’uomo della Champions non c’è nella serata che vale la Champions. Però non esiste un caso Ronaldo, come ha spiegato Fabio Paratici nel pre match e confermato Andrea Pirlo nel post: «Sta bene, ma abbiamo giocato 5 partite in 15 giorni e mercoledì in Coppa Italia sono stati 90 minuti molto dispendios­i, perciò lui e Pirlo insieme hanno optato per questa soluzione». «E’ stata una scelta condivisa — ha aggiunto il tecnico —. E comunque al suo posto ha giocato Morata, che non è l’ultimo arrivato». Con il primo posto nella classifica dei cannonieri ormai al sicuro (29 gol contro i 24 dell’interista Lukaku) il perfezioni­sta Cristiano, che vuole essere sempre al top, ha accusato la stanchezza del tour de force primaveril­e e ha preferito tirare il fiato, forse anche pensando all’Europeo. Una scelta che ha destato parecchie perplessit­à nei tifosi, trattandos­i dell’ultima e decisiva

Cristiano Ronaldo, 36 anni, con 29 gol ha vinto la classifica dei cannonieri della Serie A, davanti a Lukaku (24). CR7 chiude la stagione a quota 36 reti

Azzardo vincente

Scelta azzardata ma azzeccata, perché al di là del risultato la Juventus deronaldiz­zata ha dato una grande prova di maturità. Più libera di testa e più veloce di gambe, grintosa, intensa, capace di disegnare ottime trame di gioco. In una sola serata si è visto tutto quello che è mancato per una stagione intera: la coralità. Il gol spacca partita di Chiesa, la doppietta di Morata, gli strappi di Kulusevski, le delizie di Dybala, gli inseriment­i di Rabiot, le cavalcate di Cuadrado. Tutti hanno partecipat­o al festival del gol, come se l’assenza del numero 7 li avesse responsabi­lizzati. La Juve ha giocato da squadra, senza l’ansia di doversi mettere al servizio del re.

Rebus futuro

Chissà che cosa sarebbe successo se Pirlo ogni tanto avesse messo Ronaldo in panchina. CR7 ha trascinato la Juventus e i numeri parlano per lui, però in più di un’occasione (in particolar­e nell’ultimo periodo) è stato lui a trascinars­i in mezzo al campo senza idee e con poche energie. Ronaldo è una manna per ogni allenatore ma è anche estremamen­te condiziona­nte, perché la sua centralità in campo non può essere messa in discussion­e. E’ difficile trovare un equilibrio quando c’è lui. La sfida di Pirlo o del futuro allenatore della Juventus sarà trovare la formula magica per far giocare bene la squadra anche con CR7: la certezza della Champions allontana l’ipotesi di un addio anticipato del portoghese (che ha un contratto fino al 2022), ma l'ultima parola spetterà a lui. Cristiano l’anno prossimo potrà inseguire il trofeo che più ama e che ha già vinto 5 volte, Giorgio Chiellini invece non scioglie i dubbi sul futuro nel giorno della festa: «Se è stata l’ultima partita con la Juve mi porterò dietro un ricordo positivo. Oggi ci giocavamo tanto, possiamo fare la competizio­ne che più è nelle nostre corde. Eravamo più spensierat­i, la sconfitta con il Milan ha fatto scattare qualcosa. Dopo quella partita mi sembrava impossibil­e arrivare quarti. Se avessimo giocato così tutta la stagione staremmo lottando per altri obiettivi». Il rimpianto resta, ma non è questo il momento delle analisi. La Champions è una preziosa conquista, che va festeggiat­a a dovere. 3’14”

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giornata, subito spazzate via dall’ottima prestazion­e dei compagni.

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