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L’esultanza sfrenata
rriverà al Giro d’Italia nell’ultimo fine settimana. Intanto, Alberto Contador non si è perso neppure una pedalata della corsa della Gazzetta, a maggior ragione adesso che è manager assieme a Ivan Basso e al fratello Fran della Eolo-Kometa: la sua esultanza per la vittoria di Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan è diventata virale, e naturalmente ne parleremo. Ma quello del Pistolero – il cui nome compare nell’albo d’oro due volte, nel 2008 e nel 2015 è uno sguardo illuminato a 360 gradi su tutto il viaggio rosa. A cominciare da chi detiene il simbolo del primato, cioè Egan Bernal.
Alberto, il colombiano ha già vinto?
«Questo no. Finora però è stato il dominatore e sicuramente è il grande favorito. Inoltre, ha attorno un team molto forte come sempre. E il vostro Ganna... è un fenomeno!».
3 3Qual
Aè il rischio maggiore per lui?
3Facciamolo.
«In ognuno dei grandi giri ti può capitare una giornata storta. Ma per la natura delle competizioni… al Tour e alla Vuelta perdi un minuto,2, 3 se succede. Al Giro invece se vai in crisi di minuti ne perdi tanti».
3Questo
perché?
«Un po’ per la durezza delle salite, un po’ per il disegno del percorso, un po’ perché pure il clima può giocare un ruolo determinate».
●Un frame del video che Alberto Contador ha postato su Instagram dopo la vittoria di Fortunato sullo Zoncolan e che è subito diventato virale https://www.instagram.com/p /CPLfd4yqImD/
3Bernal
chi deve temere di più?
«Quanto ha fatto Yates sullo Zoncolan è stato importante, perché ha dimostrato di essere competitivo in alta montagna. Dunque dovrebbe continuare a esserlo. Damiano Caruso è un corridore molto solido che sicuramente ha delle possibilità importanti di andare sul podio».
3Bernal
le piace?
«Molto. Avevo già detto tempo fa che in futuro potrebbe puntare alla doppietta Giro-Tour come il Pantani 1998. Essere al livello di forma che serve sia in Italia sia in Francia è possibile. Però devi avere sempre una squadra al top attorno a te».
3La
giornata dolomitica che ci aspetta può essere decisiva? «Mancheranno, dopo, ancora tre arrivi in salita e una crono… ma dico che potrebbe esserlo, sì. Come lo chiamate voi? Un tappone. Io lo definirei una barbaridad. Alla fine magari il Giro non sarà vinto ma… chi non regge il ritmo dei migliori sul Giau uscirà dai giochi».
3Finora
Manterrò la promessa: 1600 km in bici per il trionfo di Fortunato...
che cosa le è sembrato di questa edizione? «Molto bella. Ci saranno stati un paio di giorni un po’ monotoni, non di più. Spesso c’è stata battaglia tra gli uomini di classifica. E poi mi lasci dire una cosa».
3Prego.
«L’anno scorso il Giro fu pregiudicato dalla pandemia con lo spostamento in ottobre. Forse è stato il grande giro che più ha sofferto la diversità del calendario, anche se è stato importantissimo farlo. In questa edizione stiamo vedendo campioni, giovani molto forti, tanto spettacolo».
3E
intanto la Eolo-Kometa ha vinto con Fortunato sullo Zoncolan: sinceramente non ricordiamo esultanze così grandi neppure per i suoi successi più importanti…
«Era completamente diverso. Da corridore, per me vincere si era quasi trasformato in un obbligo. Non si trattava di sorprese, ma della realizzazione di un obiettivo. In questo caso, c’è il lavoro di anni per arrivare alla prima stagione della nostra squadra nella categoria Professional. E siamo al Giro per la