«Max? C’era bisogno di un uomo al comando abituato alle tempeste»
Il conduttore: «Mi spiace per Pirlo, ma se pareggi col Crotone e perdi col Benevento qualcosa non va»
assimo Giletti non è solo un tifoso bianconero. Di Massimiliano Allegri in questi anni è diventato amico: «Con lui ho un rapporto che è rimasto molto stretto, molto forte. Ci sentiamo, anche con il suo secondo Landucci. Ho dei bellissimi ricordi di quando andavamo a mangiare insieme dopo la partita di coppa al ristorante alla Crocetta, con i suoi amici. Non vedo l’ora di essere di nuovo al suo tavolo». Il ritorno non può che essere accolto favorevolmente anche senza pensare all’amico.
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è la scelta giusta, necessaria?
«C’era bisogno soprattutto di chiarezza. A me spiace per Pirlo, ma è un progetto naufragato, C’era bisogno di un uomo al comando abituato alle tempeste e a saper gestire uno spogliatoio. Non sarà semplice, è una questione mentale. Serve un uomo che conosca bene tutta la macchina».
3Tornare
sui propri passi però è sempre pericoloso…
«I ritorni sono sempre costellati da emozioni che possono essere contrastanti. E possono anche incontrare difficoltà. La storia della Juve ne ha già vissuti, da Trapattoni e Lippi. Però questa è un’altra epoca».
3Gestire
lo spogliatoio, diceva. Quello Juventino è davvero così difficile?
«Non è da Juventus cambiare tre allenatori in tre anni, tutti devono avere molta umiltà, azzerare e ripartire. A qualsiasi livello, sia in campo che fuori. Uno dei punti determinanti, anche nell’ultimo anno di Allegri, era che era difficile governare questa squadra. Lo ha raccontato Sarri e le fatiche di Pirlo sono state legate alla gestione. Andrea si è lamentato spesso che non ci fosse abbastanza cattiveria, ed era una cosa che diceva già Allegri. Ricordatevi quella scena straordinaria del cappotto buttato a Carpi...».
3In
questo discorso è centrale Ronaldo. La convivenza è possibile?
«Ronaldo è un giocatore straordinario, che sta su un piedistallo a un livello diverso. Ma è condizionante, per i compagni e per l’allenatore nelle sue scelte. Costi e benefici: la società dovrà fare una valutazione globale. È un giocatore che ha dato tanto, fenomenale, ma ingombrante».
HA DETTO 3Pirlo
non era riproponibile? «Pirlo per me è il meno colpevole. Ma se una squadra come la Juve perde in casa col Benevento e non vince col Crotone è il segno che qualcosa si è rotto. Ma sono amnesie che la squadra si porta avanti da tanto tempo».
Tornare ad Allegri è rinnegare la svolta degli ultimi due anni. Ha “pagato Paratici”, si aspetta altri scossoni?
«Non credo che ce ne saranno e la Juve deve tantissimo a Paratici. Ma deve ritrovare se stessa attraverso il silenzio. L’energia deve essere finalizzata a lottare fino alla fine, come da motto. Nomi e cognomi non contano nulla, conta quanto sudore c’è sulla maglia a fine gara».
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Si ripartirà coi bianconeri favoriti?
«La Juve parte sempre favorita, mentalmente. Bisognerà vedere cosa succede all’Inter senza Conte, che è una perdita importante».
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Quanti aggiustamenti servono alla rosa?
«C’è bisogno di un centrocampista che detti i tempi e di un centravanti vero d’area. Io comprerei Locatelli a occhi chiusi. E rimpiango Kean. Poi certo, col senno di poi fra Kulusevski e Haaland era meglio investire sul secondo. Ma dopo è facile».
3 3Donnarumma
vale uno sforzo?
«Io penso che Szczesny dia ampie garanzie di sicurezza, anche se per me Buffon resta il numero uno assoluto e mi dispiace sia andato via».
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Donnarumma? Szczesny dà ampie sicurezze in porta, ma per me Buffon è sempre il numero 1
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