La Gazzetta dello Sport

Pochi turisti ma Amsterdam riparte Sicurezza e libertà: è stile olandese

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edi alla voce teenager. Esordienti di successo che sono decine e hanno creato la fama e la ricchezza dell’Ajax. La scuola olandese ha fatto da modello a tanti, Barcellona compreso, perché è stato lì che Johan Cruijff ha piantato il seme. Ma forse nessuno negli anni ha creato e fatto crescere tanti talenti. Bulbi di calciatori, piantine da curare. Le ultime in ordine di tempo sono Ryan Gravenberc­h e Jurrien Timber. Gravenberc­h ha già l’etichetta di oro dell’Ajax: se Frenkie de Jong è stato pagato 80 milioni, Gravenberc­h può arrivare a 120, si dice in Olanda. Valutazion­i stratosfer­iche per un giocatore cresciuto all’improvviso, eppure con pazienza, come una piantina in serra, appunto. Piedi sopraffini, cervello, dinamismo. Dicono di lui: De Jong somiglia a Pirlo, Ryan non è ancora a quel livello. Ma può arrivarci molto in fretta.

VLa capacità di sfornare talenti dell’Ajax è incredibil­e, anche se era stata offuscata negli anni. In questo Europeo, fra Oranje e non, ci sono diciotto giocatori formati nell’accademia olandese. Severa da un punto di vista tattico e di preparazio­ne, flessibile negli anni riguardo alle personalit­à che gli insegnanti si sono trovati davanti. Non erano di certo ragazzi casa e campo Patrick Kluivert o Wesley Sneijder, tanto per fare due esempi recenti. Eppure anche loro sono stati teenager di successo: Patrick, attuale allenatore del Curaçao, ha segnato al Milan e vinto una Champions League a 19 anni non ancora compiuti, Wesley in Portogallo, nel 2004, era uno dei giocatori più in voga, adorato da Johan Cruijff. Portava la maglia numero 14, un piccolo segno del destino. Wes non è mai arrivato (difficile riuscirci) ai livelli del mago del calcio olandese, ma Cruijff lo adorava per la sua intelligen­za e visione di gioco. Europeo 2004, Sneijder aveva appena

● Sotto i portici art deco, di fronte al palazzo dove le SS ottant’anni fa torturavan­o i prigionier­i, i ragazzi sono tornati a provare le figure più complicate di break dance. I giardinett­i nelle stradine sono più verdi, le piante splendenti, come se i lunghi mesi di lock down avessero spinto i cittadini di Amsterdam a curare con passione ancora più intensa i loro fiori. E la barca, come tutte quelle che circolano sui canali, è piccola e strapiena di gente. Gli olandesi si sono ripresi la città e la normalità: niente mascherine all’aperto, compiuto vent’anni al momento della partenza per il Portogallo. Aveva debuttato nella prima squadra dell’Ajax a diciotto anni e in nazionale a 19.

Utrecht è la radice che fa ben sperare. A Utrecht è nato Sneijder, ma soprattutt­o è nato Marco van Basten, l’uomo del miracolo del calcio olandese, quello che ha permesso alla nazionale arancione di vincere il suo unico titolo, l’Europeo del 1988. C’erano ancora due Germanie e i genitori di Timber probabilme­nte solo nei negozi, molta attenzione, indicazion­i pitturate sul marciapied­e vicino ai semafori. Si raccomanda di rispettare la distanza di sicurezza, un metro e mezzo, please, nulla di più. Ristoranti chiusi alle dieci di sera ma nessuna forma di erano ragazzi. Ora hanno un figlio che potrebbe debuttare subito in un grande torneo, dopo aver fatto il suo ingresso in nazionale passando da un ideale fast-track: in campo da titolare pochi giorni fa nell’amichevole contro la Scozia, indiziato per un posto da titolare domani contro l’Ucraina, nella gara chiave del girone. Timber non ha un grande fisico (è alto meno di un metro e ottanta), ma nel calcio olandese questo conta poco, anche per un difensore centrale. Partito terzino, Timber coprifuoco, gente libera di muoversi in sicurezza. E’ lo stile nordeurope­o, il principio della responsabi­lità personale che per la verità non ha funzionato molto nei mesi peggiori neppure qui, ma ora la città è tornata a respirare. Turisti, non tanti. Tedeschi, francesi, italiani pochi, inglesi pochissimi. Si sente parlare ovunque con accento americano, ma gli americani stanziali ad Amsterdam sono parecchi da sempre. I musei aspettano pubblico e la fiducia cresce. si è adattato sfruttando tecnica e velocità. Soprattutt­o la tecnica in velocità, che poi è la chiave dei tanti piccoli talenti cresciuti nella scuola Ajax. Senza velocità di esecuzione, la tecnica perde molto del suo valore. E’ una massima che molti allievi hanno tenuto in memoria crescendo.

Il sistema di gioco adottato, non senza polemiche, da Frank de Boer prevede cinque difensori, e questo favorisce Timber. Le condizioni imperfette di De Ligt, altro giovanissi­mo prodotto Ajax, potrebbero per il momento fare il resto, ma è il futuro che conta e sul futuro del difensore e del suo compagno Gravenberc­h nessuno in Olanda ha grandi dubbi. Cittadino di Amsterdam di origini surinamesi (e anche in questo caso i precedenti sono parecchi) Gravenberc­h è estroso ma non troppo: sa governare gli umori. Alto e veloce, è entrato all’accademia dell’Ajax più di dieci anni fa e ha già colleziona­to premi su premi. Ha debuttato nel mondo degli adulti a 16 anni, battendo per cento giorni e poco più il record stabilito da Clarence Seedorf. Lascerà il nido, ma non subito. L’Ajax sa come far fruttare i suoi talenti, loro sanno ormai come regolarsi. Partire troppo presto, come alcuni hanno fatto, può diventare un modo per bruciarsi. Rischio che Timber e Gravenberc­h non intendono correre. 4’10

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AP Deb/1 Ryan Gravenberc­h, 19 anni, è al primo Europeo
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AFP Deb/2 Jurrien Timber, 19, anche lui all’Euro debutto
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Voglia di normalità Una barca attraversa un canale di Amsterdam

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