La grinta non basta, azzurre k.o. Il c.t. Bregoli: «Voglio più cinismo»
La sconfitta finale brucia per tutti quei piccoli errori che potevano essere evitati: ingenuità, inesperienza, eccesso di entusiasmo. A Rimini, nella gara d’apertura della Volley Nations League, l’Italia torna in campo, a quasi due anni dall’ultima volta (Europeo 2019), dopo il campionato più difficile da gestire da tempo immemorabile. E perde al tie break con la Polonia una partita che avrebbe potuto vincere mille volte (ma anche perdere peggio). Quattro esordienti assolute nel sestetto (più libero) titolare: Bosio, Mazzaro, D’Odorico e Fersino. Più il tecnico: Giulio Bregoli, 46 anni, protagonista con Chieri di una grande annata, chiusa ai quarti dei playoff: «Emozione? Un po’ dopo pranzo - racconta il bolognese - poi prendono il sopravvento le cose da fare. L’atmosfera è surreale. Il posto è molto bello, peccato per la gente che manca, sarebbe stato un ambiente bellissimo, anche se poi quando giochi ti concentri su quello che fai. Io sono un perfezionista e un rompiscatole: nell’Italia ci sono alcune cose fatte bene altre meno bene».
Chi non rischia...
L’esordio, la mancanza di esperienza: tante attenuanti per le azzurre, ma Bregoli non si adagia: «Ci sta che si fatichi a trovare il ritmo, però vale per noi come per gli altri. Questa squadra può giocare bene, l’ha dimostrato. A tratti bisogna essere più cinici. Poi voglio vedere i target che ci eravamo dati cosa dicono per questa partita». Una cosa sicuramente ha apprezzato: «La determinazione, l’hanno dimostrato. Le ingenuità le sconto, vista la giovane età e la scarsa esperienza. Ma in alcune situazioni dovevamo sbagliare più in avanti. Cioè rischiare di più alcuni palloni. Il nostro obiettivo è mettere l’attaccante nelle condizioni migliori, invece in alcune situazioni l’abbiamo messa lì sperando che qualcun altro risolvesse. È molto importante che la squadra acquisisca questa mentalità perché con alcune avversarie non si può sbagliare. Ci sono però anche aspetti positivi, come la coesione della squadra e il fatto che seguiva il piano tattico, ma anche la lettura della partita da parte delle giocatrici che ragionano con la loro testa». Oggi sfidiamo la Turchia alle 19: «Conosciamo il valore delle giocatrici e dell’allenatore. Sarà una partita molto dura».