Caironi «GRANDE SOGNO AI GIOCHI UN TRIS AZZURRO NEI 100»
Il ritorno di Martina, pensando al Giappone dice: «Con Sabatini e Contrafatto puntiamo al podio tutto italiano»
on gareggia all’estero dal 2018: Martina Caironi, tra Londra 2012 e Rio 2016 due volte oro paralimpico sui 100 (categoria T63, gamba amputata sopra il ginocchio), stasera farà il grande ritorno internazionale. La 31enne bergamasca, agli Europei di Bydgoszcz, in Polonia (quasi 700 atleti di 43 Paesi, 23 azzurri compresi), alle 19.14 – finale diretta - sarà chiamata a difendere il titolo della conquistato a Berlino tre anni fa, come giovedì quello del lungo. Nel mezzo “tanta vita”, con cose belle e meno. Ma sempre con l’energia di un vulcano e una positività che la rendono fonte di ispirazione per molti.
3Con
Nquali sensazioni torna? 3La pandemia e non solo: nel 2019 è rimasta ferma per una squalifica-doping ridotta a quattro mesi per una pomata cicatrizzante usata per curare un’ulcera all’apice del moncone della sua gamba sinistra, prescrittale da un medico. Cosa resta di quel periodo?
«Ho rischiato di farmi abbattere:
NUMERI
benché sia stata pienamente riconosciuta la mia buona fede, davanti alla commissione che mi accusava ci son dovuta passare, così come ho dovuto rispondere a chi, per professione, metteva in dubbio la mia onestà. È stato difficile: ho sempre fatto il possibile per combattere chi bara. Ma non serbo rancore. Anzi, ho tratto insegnamenti che spero aiuteranno anche altri. Ho ritrovato serenità, abbiamo un nuovo medico, guardo avanti».
3Dove
punta il mirino?
«Qui voglio confermarmi: le recenti gare di Savona e di Rieti, con un 14”93, mi dicono che sto bene. Poi, naturalmente, sulla Paralimpiade di Tokyo. Il virus e il posticipo di un anno, per assurdo, mi hanno dato la possibilità di prendere decisioni un po’ drastiche. Da qualche mese mi alleno a Roma, al centro sportivo delle mie Fiamme Gialle, a Castelporziano. È la sede ideale per rimanere concentrati, non c’è nemmeno da far la spesa. Davide Gamberini, da Bologna, dove vivo, continua a farmi i programmi, Pasquale Porceluzzi e Andrea Matarazzo, mi aiutano a svolgerli. Ho nuovi stimoli».
3Il
presidente del Cip, Luca Pancalli, dice che con lei, Ambra
Sabatini e Monica Contrafatto, per i 100 della Paralimpiade sogna un podio tutto azzurro: è possibile?
«Dico che è probabile! E peccato che qui, poiché si è deciso che alcuni big saltassero la manifestazione, loro non ci siano. Ho cominciato da sola, è bello constatare quanto si sia andati avanti. Il livello tecnico oggi è alto. Ambra, a 19 anni, ha fatto quel che io ho fatto in una carriera. Con 14”59 mi ha sottratto il record del mondo di categoria per 2/100, ma ne sono felice».
3Non
le brucia un po’? «Tutt’altro, è il riconoscimento a tante battaglie portate avanti.
Se oggi ci sono protesi performanti o, come la mia, artisticamente decorata, è anche grazie agli studi che sono stati condotti su di me. Adesso c’è attenzione al nostro mondo, anche mediatica. Sono stati introdotti i premi in denaro, in Nazionali abbiamo medici, fisioterapisti e infermieri, alcuni di noi sono aiutati da manager e sponsor. E sono solo esempi. Conta più del fatto che qualcuno mi possa battere. Lo sport, in fondo, è competitività. Gelosa? Orgogliosa».
3Intanto
i suoi impegni extrasportivi, tra iniziative e progetti, sono sempre più numerosi e di qualità.
«Attualmente uno di quelli che più mi coinvolge è legato all’Agenzia Spaziale Europea: sono testimonial di un concorso che selezionerà il primo parastronauta con determinate disabilità fisiche. Non fa per me: sono claustrofobica. Ma è cosa seria, non turismo spaziale. Poi, proprio in queste ore, sui canali social, uscirà un video girato dalle regista Claudia Vavassori sulla preparazione sportiva. E non vedo l’ora di tornare a esibirmi coi tessuti aerei, arte circense che mi affascina tanto».
3Da
ultima portabandiera paralimpica, a chi affiderebbe il tricolore a Tokyo?
«Non avrò voce in capitolo, ma visti anche i risultati ai recenti Europei, mi piacerebbe potesse toccare a un nuotatore, magari con disabilità visiva».
Di nuovo su un aereo, ma da quanto non capitava...
Finalmente in gara: quante ne ho passate in questi anni
4’12”