Incubo Leclerc
Il sogno sfuma prima del via «Brutto colpo, mi rialzerò» Binotto: «Cambio a posto e forse il botto di sabato non c’entra»
La pole position è stata solo un’illusione. È bastato poco perché i sogni di gloria di Charles Leclerc e della Ferrari si trasformassero nel peggiore incubo. «Oh no, noooo». La voce disperata del ferrarista è entrata via radio nelle cuffie degli ingegneri alla curva 6 del giro di ricognizione, la rossa ha rallentato di colpo ed è rientrata ai box, senza schierarsi per il via. La sensazione che fosse tutto finito lì è stata immediata. Il pilota monegasco è rimasto in macchina, con le mani sul casco, mentre i meccanici smontavano la carrozzeria per capire se il guasto fosse risolvibile nei trenta minuti che mancavano alla partenza. Fino a che gli hanno detto: «Dobbiamo ritirarci». La corsa del Piccolo Principe verso il trionfo fra le stradine di casa di Montecarlo, destinato a essere il più bello della carriecarte ra, è finita ancora prima di cominciare. Nel garage, il presidente John Elkann ha cercato di consolarlo, e pochi minuti dopo ci hanno provato anche il Principe Alberto II e Andrea Casiraghi, due grandi tifosi del ragazzo diventato l’idolo di una nazione. «Provo una grande tristezza — ha detto a caldo Leclerc —, quando ho saputo che non avrei potuto gareggiare ci sono rimasto malissimo. I meccanici hanno fatto un grande sforzo per rimettere a posto la vettura dopo l’incidente di sabato. La rabbia mi passerà fra qualche giorno. Ho spinto troppo nel secondo giro di qualifica e ho sbattuto contro le barriere: Montecarlo è così».
L’incognita cambio
La tenuta del cambio era il grande dubbio, dopo lo schianto del giorno prima alla curva delle Piscine, episodio che aveva fatto scattare la bandiera rossa e permesso a Leclerc di conservare la pole. La Ferrari ha aspettato fino a ieri mattina per decidere se sostituirlo prima della partenza (cosa che avrebbe comportato una penalità e la retrocessione di Charles in sesta posizione) oppure mantenerlo. La Fia, in questi casi, concede una possibilità limitata di ispezionare le parti meccaniche in parco chiuso. Ma un’ulteriore verifica avrebbe escluso danni e così la squadra ha deciso di non rinunciare alla pole. «Non è stato un rischio o una scommessa — sostiene il team principal Mattia Binotto —. Il cambio era a posto. I controlli sono stati corretti. Purtroppo ha ceduto un pezzo fra il semiasse e il mozzo della ruota sinistra, quindi dal lato opposto a quello dove ha sbattuto Charles. Avremmo potuto accorgerci del problema? È la domanda a cui dovremo rispondere nei prossimi giorni a Maranello». L’errore umano, se c’è stato, è in ogni caso conseguenza dell’incidente di Leclerc. Nel rimontare una macchina semi-distrutta, i meccanici hanno dovuto sostituire il muso, l’ala anteriore e posteriore, il fondo, la carrozzeria e parte delle sospensioni, oltre a dettagli minori. È presumibile che qualcosa sia sfuggito e che un danno non sia stato rilevato. «Non posso dire se il guasto di oggi è sicuramente legato all’urto di sabato — dice Binotto — ma neppure escluderlo. A Montecarlo tutti i piloti si prendono grandi rischi in Q3 e non voglio incolpare Charles, che aveva una marcia in più».
Lezione da imparare
A questo punto, sarebbe facile dire che Montecarlo è stregata per l’enfant du pais, mai salito sul podio nella sua città. Però la fortuna bisogna cercarla e Leclerc non l’ha certo propiziata. Voleva la pole a tutti i costi, evitando la beffa di vedersi superato nei secondi finali dalla Red Bull di Max Verstappen, mentre bastava pensare che anche partire secondo avrebbe riservato occasioni da sfruttare in gara, rimaste invece precluse. Avrebbe potuto giocarsi le sue
al via, oppure con la strategia dei pit-stop, considerato che la Ferrari aveva un passo all’altezza della Red Bull, soprattutto con le gomme dure. «È difficile digerire un ritiro così, perché non capita sempre di poter vincere a Montecarlo. Altre volte mi sono arrabbiato con me stesso per gli errori — dice Leclerc —, ma stavolta no. Sbattere in qualifica può capitare, visto quanto rischiamo in questo GP, poi è chiaro che si può sempre imparare una lezione». Beh, forse è il caso di prendere esempio dal compagno Carlos Sainz, che poteva lottare per la pole e la vittoria senza la bandiera rossa in qualifica, ma si è rimboccato le maniche e ha recuperato dal quarto al secondo posto, primo podio del 2021 per il Cavallino. D’ora in avanti non potrà essere considerato soltanto una spalla di Leclerc.