La montagna da scalare
CRIPPA E I FENOMENI AFRICANI «LORO SONO 100 METRI AVANTI MA A TOKYO LI AVVICINERÒ» L’azzurro pronto alla sfida: «Ai Mondiali sono finito 8° sui 10.000, primo europeo L’obiettivo è guadagnare 2 o 3 posizioni»
C’è una montagna (simbolica) da scalare: è quella dei mezzofondisti africani. Yeman Crippa, sulla strada che porta all’Olimpiade di Tokyo, ne è consapevole. «Ai Mondiali di Doha 2019 - ricorda - nei 10.000 ho centrato un buon ottavo posto, migliore europeo, con il record italiano. Ma dai primi, ugandesi, etiopi e keniani, ho preso più di 100 metri. Ecco, l’obiettivo ai Giochi, ambizioso, sarà guadagnare due-tre posizioni e ridurre quel gap».
▶ Non la si vede in gara dal giorno del ritiro all’esordio in mezza maratona a Siena: era il 28 febbraio. Come sta?
«Ora bene, ma l’infortunio che mi ha limitato in quell’occasione mi ha fatto perdere 40 giorni. Mi faceva male il polpaccio sinistro. Un’ecografia non ha rilevato nulla. Pareva uno strappo. Ma il dolore persisteva. Poi una risonanza ha evidenziato una frattura da stress alla tibia».
▶ Come ha recuperato?
«Mi sono dedicato alla bici da corsa, bastonando in salita il mio manager Gianni Demadonna... E ho lavorato con AlterG, un tapis roulant che, funzionando in assenza di gravità e con carico ridotto, permette di correre senza usare gli arti infortunati. Peso 53 kg, ne poggiavo poco più di 10».
▶ A proposito di ciclismo: sta seguendo il Giro d’Italia?
«Un po’, sì. In questi giorni è dalle mie parti. Io tifo Sagan».
▶ Quando ha ripreso ad allenarsi regolarmente?
«A metà aprile, in coincidenza di un nuovo raduno di tre settimane in altura, ai 2300 metri di Sierra Nevada, in Spagna, con Bouih, Abdikadar, Nicolli, il mio amico burundese Ndikumwenayo, il mio coach Pegoretti, i fisio Alessandra Iacobucci e Lorenzo Pilati e l’aggiunta di Chiappinelli e del suo allenatore Cito».
▶ Con quali condizioni?
«Buone, considerando che in questo periodo viaggiare in Kenya o in Sudafrica non è consigliato. In tutto c’era un
unico percorso piuttosto breve e collinare. Un pomeriggio abbiamo corso 20 chilometri in un parcheggio di 800 metri sotto casa...».
▶ Ha recuperato i chilometri persi?
«In parte, la condizione comunque è buona. Ma per poter dire di essere al 100% mi manca la controprova di una gara».
▶ Visto che sabato correrà i 5000 dell’Europeo a squadre di Chorzow, in Polonia, non ci sarà da attendere molto...
«Domenica a Trento avrei voluto fare un 1500, ma pioggia e vento mi hanno innervosito e dopo 300 metri mi sono fermato. Insomma: mi butto nella mischia senza tante certezze».
▶ L’Ucraina ha rinunciato per due casi-Covid e non sarà rimpiazzata: tra gli altri sei al via non ci saranno fenomeni.
«Lo spagnolo Mayo, che in febbraio ha corso in 13’18”, e il francese Hugo, nel 2016 e nel 2017 mi hanno battuto agli Europei di cross under 23. Sarà una gara tattica decisa in volata. Vado per confermare il successo 2019. I 3000? Meglio andarci piano. E poi c’è Bouih».
▶ Quali i programmi, poi?
«Farò un 5000 tirato al Golden Gala di Firenze il 10 giugno, sperando che la pista non sia dura al punto da affaticare i polpacci. Poco dopo sarò a Livigno per un mese in altura, dormendo ai 2300 metri del passo d’Eira».
▶ Basta gare?
«Ho fatto un pensiero ai 10.000 dei Trials etiopi o a quelli della Coppa Europa di Birmingham, dove tornerà Farah. Ma sono a ridosso del Golden Gala. Potrei scendere dai monti e fare il 3000 di Diamond League di Oslo, il 1° luglio. Vedremo. Il 22, in ogni caso, partiremo per Tokyo».
▶ È mai stato in Giappone?
«In Asia solo in Cina, per i Mondiali di cross 2015, e in India, in vacanza, nel 2019».
▶ Che cosa si aspetta?
«Un Paese all’avanguardia, ma penserò ad altro. Starei in una stanza 20 giorni pur di partecipare alla mia prima Olimpiade: la sogno sin da bambino».
▶ Che Giochi saranno?
«Diversi dal solito, ma lo stesso pieni di fascino. Per molti sono un obiettivo inarrivabile, io ci sarò e non solo per partecipare: pongo l’asticella molto in alto».
▶ Peccato per il pubblico...
«Voglio immaginare spalti gremiti, come ai Giochi visti in tv. Se nemmeno i giapponesi ci saranno, avrò il tifo da casa».
▶ Doppierà 5000 e 10.000?
«Sì, la prova lunga sarà il 30 luglio, primo giorno dell’atletica, mentre batteria e finale dei 5000 il 3-6 agosto».
▶ Come evolvono le gerarchie?
«Degli africani, chiunque ci sarà, andrà fortissimo. Con gli europei, con Farah, Ingebrigtsen, il neo spagnolo Katir, il francese Gressier e lo svizzero Wanders non si scherzerà».
▶ Con le nuove scarpe i record cadono come ciliegie... «Ripeto, sono favorevole. Le ho sfruttate per centrare i primati italiani di 3000, 5000 e 10.000: è l’evoluzione. Ma ho cambiato sponsor tecnico: spero che quello attuale le produca in tempo per Tokyo».
▶ Con Nadia Battocletti potrà non essere il solo mezzofondista trentino presente...
Ho perso 40 giorni per una frattura da stress alla tibia sinistra, ma adesso sto bene
Sabato debutto in pista nei 5000 degli Europei a squadre: per vincere come già feci nel 2019
Yeman Crippa