Savio, suo talent scout «Serio e ambizioso In 36 anni mai visto uno più forte di lui»
Un giorno dissi a Nibali: “tu sei uno Squalo ma io con Egan ho trovato un’aquila”
Gianni Savio
Quanti sacrifici e lavoro ha fatto per rialzarsi dopo il ritiro al Tour del 2020
Giuseppe Acquadro
Luglio 2017. Il Sibiu Tour, in Romania, è finito: lo ha vinto Egan Bernal. Il colombiano sta aspettando l’aereo per tornare a casa assieme a Gianni Savio, suo team manager all’ Androni Si dermec.Check-inf atto, tavolino al bar per bere un latte macchiato nell’attesa. «Fu allora che Egan mi disse – ricorda Savio – con grande candore “Gianni io qui sto molto bene, ma voglio andare nella squadra più forte del mondo”». L’aneddoto spiega bene la determinazione del ragazzo colombiano, che sarebbe approdato a Sky. Mentre alla squadra italiana Bernal era stato proposto a margine della Coppa Agostoni 2015, vinta da Rebellin su Nibali. «Anche se in realtà – ammette il dirigente torinese – all’inizio il contatto era stato per valutare Davide Pacchiardo, che era stato campione italiano elite. Solo che io tra passisti e velocisti ero già a posto, mi serviva uno scalatore. E così... Faccio il team manager dal 1985, 36 anni. Egan è il più forte che abbia mai avuto. Sa chi gli si poteva avvicinare? Il venezuelano Rujano, 3° al Giro d’Italia 2005. Un talento naturale che però non aveva la testa. A Nibali lo avevo detto un giorno: “Vincenzo tu sei uno Squalo ma io con Egan ho trovato un’aquila”». La traccia piemontese resta privilegiata per conoscere meglio la maglia rosa. «Non si può negare che sia un talento – spiega il manager biellese Giuseppe Acquadro -, ma da quando lo conosco è sempre stato consapevole che da solo non basta per vincere. E quanti sacrifici ha fatto per riemergere dopo il ritiro al Tour 2020 per il mal di schiena. Visite, esercizi di fisioterapia e tutto il resto. Da quell’abbandono, settembre 2020, avrà staccato 7 giorni. Ma non consecutivi, in tutto».