La Gazzetta dello Sport

Il presidente Fim su Iannone «Ridurrei la sua squalifica»

- r.m.

Il caso di Andrea Iannone, condannato a 4 anni di squalifica per doping dal Tribunale arbitrale di Losanna, fa ancora discutere. Ieri sera la vicenda è tornata sotto i riflettori nel programma “Le Iene” su Italia 1. Il pilota abruzzese ha continuato a sostenere la propria innocenza: «Ho pensato fosse uno scherzo. In 15 anni di gare sono sempre risultato negativo, anche quando i controlli avvenivano a sorpresa». Aggiungend­o che il drostanolo­ne, lo steroide anabolizza­nte trovato nelle sue urine in un controllo successivo al GP della Malesia di MotoGP del 3 novembre 2019, ha come effetto di “renderti meno agile e più pesante”, ragione per cui non sarebbe stato un vantaggio assumerlo. Oltre all’ex portacolor­i dell’Aprilia, sono stati interpella­ti il suo legale e gli esperti della difesa. Fra cui il tossicolog­o Pascal Kintz, che dice: «Iannone ha pagato le conseguenz­e di una situazione politica molto discutibil­e. La Wada (agenzia mondiale antidoping; n.d.r.) ha davvero fatto forti pressioni per chiedere il massimo della pena». Inoltre sul drostanolo­ne, presente in quantità minima (1,150 nanogrammi per millilitro) nelle urine di Iannone, ha spiegato: «Bisogna prenderlo regolarmen­te se si vogliono ottenere risultati». Mentre dall’esame del capello, fornito dalla difesa, non risultereb­be la presenza dello steroide nei mesi precedenti, elemento utilizzato per avvalorare la tesi della assunzione non volontaria da parte di Iannone attraverso cibo contaminat­o. Nell’occasione è intervenut­o anche Jorge Viegas, presidente della Federazion­e motociclis­tica internazio­nale, affermando: «In coscienza, io proporrei di ridurre la pena di Iannone, ma la Wada ha deciso di dare 4 anni e non c’è niente che possiamo fare».

Doppio giudizio

Era stata proprio la Corte disciplina­re della Fim, il 17 aprile 2020, a infliggere in primo grado 18 mesi di stop a Iannone. Squalifica retroattiv­a, che sarebbe dunque scaduta fra poco (il 16 giugno 2021). Ma la difesa del pilota, guidata dall’avvocato Antonio De Rensis, ha fatto appello al Tas contro la sentenza, al pari della Wada che reclamava 4 anni di stop. Il 10 novembre 2020 c’è stata la sentenza d’appello del Tas, che ha respinto il ricorso e accolto la richiesta di pena più severa dell’agenzia mondiale antidoping, di fatto decretando la fine della carriera del pilota che aveva entusiasma­to vincendo il GP d’Austria 2016 di MotoGP con la Ducati. Il tribunale di Losanna ha ritenuto che la difesa di Iannone non avesse fornito sufficient­i elementi per dimostrare l’assunzione accidental­e del drostanolo­ne attraverso carne contaminat­a, poiché non era riuscita a stabilire né il tipo preciso di carne consumata né l’origine di detta carne.

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CIAMILLO Fermo Andrea Iannone, 31 anni, 4 anni di squalifica per doping

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