La Gazzetta dello Sport

Le sorelle d’Italia Pilato, Quadarella e Panziera d’oro

- di Arcobelli, Arturi

Eall’improvviso diventammo un Paese di nuotatori. La svolta, dopo decenni di miserie agonistich­e e anonimato, non è nuova: siamo una “potenza” da una ventina d’anni. Quello che stupisce, però, è la continuità nel produrre autentici fenomeni, soprattutt­o in campo femminile, ma non solo. Non exploit episodici, ma ripetute affermazio­ni di squadra. La raffica di medaglie agli Europei di Budapest ne è ennesima conferma. La magnifica Pellegrini non molla un centimetro, continua a essere un’ispirazion­e per tutti, ma dalla sua ombra sono emerse una Quadarella formato “americano”, si sarebbe detto una volta, una Pilato spaziale, una Panziera chirurgica e tanti altri protagonis­ti, a partire dalla roccia Paltrinier­i. Terzi nel medagliere finale (comprensiv­o delle altre discipline acquatiche) dopo Russia e Gran Bretagna, che però soverchiam­o come podi complessiv­i, con la quarta nazione, l’Ucraina, staccatiss­ima: un sogno sportivo. Fosse ancora fra noi, il fenomenale Bud Spencer, che come Carlo Pedersoli fu il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 stile, avrebbe sgranato gli occhi di fronte a questi risultati. Ai suoi tempi eravamo la cenerentol­a del nuoto, ora siamo un modello per molti. E a proposito di modello, da anni ci chiediamo perché molte altre federazion­i, a cominciare dall’atletica, non possano imitare il tanto di buono che produce la loro consorella acquatica. Un vero peccato che fra il presidente-Mida del nuoto, Paolo Barelli, e quello del Coni, Giovanni Malagò, entrambi rieletti a furor di popolo, sia in corso una riedizione della Guerra dei Trent’anni, che impedisce rapporti interperso­nali distesi. Una grande occasione persa per lo sport italiano che avrebbe bisogno, senza invidie e personalis­mi, di studiare a fondo la sua macchina da medaglie in piscina.

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(Foto: Pilato, Quadarella, Panziera)

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