Demiral e Calhanoglu, che flop i turchi della Serie A
Dall’infortunio del 2020 all’autogol di ieri: Olimpico maledetto per il centrale della Juve. Il milanista delude
arà anche vero che il calcio dà e toglie, ma per Merih Demiral i conti all’Olimpico non tornano mai, il suo personalissimo saldo rimane sempre negativo. La mazzata di ieri arriva dopo quella di un anno e mezzo fa, un misto di dolore fisico e di disperazione di fronte al futuro che scappava via. La notte del 12 gennaio 2020, quando il Covid-19 era un virus misterioso che terrorizzava la Cina ma non
Sancora il resto del mondo e l’Europeo era dietro l’angolo, Roma aveva accolto Demiral con un gol, il primo con la maglia della Juve, ma lui non aveva fatto in tempo a godersi la magia. A fine partita il ginocchio sinistro era a pezzi, lesione del crociato anteriore e del menisco, e la sua stagione era già finita: «Ci vediamo all’Europeo, tornerò più forte di prima». Stesso tweet di Nicolò Zaniolo, anche lui uscito con un ginocchio in frantumi in quella notte maledetta. All’azzurro dodici mesi di rinvio del torneo non sono bastati a ripresentarsi in tempo per il grande appuntamento, a Demiral sì. Ma all’Olimpico il centrale turco è caduto un’altra volta: contro Galles e Svizzera, a Baku, avrà l’occasione di rifarsi, ma per adesso dovrà smaltire l’amarezza di questo 0-3 sul quale ha involontariamente messo la firma. Un’autorete a suo modo storica: ha aperto le marcature di un Europeo, non era mai successo prima. Fino a quel punto il muro della Turchia aveva retto anche grazie a Merih, carta di identità da studente – 23 anni compiuti a marzo – ed esperienza da laureato, tra A e coppe.
Se Demiral ha spento la luce, Hakan Calhanoglu – stellina del drappello di 4 “italiani” in campo, compresi Under e Ayhan – non ha mai brillato. Molto più elettrico Under, che all’Olimpico è stato di casa tre stagioni prima di volare in prestito al Leicester. L’attaccante della Roma è in attesa di conoscere il suo futuro, come del resto il 10 milanista in scadenza di contratto: l’Europeo, per Calha, potrebbe funzionare da vetrina e attirare offerte più ricche di quella rossonera, ma per richiamare nuovi corteggiatori servirà ben altro. Come alla sua Turchia: dura rimettersi in sesto dopo un debutto così. 1’58”