La Gazzetta dello Sport

Sorelle d’I talia

QUADARELLA, PILATO, PANZIERA TRE ORI NEGLI EUROPEI RECORD Dopo 1500 e 800, Simona fa il Triplete con i 400. Benedetta vince i 50 rana dopo il record mondiale in semifinale e Margherita si riprende i 200 dorso. 44 medaglie, 27 in vasca: mai successo

- di Stefano Arcobelli INVIATO A BUDAPEST (UNGHERIA)

Oro, oro, oro: dalle scatenate sorelle d’Italia. Gli Europei azzurri sono soprattutt­o rosa, come testimonia la domenica del grande raccolto. Tre ori in una volta: da Sud a Nord, passando per la capitale. In ordine(felice) di apparizion­e: Benedetta Pilato da Taranto, dominatric­e dei 50 rana vinti in 29”35, appena cinque centesimi sopra al suo fresco record mondiale realizzato sabato in semifinale; Margherita Panziera da Montebellu­na, confermata­si regina continenta­le dei 200 dorso con il primato dei campionati (ha migliorato se stessa tre anni dopo) in 2’06”08; Simona Quadarella da Roma, che dà il benvenuto al gialloross­o Jose Mourinho, che di Triplete se ne intende, firmando in 4’04”66 il terzo trionfo personale nei 400 sl dopo quelli negli 800 e 1500, stupenda e più sofferta conferma dell’en plein di Glasgow. Emozioni senza soluzione di continuità, in una trasversal­ità di stili e storie da rendere fiera l’Italia.

Protagonis­te diverse

Una volta c’era solo Federica Pellegrini, ora anche la capitana è orgogliosa dell’irruzione di altre facce da oro. Le donne italiane si lanciano sui Giochi da protagonis­te. Com’è lontano il tempo in cui facevano da contorno in nazionale: ora vincono sopratutto loro, solo loro. Loro con un teorema di ori da brividi. Prendete Benny Pilato, la più precoce primatista mondiale azzurra: travolta da sanissima popolarità, travolta dai compliment­i in squadra, da ogni dove e dai grandi americani (pure Ryan Lochte, per non dire della rivale King con un «brava Benny ci vediamo a Tokyo», e dell’altra ranista Breja Larson), frastornat­a senza forse rendersene davvero conto, la pugliese è scesa in acqua per l’oro nella specialità che considera un gioco. Non aveva ancora vinto un europeo, anche se era salita sul podio mondiale a 14 anni (anche in quel caso la più precoce). Adesso il suo gioco preferito sarà sulla doppia distanza, i 100 rana olimpici, nei quali spera di regalarsi a Tokyo un grande sogno. «In finale non era importante il tempo. Ma prendere la medaglia, la mia prima d’oro tra le grandi. Certo, se devo scegliere dico che è più importante il record - racconta l’allieva di Vito D’Onghia, tecnico per hobby visto che lavora all’Asl e qui non è stato convocato -. Dopo il record sono scesa in acqua un po’ più tesa. È sempre un’incertezza la finale. Ma io sono sempre senza pensieri e si è visto». Alta sull’acqua, frequenze alte ed ampie e i primi quindici metri a bomba: lo show della Pilato s’è completato. Ma i 100 rana non andati come voleva, non escono dai suoi pensieri: «Torno a casa abbastanza soddisfatt­a» ammette dopo essersi commossa in Eurovision­e a vedere il saluto via video della mamma con la barboncina Gilda in braccio.

Leggerezza dell’essere

E Benny dà la linea alla Panziera, una che sta cambiando e maturando. E la sua «leggerezza dell’essere» si manifesta con il suo dorso elegante. Margherita è la risposta dell’Europa per Tokyo

alle due aliene, l’americana Regan Smith e l’australian­a Kalyee McKeown, ma c’è tempo per pensare ai giorni giapponesi. Lei non è più quella che si fa prendere troppo dall’ansia controprod­ucente, memore anche del 4° posto mondiale 2019 dopo essersi presentata da favorita. «Ho trovato la stabilità, sono fidanzata con Alessandro e nuoto serena» racconta dopo la finale in cui avrebbe voluto migliorare il crono di Riccione di 2’05”56 (2° nel 2021), ma tocca solo più veloce del suo oro di 3 anni fa. «L’unica cosa che mi dispiace è il modo con cui ho affrontato la gara: ero meno serena e lucida. Qui ho basato la gara sulle avversarie, per non farmi superare. Devo lavorare su questo aspetto». Di stanza a Roma dove Gianluca Belfiore la segue all’Aniene, Margherita dice che adesso si fa scivolare tutto: «L’esperienza del Covid mi è servita tanto per crescere. Ho staccato da questo mondo che è molto pressante, stressante. Ho

avuto momenti in cui ho potuto capire le priorità nella vita. Vivrò i Giochi in modo diverso».

Vincere è felicità

Poi c’è SuperSimo, la donna d’oro per eccellenza: imbattuta, imbattibil­e. Anche nei 400 più serrati. «Ma era quello che volevo: una gara tirata». La romana si trasforma in acqua. Più si vede incalzata, più reagisce. E più vince, convince: sei gare, sei titoli. «Bissare il triplete di Glasgow era un desiderio alla vigilia di questi Europei che non avevo finalizzat­o. Sono davvero felice di essermi confermata così, era quello che ci voleva per ritrovare gli stimoli, la voglia di gareggiare ad alti livelli». Quasi viene il dubbio all’allieva di Christian Minotti di iscriversi ai 400 anche ai Giochi. «Ma le gare da medaglia per me sono solamente due: 800 e 1500». Argento e oro mondiale, la Quadarella si presenterà a Tokyo con il rango delle grandi attese: «Mettere pressioni alla Ledecky? Negli 800 due anni fa ci riuscii, ai Giochi vedremo. Vorrei impaurirla». E nel congedarsi c’è tutto il segreto di Simona: «Vinco per non essere triste dopo. Pensavo a questo prima della gara. Ero stanca e avevo un po’ di paura, ma la lotta mi esalta e mi diverto». Vince per essere felice nella vita, l’invincibil­e Quadarella.

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Regine Le ragazze d’oro: Simona Quadarella (400 sl), 22 anni; Benedetta Pilato (50 rana), 16; Margherita Panziera (200 dorso), 25
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