Gomme scoppiate, c’è il dubbio pressioni
Indicazioni non rispettate per i k.o. di Baku? Nuovi protocolli e dal 2022 una valvola Fia
analisi sulle due gomme posteriori che hanno ceduto domenica scorsa a Baku - sulla Aston Martin di Lance Stroll e, soprattutto, sulla Red Bull che ha impedito a Max Verstappen di conquistare la terza vittoria stagionale dopo Imola e Montecarlo - non è ancora terminata. E sino ad allora (inizio della prossima settimana) la Pirelli non si pronuncerà. Ma si può già anticipare che in viale Sarca a Milano, sede dell’azienda e del centro ricerche dove si sono svolti tutti gli esami del caso, si sta tirando un sospiro di sollievo perché entrambe le coperture non hanno mostrato alcuna alterazione che possa essere ricondotta a un difetto di fabbricazione o a un cedimento strutturale. Insomma, le due gomme sono sane. Ed è ciò che importa, soprattutto dopo le accuse, più o meno velate, che sono state sollevate nel paddock dopo il GP dell’Azerbaigian e la reazione di Max Verstappen che in mondovisione ha preso a calci la gomma incriminata.
L’Dunque le due coperture, entrambe sul lato sinistro, sono state vittime dei detriti sparsi lungo i sei chilometri del circuito azero? Era stata questa la prima ipotesi avanzata da Mario Isola, responsabile
CROSS
Motorsport dopo una prima, sommaria analisi: «Potrebbe essere stato un detrito sia perché sono avvenute nello stesso punto (il rettifilo principale; n.d.r.) sia perché non c’erano stati segnali prima del cedimento». Ma le analisi lo avrebbero escluso. In realtà si sta facendo strada un dubbio legato alle reali pressioni delle gomme.
Da Spa 2015, dopo una serie di cedimenti, la Pirelli è stata costretta a imporre una prescrizione per le pressioni minime consentite sui
Pressioni abbassate per aumentare il grip: il controllo passerà nelle mani della Federazione due assi (anteriore e posteriore), una indicazione che il fornitore può variare nel corso del fine settimana dopo aver verificato temperature, abrasività dell’asfalto e carico delle vetture (i team, dovendo fare affidamento ai dati virtuali, possono trovarsi in condizione di cambiarlo). A Baku l’indicazione della Pirelli era di 19 psi (l’unità di misura delle pressioni) al posteriore e 20 all’anteriore. Prima del via la Fia verifica che tutte le gomme siano conformi. Ma in gara... Basta saper sfruttare le termocoperte o dosare la miscela d’aria (e umidità) per abbassare di fatto la pressione una volta che scatta il GP e ottenere quindi una maggiore aderenza, con benefici della tenuta in curva. Un giochino risaputo (anche se difficile da stanare) che può avere conseguenze pesanti su circuiti come quello azero dove hai a che fare con un rettifilo infinito (2,2 km) sul quale domenica (dato rilevato sulla linea del traguardo) Kimi Raikkonen ha raggiunto i 345,6 orari. Se la Red Bull di Verstappen senza controllo anziché a destra avesse virato a sinistra, verso la cuspide del muretto box, che cosa sarebbe capitato?
Per questa ragione la Pirelli, d’accordo con Fia e Fom, ha deciso un protocollo di sicurezza ancora più stringente e, soprattutto, attende per l’anno prossimo l’introduzione di una valvola gestita dalla Fia (e non più attraverso i sistemi TPMS dei team) per monitorare la pressione delle gomme in tempo reale. Una misura che l’azienda milanese considera fondamentale, tanto più che il prossimo anno la F.1 adotterà le gomme da 18 pollici, con un aspetto riconducibile al prodotto commerciale montato sulle vetture di grandi prestazioni. Guai se simili incidenti e le reazioni conseguenti nuocessero all’immagine della Pirelli. 2’53”
IL NUMERO
La lunghezza del rettifilo di Baku. Domenica sulla linea del traguardo Kimi Raikkonen con la sua Alfa Romeo ha raggiunto come velocità massima i 345,6 orari