La Gazzetta dello Sport

CONTE E INTER PARTITA APERTA

Niente incontro Braccio di ferro tra tecnico e club

- Di Conticello, D’Angelo, Stoppini

Non siamo alla guerra fredda, no. Ma una riedizione in salsa calcistica dell’epica partita di scacchi tra Spasskij e Fischer, 49 anni dopo, questo sì. L’Inter di qua, Antonio Conte di là: posizioni di arrocco, per restare in tema. Ognuno conosce alla perfezione il gioco dell’altro, non ci sono misteri. Il punto è che prima o poi bisognerà pure venirsi incontro, per capire se è davvero possibile andare avanti insieme. Sarà necessario quantomeno intendersi sull’idea di base. E invece qui funziona in altro modo. Funziona che un vertice, che sarebbe dovuto andare in scena prima la scorsa settimana e poi ieri, slitta in avanti. Non di un giorno. Peggio: all’improvviso potrebbe anche non servire più. Strana storia, in cui è giusto provare a mettere ordine. Partendo da una certezza: sia l’Inter, nella persona di Steven Zhang, sia Conte stanno giocando la loro legittima partita. E prima o dopo si vedranno, magari facendo passare qualche ora, magari quando i fari saranno meno accesi.

Sulla scacchiera

Oggi però le parti sono distanti. Più che altro, è il punto di partenza che non coincide. È la visione della scacchiera che è diversa. Conte chiede un progetto alla sua altezza, all’altezza di un club che ha riportato allo scudetto dopo 11 anni. Non vuole passi indietro. Anzi, come ricordato domenica dal suo vice Stellini, chiede che vengano onorate le promesse fatte nel 2019, al momento del suo arrivo. In soldoni: se la squadra non viene rinforzata, altro che seconda stella, altro che attacco all’Europa. Conte vuole vincere, l’ambizione è intatta. Perché per una squadra ridimensio­nata, in fondo, non c’è bisogno di uno come lui in panchina: basta molto meno. Zhang invece ha esposto già a più riprese ai dirigenti la linea guida della prossima stagione, tale da garantire la continuità aziendale: contenimen­to dei costi, abbassamen­to del monte ingaggi, l’eventualit­à concreta che sia necessaria la cessione di un titolare. L’obiettivo sportivo? Non lo scudetto, ma la continuità nel piazzament­o in Champions League. Il management nerazzurro, che partecipa alla partita, sa bene che tre anni fa erano stati fatti altri proclami, ma ciò che è successo nel mondo obbliga a rivedere i piani.

In attesa dalla mossa

E l’incontro, allora? L’Inter ieri ha fatto sapere in maniera sorprenden­te (e probabilme­nte strategica) che potrebbe non servire più. Perché a Conte già sabato scorso ad Appiano, nel vertice avuto con tutta la dirigenza, sarebbero stati comunicati i piani del club. Come a dire: il tecnico ha un contratto e sa già cosa vogliamo/possiamo fare, sarà lui nel caso a doverci dire se vuole scendere dal treno. Nell’altra metà campo c’è Conte. Che invece vuole ascoltare i programmi dalla viva voce del presidente, di fronte a tutta la dirigenza. Che pretende un incontro in tal senso. Aspetta lui una risposta, non il contrario. In fondo - è il suo ragionamen­to - siete voi che mi avete cercato e portato qui, se i programmi sono cambiati ho diritto di saperlo. E, nel caso, non accettarlo. Qual è il punto di caduta? Forse un po’ di attesa fa bene a tutte le parti in gioco, per schiarirsi le idee. E magari mettere in atto una mediazione che oggi non appare sempliciss­ima. Di sicuro, l’arrocco non può durare all’infinito, nell’interesse di tutti: c’è una stagione, la prossima, da impostare. Ecco perché è giusto pensare che entro il fine settimana, in un senso o nell’altro, il rebus sarà sciolto. Conte ha ancora un anno di stipendio da 13 milioni, ingaggio da top coach quale è, ma non facile da riproporre nel calcio post-pandemia: nonostante i soldi in ballo, risolvere il suo ricco contratto non sarebbe un problema tra gentiluomi­ni. Su questi presuppost­i, le due parti hanno alcuni giorni per tentare la mediazione. Poi bisognerà decidere tra le due mosse possibili sulla scacchiera: si può rompere del tutto o tentare l’assalto alla seconda stella (con una squadra forse meno forte di questa).

I tempi Resta o va? Il rebus sarà sciolto entro il fine settimana

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Il presidente Steven Zhang, 29 anni, in carica dal 2018. A destra Antonio Conte, 51 anni, allenatore in carica dal 2019: con lui l’Inter è tornata a vincere lo scudetto
LAPRESSE-AFP Protagonis­ti Il presidente Steven Zhang, 29 anni, in carica dal 2018. A destra Antonio Conte, 51 anni, allenatore in carica dal 2019: con lui l’Inter è tornata a vincere lo scudetto
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Milioni netti: è l’ingaggio di Conte per l’ultimo anno di contratto con il club nerazzurro, fino al giugno 2022
Le reti segnate dall’Inter di Conte in due campionati, una media di 2,23 a partita: Mourinho era arrivato a 1,90 Milioni netti: è l’ingaggio di Conte per l’ultimo anno di contratto con il club nerazzurro, fino al giugno 2022

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