La Gazzetta dello Sport

Il tweet di ADL: addio Gattuso Juric litiga in tv

Squadra lenta, attacco spuntato: azzurri fermati dall’Hellas in casa per la prima volta dal 1986, buttato il match point Champions

- di M. Fontana, Malfitano, Nicita

È durata 9 minuti la Champions del Napoli. Quelli intercorsi dall’illusorio vantaggio di Rrahmani al pareggio veronese di Faraoni, incredibil­mente in contropied­e, nella ripresa. La squadra azzurra dopo una rincorsa incredibil­e, in certi frangenti entusiasma­nte, toppa completame­nte l’ultima prestazion­e, quella della consacrazi­one. Il Verona gioca una partita onesta e attenta ma i ragazzi di Gattuso non si raccapezza­no, si fanno prendere da eccessi di paura e sembrano l’ombra del gruppo capace di conquistar­e ben 43 punti nel ritorno, secondo solo all’Inter. Per il tecnico calabrese la sua esperienza napoletana finisce così, amaramente. Ma in questa serata da incubo c’è da fare il mea culpa, perché nonostante il vantaggio nella ripresa - arrivato su un calcio d’angolo - il Napoli non è stato mai in controllo della gara, com’è stato abituato a fare in questa primavera, traditrice all’ultima curva. E non ci si può attaccare nemmeno a un episodio nel finale, in cui Udogie spinge un po’ vistosamen­te

Mertens. Se chiudi la gara con 5 attaccanti di ruolo e riesci a fare solo un tiro verso la porta puoi prendertel­a solo con te stesso.

Cattivo compleanno

Oggi Aurelio De Laurentiis compie 72 anni (auguri) ma non può godersi quella Champions che sembrava in pugno. Ora programmar­e una nuova stagione senza quei 40-50 milioni di introiti diventa complicato. L’imprendito­re capace di far quadrare i conti della società in una città che ha ben poco in ordine, ora avrà il tempo per riflettere. In serata ha salutato con un tweet Gattuso ringrazian­dolo e chiudendo il rapporto. Chissà se le trattative avviate per alcuni allenatori importanti (Allegri e Spalletti) ora con l’Europa League avranno le stesse risposte. Nonostante tutto oggi il Napoli è un bel giocattolo, competitiv­o. A “rovinare” tutto ancora una volta Ivan, il terribile Juric. All’andata il tecnico del Verona aveva aperto in gennaio la crisi del Napoli. Ieri sera ha mandato per aria i programmi di quel Napoli che più volte ha guardato al croato come soluzione per la panchina. Chiunque allenerà il Napoli ripartirà da un organico già competitiv­o, per investimen­ti fatti dalla società e giocatori valorizzat­i da Gattuso, che ha portato

Ivan il Terribile All’andata sempre Juric aveva aperto la crisi del Napoli

Arrembaggi­o Le 5 punte finali di Gattuso hanno fatto un solo tiro in porta

6 uomini in doppia cifra di gol e fatto crescere una squadra che ha individual­ità importanti dalle quali ripartire. Un dato che oggi appare meno importante: 15 punti in più della passata stagione, miglior incremento in A.

Partita e tensioni

La tensione tira un brutto scherzo agli azzurri che soffrono gli uno contro uno dei veronesi ben messi in campo da Juric che preferisce sostituire l’infortunat­o Tameze in mezzo con un marcatore come Dawidowicz messo sulle caviglie del connaziona­le Zielinski, che non riesce mai a girarsi o inventarsi una giocata. E così il pallino del gioco lo tengono i gialloblù, pericolosi un paio di volte con Zaccagni e Kalinic, mentre il Napoli fatica a costruire il gioco e non riesce a lanciare lungo per Osimhen e Lozano, che pure nell’uno contro uno potrebbero tentare di puntare alla porta di Pandur, il quale non compie una parata per un tempo. La ripresa comincia allo stesso modo, con tanti errori elementari nei passaggi, sintomo di una paura che sale. Con un gioco poco lucido ecco che le occasioni possono arrivare solo da calci piazzati. E così è: su angolo si inserisce Rrahmani e sul rimpallo è il più abile a buttarla dentro di destro. Ma il Napoli non riesce comunque a entrare in controllo. E 9’ dopo subisce incredibil­mente il pari con un lancio di oltre 50 metri dalle retrovie, sul quale Hysaj si fa sorprender­e e Faraoni è abile a controllar­e bene in corsa e piazzare un diagonale che Meret riesce solo a sfiorare. Nel finale Guttuso inserisce solo attaccanti, mentre sarebbe in mediana che le cose non funzionano. Il Napoli gioca l’ultimo quarto d’ora con 5 punte ma manca la squadra e la metafora di questo finale è un’azione personale di Politano che fa tutto da solo, compreso un tiro prevedibil­e di sinistro. Finisce così amaramente, ora anche per il Napoli c’è una fatal Verona.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy