La Gazzetta dello Sport

L’ULTIMO RE D’ITALIA «IL MUGELLO È LIBIDINE E SUL PODIO MI È PASSATA TUTTA LA VITA DAVANTI»

Danilo ha vinto qui nel 2019: «Dopo quel successo si è incrinato il rapporto con Dovizioso: mi spiace, Andrea è una bravissima persona. La Ducati ha fatto bene a prendere Miller al mio posto»

- di Paolo Ianieri INVIATO A SCARPERIA (FIRENZE)

GGiro d’Italia al volante di un furgone. Da Terni a Milano per farsi trattare dal dottor Enrico Chieffo le ernie al collo rimediate cadendo nel test di Jerez 2020 -, e ritorno. E poi da Terni al Mugello, per l’appuntamen­to più importante della stagione. Tutto al volante di un Ford Transit perché la macchina, «la prima che ho acquistato», puntualizz­a, è bloccata alla dogana. «Ho comprato una Dodge Challenger: 6.400 di cilindrata, ha il motore di un camion, è muscolosa, pesante, ignorante, fa rumore e consuma. Un’auto grossa e veloce, come me. Un po’ come il cane, che assomiglia al padrone», ride di gusto Danilo Petrucci. L’ultimo vincitore del GP d’Italia, due anni fa con la Ducati. Danilo, dalla “Rumble in the Jungle” del Mugello, così si intitolava l’intervista che facemmo alla vigilia, era uscito nei panni di Ali. «Me la ricordo e aveva portato bene. Quella gara è stata davvero come l’incontro di Kinshasa, con quel sorpasso decisivo. Dovremo provare a fare la stessa cosa quest’anno».

3È mancato a tutti non correre al Mugello nel 2020. «Moltissimo. Girare al Mugello è libidine. Non sarà la solita cosa senza gli spettatori, ma non vedo l’ora di tornarci con una MotoGP. Anche se non partiamo per vincere come l’ultima volta».

3Ripensa spesso a quella vittoria?

«Mi spiace non ricordare tutto. Il momento in cui ho tagliato il traguardo l’ho bene impresso, lo potrei disegnare, ma del resto ho solo qualche flash. Quel giorno è stato un turbinio di emozioni, sul podio ho fatto un viaggio temporale, sono andato indietro nel tempo, mi è passata tutta la vita davanti. Al contrario di Le Mans dell’anno scorso, che me la son goduta tutta. E sceso dal podio del Mugello mi sono subito chiesto quanto avrei dovuto faticare per ritornarci».

3Con quella vittoria ha iniziato a incrinarsi il rapporto con Andrea Dovizioso? «Secondo me sì. Da quel momento non ci siamo ben capiti su cosa dovevamo fare. Sulla carta ognuno la domenica doveva correre per sé, ma lui non ha preso bene quel sorpasso, forse non se lo aspettava o pensava che dovessi essere riverente, che non mi mettessi in mezzo nella lotta tra lui e

Marquez. In Olanda, due settimane dopo, ci sono state diverse discussion­i. Peccato».

3Ha quindi ragione Gigi Dall’Igna, d.g. di Ducati Corse, nel dire che non si può essere amici tra piloti, e che nella scelta di quest’anno non hanno rifatto lo stesso errore? «Non penso sia completame­nte vero, dipende dalle persone. Ho sempre detto che Andrea è una bravissima persona, così come sono molto amico di Miller. Sono contento quando vedo Jack vincere, è uno che come me è arrivato da lontano. Lui fisicament­e, io perché fino a 15 anni non avevo mai guidato una moto da strada. La mia carriera non è paragonabi­le a quella degli altri. Anche se ha preso il mio posto, sono contento e sono suo amico, l’unico con cui, finita una gara, mi bevo una birra».

In KTM ho fatto capire chi sono, poi conteranno i risultati

Danilo Petrucci Pilota KTM

3Solo una? Conoscendo­lo...

Risata. «Dipende da come siamo andati. Ci siamo giocati la moto ufficiale, ma gli ho riconosciu­to che nel 2020 è stato più bravo di me, come ho riconosciu­to a Gigi di aver fatto la scelta adatta. Poi dipende dal valore dato alla parola amico, il primo avversario è il compagno, ma si può avere un rapporto sereno fuori». Cosa risponde a chi dice che, visti i successi di Miller e i secondi posti di Francesco Bagnaia, la Ducati ha fatto bene a sostituire lei e Dovizioso? «È la stessa cosa che ho detto a Gigi l’anno scorso quando l’ho chiamato per gli auguri di Natale: “Ci hai azzeccato una volta di più”. Jack ha dimostrato di avere qualcosa più di me, e a me ha permesso di andare in KTM, il mio obiettivo. Era una storia d’amore finita, ed entrambi abbiamo fatto le nostre migliori scelte».

3Chiudendo il discorso Ducati, osservando­la da fuori dove è migliorata la moto?

«L’accelerazi­one fa paura e la frenata è impression­ante, vedendo le velocità hanno fatto un passo avanti. E credo che l’aria fresca nel box possa averli aiutati».

3Le Mans è stata per certi versi la sua… manna?

«Più che manna, è venuta l’acqua dal cielo. Le Mans è sempre il crocevia della mia stagione, ma sono più dispiaciut­o di non essere salito sul podio che non felice di aver fatto una bella gara. Io ho sempre determinaz­ione e voglia di lottare, e finire primo nel warm-up mi ha dato una gran convinzion­e. Io le moto le so guidare, ma gli ultimi due anni col cambio della gomma

posteriore il mio peso è diventato un problema più grande». 3In KTM voi piloti siete tutti sotto la lente di ingrandime­nto, o siete giustifica­ti perché c’è un problema tecnico di cui non si riesce a venire a capo? «Non so se siamo giudicati. A Le Mans venerdì ho voluto far sentire le mie ragioni, secondo me non stavamo facendo il massimo nel box e a casa. Ho chiesto di dire le mie idee sulla gestione del weekend di gara e su cosa fare sulla moto. E sono stato ascoltato. Perché ho ribadito che a oggi non è possibile fare la differenza sulla moto, ma posso portare la mia esperienza e dovremmo usarla».

3C’è un contratto da ridiscuter­e.

«Non ci penso e non sono preoccupat­o. In passato mi sono affranto, ma non cambia. Dalla mia ho la serenità di chi fa il massimo e del riconoscer­e che non sempre i risultati arrivano. Ma in KTM ho fatto capire di che pasta sono fatto, anche se sono i risultati che contano». 3Cosa si fa al Mugello? «Sulla carta è una delle gare più difficili. Oliveira nel 2019 partì ultimo, le KTM erano tutte indietro. Non puntiamo alla vittoria, ma voglio essere la migliore KTM, il Mugello è la pista che conosco meglio e voglio metterci io quello che manca».

Miller è mio amico: è l’unico con cui bevo una birra a fine gara

Sul cambio di piloti ho detto a Dall’Igna: “Ci hai azzeccato ancora”

Danilo Petrucci ex pilota Ducati

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Sopra Danilo Petrucci, 30 anni, in basso a sinistra sulla KTM con cui ha chiuso al 5o posto l’ultimo GP a Le Mans, miglior risultato in questa stagione
GETTY AFP Il saluto di Petrux Sopra Danilo Petrucci, 30 anni, in basso a sinistra sulla KTM con cui ha chiuso al 5o posto l’ultimo GP a Le Mans, miglior risultato in questa stagione

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