«Miller e Pecco: coppia da titolo»
Dall’Igna conferma Jack con Bagnaia per la Ducati 2022: «Gran talento»
Ora posso pensare solo a quest’anno: non sono lontano dai primi ed è ancora molto lunga
Miller è uno dei piloti che sa sfruttare le potenzialità della nostra moto al massimo
La sfida iridata Miller è quarto a 16 punti da Quartararo Ora c’è il Mugello
L’accelerata l’ha data lui, Jack. Che fino a 25 giorni fa, alla vigilia del GP di Spagna a Jerez de la Frontera, aveva disputato 102 gran premi in MotoGP e ne aveva vinto solo uno. Peraltro ormai cinque anni fa e in condizioni un bel po’ anomale, ad Assen, sotto la pioggia, con una bandiera rossa comparsa a interrompere la gara e a dimezzarne la distanza a 12 miseri giri complessivi. A riguardarla oggi e in prospettiva attuale, c’è da pensare che davvero quella strana corsa del 2016 contenesse qualcosa di magico. Quel giorno cadeva il tabù più radicato della storia delle moto: ad Assen si correva di domenica come non era mai successo. Ed era una cosa talmente epocale che anche tutte le vittorie furono una novità assoluta. Come detto ci fu la prima in MotoGP di Miller, arrivata pochi minuti dopo la prima in assoluto di Pecco Bagnaia in Moto3, su una non irresistibile Mahindra (e a quella d’esordio di Takaaki Nakagami in Moto2). Cinque anni dopo, quei due sono compagni in prima squadra alla Ducati. E tali resteranno anche nella prossima stagione. Perché negli ultimi 25 giorni Miller ha sgasato e ha triplicato il bottino di vittorie: una nelle prime 102 gare, tre nelle prime 104. Due nelle ultime due. Ha vinto a Jerez, ha rivinto a Le Mans (sotto l’acqua…), così che a Borgo Panigale hanno rotto gli indugi. E hanno fatto scattare l’opzione messa in contratto più di un anno fa: il rinnovo per il 2022 ora è certo anche per l’australiano, così come lo era già per Bagnaia.
Ora è più tranquillo
Non che avessero mai avuto dubbi, in Ducati, lo si era anticipato. Ma di certo le ultime due gare hanno dato la spinta decisiva. Dice infatti il direttore Gigi Dall’Igna che in questi primi GP «Jack ha messo in mostra il suo gran talento, la sua professionalità e la sua forte determinazione, riuscendo a centrare due vittorie molto importanti in condizioni molto diverse. E’ sicuramente uno dei piloti che riescono a interpretare al meglio la nostra Desmosedici, sfruttando il suo potenziale al massimo». Lui, Jack, registrata la scontata e sacrosanta soddisfazione («Sono davvero felice di continuare la mia avventura…»), sottolinea come questa scelta di metter subito le cose in chiaro sia per lui fondamentale. «Adesso posso concentrarmi esclusivamente sulla stagione in corso: siamo quarti in classifica, non distanti dai primi, e il campionato è ancora molto lungo». Vero. Lui è a 64 punti, in risalita, davanti c’è Fabio Quartararo a 80, in mezzo il suo compagno Bagnaia a 79 e Johann Zarco a 68. Si sente in corsa in tutto e per tutto. Gli mancava forse solo la definitiva tranquillità, sebbene l’appoggio dopo le prime, difficili, gare dell’anno, sia stato totale. Sa che Dall’Igna ha un debole per Zarco, che il team manager Davide Tardozzi stravede per Jorge Martin. Ma sa altre due cose.
Stili complementari
Sa di piacere a tutti in generale e all’amministratore delegato Claudio Domenicali in particolare. E sa di essere complementare a Bagnaia (pupillo del d.s. Paolo Ciabatti). I loro stili diversi, le sue curve tagliate, più irruente, e le traiettorie più rotonde, “Lorenziane”, di Pecco, possono portare davanti la Ducati in gare e condizioni differenti. Chiude infatti Dall’Igna: «Il nostro obiettivo rimane come sempre il titolo mondiale, e crediamo che con Jack e Pecco potremo essere tra i protagonisti della lotta iridata anche nel 2022». Anche nel 2022. Intanto cominciamo a provarci quest’anno. E cominciamo dal weekend, in casa, al Mugello.