La Gazzetta dello Sport

UN-DUE-TRE STELLE!

ANCELOTTI TORNA AL REAL CR7, MBAPPÉ, ICARDI: CHE GIRO

- Di Grandesso, Laudisa, Masala, Minoliti, Schianchi

Carletto bis a Madrid, tre anni di contratto: «È tutto inaspettat­o»

Ora Florentino vuole il fenomeno del Psg. L’effetto domino? Ronaldo a Parigi e Maurito per la Juve

Carletto di nuovo “blanco” dopo sei anni per sostituire Zidane «È la mossa migliore per me» Con lui anche Pintus

«Que vuelve Carletto!». Questo il messaggio che ha iniziato a circolare con insistenza ieri mattina tra i madridisti: «Torna Carlo Ancelotti». Incredulit­à, stupore, e quella che la sera prima era solo una voce è diventata rapidament­e una certezza, confermata alle 19 dal comunicato del Real Madrid: «Carlo Ancelotti sarà l’allenatore della prima squadra per le prossime tre stagioni». L’anticipato regalo di compleanno di Florentino Perez al tecnico emiliano, che festeggerà i 62 anni il 10 giugno.

El Pacificado­r

Il secondo mandato di Ancelotti alla Casa Blanca arriva a 8 anni di distanza dal primo: nel 2013 Perez riuscì a strappare Carletto al PSG, e ad annunciarl­o come successore di Jose Mourinho il 25 giugno. Gli diedero un primo soprannome: “El Pacificado­r”. Perché doveva riportare la pace al Bernabeu lasciato in fiamme dal triennio ad alto voltaggio del portoghese. Florentino adorava Mou, ma capì che urgeva la pace e disse a Ernesto Bronzetti, magnifico ponte tra Italia e Spagna e grande amico tanto del presidente come di Carletto, di andargli a prendere il sorriso affabile di Ancelotti. I giocatori ringraziar­ono sentitamen­te e ripagarono con successi in serie: 4 titoli nel 2014, record in un anno solare per il Madrid, tra cui l’agognata Décima Champions, che Florentino e il madridismo aspettavan­o da 12 lunghissim­i anni. La vittoria di Lisbona sull’Atletico, col pareggio di Ramos al 92’48”. Fino al gol Ancelotti era licenziato, e lo era stato in numerose altre occasioni tanto che i dirigenti del Madrid gli avevano dato un altro soprannome, “El Gato”, perché aveva 7 vite. Perez prometteva l’esonero, Bronzetti si arrabbiava con lui, il Madrid vinceva, Carlo si salvava. Il 2015 portò al Madrid l’uscita con l’Atletico dalla Copa del Rey, una bruttissim­a sconfitta in Liga al Calderon e l’eliminazio­ne da parte della Juve di Allegri (e Morata, in prestito) in Champions. Il 25 maggio Florentino Perez mise su una faccia molto contrita per dire di aver dovuto operare «Una scelta dolorosa», la rimozione di Ancelotti. Chiamò Benitez e in gennaio lo sostituì con Zidane. Carlo andò in Canada per un sabbatico terapeutic­o, al Bayern, al Napoli e infine all’Everton.

La lettera e l’obiettivo

La scorsa settimana Zizou se n’è andato e lunedì ha affidato ad

As una velenosa lettera nei confronti di Perez. Zidane accusa il presidente di filtrare notizie negative e destabiliz­zanti alla stampa amica, minacciand­o il licenziame­nto ad ogni sconfitta. Come succedeva ad Ancelotti. Florentino non è cambiato, però Carlo ha le spalle larghe e la pelle dura. Per questo non ha avuto il minimo dubbio quando è arrivata la chiamata da Madrid. «All’Everton sono stato benissimo, ma mi si è presentata un’opportunit­à inattesa e considero che questa sia la mossa giusta per me», ha scritto Carlo sul sito del club inglese. Dalla periferia alla vetta del calcio mondiale. Dalla bagnata Liverpool (con tanto di furto in casa con la figlia della moglie presente) alla soleggiata Madrid. Dal decimo posto in Premier alla possibilit­à di diventare il primo allenatore a vincere il campionato in Italia, Inghilterr­a, Germania, Francia e Spagna, l’unico che gli manca.

Di rincorsa

Ancelotti ama i cavalli da corsa: non era nemmeno un outsider quando è iniziata la ricerca del nuovo allenatore del Madrid ma ha scavalcato tutti con un finale travolgent­e. Allegri, lanciato, poi frenato e infine deviato sulla Juve. Pochettino, il favorito di Perez, ammanettat­o al PSG. Conte, corteggiat­o e scartato per questioni economiche. Raul, lasciato in panchina al Castilla, come Zidane nel 2015. Nessuno aveva pensato a Carletto, che invece ha seppellito il passato accogliend­o a braccia aperte l’amico ritrovato Perez (che aveva un disperato bisogno di far triturare la lettera di Zizou dalla nomina di un nuovo allenatore) e si è ripreso la panchina più famosa, instabile e ambita del pianeta. Carlo non avrà con sé il compianto Bronzetti, e dovrà cercare di riattivare una squadra invecchiat­a e da ricostruir­e con le casse che piangono miseria e casi da risolvere come Bale, Marcelo, Isco, Hazard. Senza i gol di Ronaldo e probabilme­nte senza la forza di Ramos. Con lui ci sarà Antonio Pintus, il preparator­e atletico che nelle ultime due stagioni ha lavorato all’Inter con Conte e che era con Carlo nella prima avventura a Madrid.

Pensavo che Carlo stesse bene all’Everton ma se arriva il Madrid come si fa a dire di no?

Nel 2013 Perez mi chiamò e gli dissi: «Hai fatto la scelta giusta». Carlo vinse la Decima

Sacchi

Su Ancelotti

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In senso orario: Cristiano Ronaldo, Kylian Mbappé e Mauro Icardi. Girano intorno a Carlo Ancelotti, 61 anni
Il triangolo sì In senso orario: Cristiano Ronaldo, Kylian Mbappé e Mauro Icardi. Girano intorno a Carlo Ancelotti, 61 anni
 ?? di Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID AP-ANSA ?? Il feeling e il trionfo Ancelotti con Perez e mentre alza la Champions vinta nel 2013-14
di Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID AP-ANSA Il feeling e il trionfo Ancelotti con Perez e mentre alza la Champions vinta nel 2013-14
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