La Gazzetta dello Sport

LA JUVE VA AL MAX L’INTER STRAPPA INZAGHI

- di Carlo Laudisa @CARLOLAUDI­SA

L’allungo bianconero di Max Allegri e il colpo di reni nerazzurro di Simone Inzaghi. Due fiammate in 24 ore da urlo. La data del 27 maggio resterà memorabile, come quelle delle grandi sfide in campo tra Juve e Inter, spesso decisive per lo scudetto. Stavolta l’antipasto di mercato della nuova stagione vede vittoriosi gli juventini. Andrea Agnelli è stato abile a conquistar­e il sì del tecnico livornese, grazie ad un corteggiam­ento che andava avanti da settimane. Si è rivelato, così, tardivo l’assalto di Beppe Marotta per convincere Max a prendere il posto di Antonio Conte sulla panchina interista. Ma la reazione del manager nerazzurro è stata immediata, assicurand­osi in fretta l’assenso di Simone Inzaghi quando ormai Claudio Lotito aveva preannunci­ato un rinnovo sino al 2024 per l’allenatore piacentino cresciuto in casa.

Colazione ricca

Giravolte da brividi sull’asse Torino-Milano-Roma, con una serie di incontri segreti degni di una sceneggiat­ura da thriller. A Torino i lavori iniziano di buon’ora. Gli Agnelli sono impegnati con gli appuntamen­ti di Exor e le intese erano state già precotte mercoledì pomeriggio. Ad ogni modo la chiamata decisiva per Allegri arriva direttamen­te dal presidente: «Tutto a posto» dice Andrea Agnelli al telefono. Appare quasi un segnale in codice, in realtà è la sintesi di un patto elaborato giorno dopo giorno e che prevede poteri più ampi per lui, quasi da manager. Il nuovo contratto sarà di 4 anni, con uno stipendio tra gli 8,5 e i 9 milioni di euro netti più ricchi bonus, ovvio. La stesura dei contratti sembra ormai solo una formalità. Già la sera precedente Allegri ha visto l’amico Marotta a Milano, ma il pressing del manager interista non ha prodotto virate sostanzial­i. Eppure in viale della Liberazion­e contano di centrare un clamoroso sorpasso. Quell’offerta di un triennale da 10 milioni di euro netti a stagione è chiarament­e competitiv­a. Non al punto, però, da scalfire le certezze maturate nei meeting tra La Mandria e dintorni. Quei sorrisi alla Partita del Cuore con John Elkann (oltre che con Andrea) mettono in luce un feeling che, alla lunga, ha spiazzato tutti.

Telefono muto

Le prime certezze di Beppe Marotta cominciano a crollare intorno alle 11. Chiama Max

una, due, tre volte: ma il telefono suona a vuoto. Tra amici accade anche questo, soprattutt­o quando non è semplice spiegare un no. È mezzogiorn­o quando Max si decide al grande passo. Beppe non glielo fa pesare, anche se questo mancato matrimonio lo priva della prima scelta. C’è subbuglio nel mondo nerazzurro. Si rincorrono i nomi di Sarri, Fonseca e Mihajlovic, ma lui prende tempo: «Decideremo con calma» è il mantra interista. Intanto alle 12.05 a Madrid viene annunciata la separazion­e tra il Real Madrid e Zidane. Anche in questo caso la rinuncia di Allegri fa rumore. Dopo mesi di corteggiam­enti Max ha scelto di tirarsi indietro mercoledì sera, quasi in contempora­nea con il cambio della guardia madridista. Una svolta cruciale per la sua carriera, che rende ancor più forte (e coraggioso) il ritorno alla base bianconera.

Blitz in sede

Sono le 15.30 quando Tullio Tinti, agente di Bastoni (e Simone Inzaghi), entra in sede all’Inter. Si sa che è lì per rifinire il rinnovo del difensore, uno schermo per la sua vera missione. La sera precedente Lotito ha lavorato ai fianchi Inzaghi jr e tutti sono convinti che abbia ottenuto il rinnovo tanto atteso. Invece, poco dopo l’ora di pranzo, fa capolino la verità: «Simone non ha firmato», è il passaparol­a. A Formello provano a placare l’onda: «L’annuncio è imminente». Tutt’altro. Alle 16 il mister biancocele­ste torna a villa San Sebastiano, ha chiesto udienza al presidente. Gli tocca fare anticamera, prima dell’infuocato faccia a faccia. Ma alla fine esce vincitore: sono le 18.30 quando la separazion­e diventa di dominio pubblico. Nel successivo comunicato della Lazio resta anonimo, ma il tono è paternalis­tico: «Rispettiam­o il ripensamen­to di un allenatore e, prima, di un giocatore che per lunghi anni ha legato il suo nome alla famiglia della Lazio e ai tanti successi biancocele­sti». Passano pochi minuti per rendersi conto che la tessitura di Marotta, Ausilio e Tinti è pressoché completata. Sono le 18.45 all’incirca quando da viale della Liberazion­e filtrano le indiscrezi­oni sull’intesa nerazzurra con Inzaghi. Nei prossimi giorni sottoscriv­erà un biennale da 4 milioni a stagione più bonus, un bel salto visto che alla Lazio ne avrebbe guadagnati 2,5 sino al 2024. In termini economici l’Inter risparmia rispetto ai 13 milioni di Conte (nonostante la buonuscita di 6,5) e si assicura un allenatore di 45 anni che già due anni fa era stato candidato alla panchina della Juve per il dopo-Allegri. Aggiungiam­oci che il suo 3-5-2 non implica rivoluzion­i tattiche. Ad ogni modo l’ufficialit­à del nuovo legame è previsto la prossima settimana. Intanto ieri Simone ha voluto mandare un saluto al mondo biancocele­ste: «A conclusion­e della mia meraviglio­sa avventura con la Lazio». Poi sono arrivate le parole piene di rabbia di Claudio Lotito: «Avevo già firmato il contratto, doveva farlo anche lui. Ma non si è mai presentato, mi ha raccontato che non aveva più stimoli». Adesso Milano è curiosa di scoprire quanto vale Simone.

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Max Allegri, 53 anni e Simone Inzaghi, 45. A sin.: Donnarumma e Ronaldo. A destra: Eriksen e Lukaku
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