LE PRETESE DI RAIOLA LA LEZIONE DEL MILAN
Ciao Gigio, vai dove ti porta Mino. Finisce con un gelido addio la storia tra Donnarumma e il Milan. La svolta è l’ingaggio di Mike Maignan, che arriva dalla Francia come titolare. Manca ancora un particolare del romanzo: la prossima squadra del portiere rossonero, che sia la Juve o un’altra big straniera. Lasciare andare via a parametro zero l’invidiato gioiello cresciuto in casa, l’erede naturale di Gigi Buffon in Nazionale, è duro da digerire. Tanto che il Milan non si rassegnava: l’offerta di rinnovo a otto milioni l’anno è sontuosa non soltanto in Italia, ma in qualsiasi parte del mondo. Non è bastata né a Gianluigi, d’ora in poi tanti rossoneri lo chiameranno così, né al suo procuratore Raiola. Le richieste sono molto superiori, si va sulla doppia cifra, accompagnate da una parcella per l’agente che può oscillare dai 15 ai 20 milioni. C’è in ballo un giocatore top, le cifre lo sono altrettanto. Assecondare il rialzo avrebbe evitato la cessione gratuita di un patrimonio tecnico così importante. Qui il club rossonero ha tenuto il punto e ha fatto bene: il sacrificio è enorme, però a ragione va affrontato. Il segnale non è soltanto per Donnarumma. Tutto il movimento calcistico ha estremo bisogno di darsi una regolata, il Milan dà l’esempio e va nella giusta direzione. Non si adegua all’andazzo delle trattative a qualsiasi costo: basta rilanci senza limiti, gli spiragli si sono ridotti allo zero, non si riaprirà il tavolo. Il messaggio è chiaro: ogni operazione deve essere sostenibile. L’avvocato non del Diavolo però direbbe: perché avete prolungato con Ibrahimovic, peraltro assistito dal solito Raiola? Sarà un fuoriclasse, ma a quasi 40 anni ha sette milioni di stipendio… Risposta: Ibra ha un solo anno di accordo e, a differenza di Gigio, lo ha sempre voluto con convinzione. Zlatan è un caso unico, un senatore ritenuto ancora funzionale al progetto. Per gli altri, la regola è e resta il contenimento dei costi. Si insisterà sulla crescita e la valorizzazione dei giovani, gli stessi che all’ultima giornata a Bergamo si sono presi tre punti con la freddezza dei veterani. Il processo sostenuto dal fondo Elliott richiede una visione di lungo periodo: pretendere tutto e subito, soprattutto in coincidenza del sospirato ritorno in Champions, sarebbe fuori luogo. Nel piano ci sarebbe stato a pieno titolo, da leader riconosciuto, anche Donnarumma, ma certe soglie non si oltrepassano. Sembra la pensi così una nutrita rappresentanza dei tifosi, che anche sui social incoraggia il Milan a lasciare
andare via il portiere. Al di là degli umori della piazza e dei trattamenti ad personam, la decisione dello staff di Maldini potrebbe avere una portata più generale: non sono più tempi di finanziamenti a tutto debito. Per continuare a mantenere i costosi e comunque divertenti giocattoli, soprattutto dopo le pesanti perdite causate dalla pandemia, è indispensabile avvicinarsi all’autosufficienza con bilanci virtuosi.
Il legame pluriennale tra il Milan e Donnarumma si interrompe, ma non tiriamo in ballo anche le questioni di cuore: si andrebbe fuori tema. Gigio è un apprezzato professionista, presenta come meglio crede le sue condizioni: una società potrà rispettarle, si farà avanti e firmerà un accordo. Non sarà il Milan, che si è dato precise norme, a costo di una pesante partenza. I rossoneri lo salutano, Gigio ora è in Nazionale: almeno lì gioca senza contratti.