Fratellini d’Italia
SUPER MUSETTI ANNIENTA GOFFIN SINNER RIMONTA A TUTTA GRINTA
Lorenzo, al debutto in uno Slam, piega il n. 13: «Allenarsi con Nadal eccezionale» Jannik annulla un match point a Herbert e vince per la prima volta al quinto set
Il dolce sapore della prima volta pervade l’aria parigina e inebria i cuori di due piccoli fenomeni destinati a finire sui libri di storia. Lorenzo Musetti non aveva mai giocato una partita in uno Slam e battezza il debutto assoluto con una marcia trionfale che annichilisce Goffin, campione ormai di antico pelo ma ancora numero 13 del mondo. Jannik Sinner, invece, aveva sempre perso quando si era avventurato nei meandri pericolosi del quinto set (a New York nel 2020 contro Khachanov e in Australia quest’anno contro Shapovalov) e sfata il destino avverso piegando il francese Herbert dopo il brivido di un
Prossimo turno Sinner trova Mager nel derby. per Lorenzo c’è Nishioka
match point avverso, scoprendo per una volta, accanto alla consueta tenacia nel rimanere aggrappato alle partite e alla capacità di esaltarsi nei momenti più caldi anche una dote sempre gradita: la buona sorte.
Freddezza e mentalità
Fratelli d’Italia. I giovani più forti, Alcaraz permettendo, li abbiamo noi. A Musetti l’allenamento della vigilia con Nadal ha aperto un mondo, codificandogli i comportamenti e le strategie che devono accompagnare le ambizioni di un ragazzo che sogna le vette più alto. Nel successo su Goffin, più che il punteggio mai in discussione, sorprendono la freddezza e la lucidità con cui Lollo ha affrontato il primo, delicatissimo appuntamento con uno Slam. Dominio assoluto nel set iniziale, controllo della prevedibile risalita del belga nel secondo, nuova accelerazione nel terzo prima del comprensibile, tenue sbandamento nelle due occasioni in cui serve per il match, cancellato però da un tie break perfetto. Una vittoria da veterano, un diciannovenne senza paura che trova energie incredibili nelle fasi che farebbero tremare giocatori ben più consumati (in carriera non ha ancora perso un tie break: 8-0) e che alza il livello quando si alza il blasone degli avversari, come dimostrano le sei vittorie su 9 incontri contro top 20: «È la dimostrazione che appartengo anch’io a questo livello, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Certamente allenarsi con Nadal è un’esperienza eccezionale, che mi porterò dentro per sempre, ma la vittoria contro Goffin mi è piaciuta perché ho dimostrato la mentalità giusta, quella che ti porta lontano: avevo studiato bene il match, sapevo dove potevo fargli male, sono sempre rimasto concentrato e infatti ho parlato pochissimo in campo, e non mi era mai successo». Sullo slancio, anela adesso alla rivincita contro il giapponese Nishioka, 57 del mondo, che lo ha appena battuto a Parma; «Un avversario difficile, ma io devo solo rimanere me stesso».
La forza della mente
Le cronache raccontano che Goffin a ottobre tenne a battesimo un altro debutto azzurro, quello di Sinner al Roland Garros, e anche allora sorrise la giovane Italia. Buoni auspici in attesa, come sette mesi fa, di un incrocio tra Jannik e Nadal, stavolta negli ottavi. Il numero 19 del mondo, però, è andato a un passo dal vedere quel sogno in frantumi contro il francese Herbert, uno degli ultimi eroi romantici del tennis offensivo,
che dopo un primo set in cui non vede palla, nei successivi due approfitta di un’insolita fretta di Sinner e dei suoi troppi errori di dritto per mettersi al comando delle operazioni, mantenendolo anche nel quarto, quando sul 4-3 15-40 per lui battezza fuori un innocuo pallonetto dell’azzurro che invece spiove sulla riga e due game dopo, sul 5-4, manda fuori di due metri un rovescio di manovra mentre sta giocando a favore di match point: «Lo ammetto, ho avuto fortuna - confesserà onestamente Jannik — ma il tennis è così, può cambiare il vento da un punto con l’altro». E infatti, scampato il pericolo, Sinner risale imperiosamente, riconoscendo poi a mente fredda cosa non abbia funzionato e quale arma sia servita davvero: «A un certo punto ho fatto scelte sbagliate e quindi non ho più trovato il campo. Che sia dritto o rovescio, se la mossa che fai è sbagliata la palla esce. Ho già parlato con Riccardo (il coach
Piatti, per vedere cosa non andava. Quando sei in campo devi essere sempre lì, perché la testa è l’unica cosa che ti puoi gestire e dove l’avversario non può entrare. Per me la testa è un colpo, come il servizio e il dritto. Forse anche il colpo più importante». Ragionamenti raffinati da predestinato, da stimolare di nuovo nell’affascinante derby di secondo turno contro Mager. Il ligure scopre solo negli spogliatoi che gli è cambiato l’avversario (l’australiano Millman va k.o. per la schiena e lo sostituisce il lucky loser Gojowczyk), ma con la consueta, solida partita ne viene a capo in quattro set: «Jannik è molto in forma, ha dimostrato tantissimo negli ultimi mesi. Non sono di certo favorito, ma voglio entrare in campo cercando di godermi il match e di divertirmi». Avanti Italia.