Mkhitaryan in extremis La Roma aggancia l’Europa
L’armeno al 40’ s.t. pareggia i conti con lo Spezia Nella prossima stagione Mou in Conference League
Proprio all’ultima fermata la Roma sale sul treno che porta in Europa. Il convoglio stava ormai partendo senza i giallorossi, ma 5 minuti prima che fosse troppo tardi Mkhitaryan ha segnato il gol che ha consentito alla Roma di chiudere davanti al Sassuolo per differenza reti. Alla stazione di La Spezia, quindi, la comitiva di Paulo Fonseca ha preso posto sul vagone di terza classe: sarà José Mourinho, tra qualche mese, a decidere se la Conference League andrà affrontata con lo spirito vacanziero dei ragazzi che partono per l’Erasmus o con la determinazione di chi non deve permettersi di vivere una competizione europea come un passatempo divertente e poco più. L’unica certezza, per adesso, è che la stagione dei giallorossi inizierà il 19 agosto. In fondo i portoghesi sono storicamente attratti dalle nuove mete e Mourinho, dopo aver vinto la Champions e l’Europa League (entrambe due volte), potrebbe anche essere ispirato dal desiderio di essere il primo trionfatore nella nuova coppa organizzata dall’Uefa.
L’approccio
Si vedrà. Intanto Fonseca chiude la sua esperienza romana con il piazzamento minimo e con una prestazione imbarazzante per un tempo e appena sufficiente per l’altro. Ieri, contro uno Spezia salvo e in clima di festa, la Roma credeva forse di poter giochicchiare in attesa del 90’: il vantaggio nella differenza reti con il Sassuolo rendeva quasi certa la qualificazione europea anche con un pareggio al Picco. Ma i giallorossi hanno interpretato malissimo la gara e si sono fatti sorprendere dagli avversari. Lo Spezia ha saputo trovare la più dolce delle motivazioni: il gusto di giocare a calcio a prescindere dalle necessità di classifica o dal rispetto dei valori dello sport. Lo Spezia di Italiano si diverte, si è salvato per questo motivo e ha quindi disputato l’ultima partita in linea con lo stesso spirito mostrato nelle altre trentasette giornate. E così, mentre la Roma sbagliava passaggi a ripetizione e non vinceva un contrasto, lo Spezia volava, triangolava, creava, tirava e segnava. Il 2-0 dell’intervallo (reti di Verde, dopo una combinazione rapida Agoume-Nzola, e di Pobega, su corner dopo torre di Nzola) era perfino stretto per i bianconeri: i giallorossi si erano affacciati dalle parti di Rafael solo con un sinistro di El Shaarawy e una testata di Mancini. Davvero incredibile il modo in cui una squadra con un obiettivo europeo come la Roma abbia approcciato la partita.
La svolta
Nella ripresa le cose sono cambiate perché lo Spezia è calato fisicamente e Fonseca ha progressivamente sostituito i peggiori (Santon, Darboe, Mayoral, Pedro) inserendo geometrie (Villar), qualità (Pastore) e peso (Dzeko). Cristante si è messo la squadra sulle spalle come fanno i capitani, tutti hanno cominciato a correre e l’area di Rafael è diventata improvvisamente affollata. Un rinvio errato di Terzi ha consentito a El Shaarawy di riaprire la gara e poi, a 5’ dalla fine, Mkhitaryan ha sfruttato una torre di Dzeko (che si è appoggiato su Capradossi: grandi proteste dei bianconeri per il mancato fischio arbitrale) per siglare il gol che vale il settimo posto e la qualificazione alla Conference League. Ma lo Spezia in contropiede ha avuto anche qualche buona occasione per chiudere la partita e il vero protagonista della serata giallorossa è stato Daniel Fuzato, il terzo portiere che si è preso la scena con alcune parate decisive. Insomma, l’era Fonseca termina con una prestazione che è lo specchio della situazione della Roma: sprazzi di qualità in un mare di confusione e di errori. Mourinho avrà preso nota: c’è parecchio lavoro da fare.