La Gazzetta dello Sport

Basket Lo scudetto della Virtus Bologna

(La festa dei giocatori della Virtus Bologna col patron Massimo Zanetti)

- di BARTEZZAGH­I, BERGONZI, TOSI

Il patron Zanetti: «Djordjevic? Parleremo con calma» Il coach: «C’è amore in questo gruppo» Teodosic mvp della finale

In alto stat Virtus. Vent’anni dopo il Grande Slam 2001, torna a splendere il sole sulla squadra bolognese che chiude la finale scudetto con un secco 4-0, sfruttando al meglio il primo match ball nella seconda partita dentro la sua Segafredo Arena. È il 16° scudetto della storia della V nera che costringe Milano a vestire un pesante cappotto, spezzando l’imbattibil­ità di coach Messina sempre vincente nelle finali. Era dai tempi dei cannibali di Siena che il titolo non veniva assegnato in 4 partite, tanto per fare capire l’impresa di coach Djordjevic e dei suoi giocatori. Perché, senza scomodare retorica ed enfasi, di vera impresa si tratta pensando alla distanza che divideva le due finaliste fino a un mese fa quando la Virtus entrava nei playoff come terza classifica­ta trascinand­osi i dubbi e i dolori delle partite decisive perse nella stagione mentre l’Olimpia capolista correva verso le Final Four di Eurolega. Il coro per Bucci

Ma nell’ultimo atto si sono ribaltati tutti i parametri su entrambi i fronti e il progetto del patron Zanetti, che ha rilevato il club nel 2017 puntando entro a un quinquenni­o di toccare lo scudetto si è realizzato con un anno di anticipo. La sua festa inizia mentre il pubblico esonda in campo urlando e piangendo mentre si solleva anche un bel coro in memoria di Alberto Bucci: «Potevamo arrivare al titolo due anni prima perché avremmo vinto anche nella stagione passata se non ci fosse stato il Covid - dice Zanetti -. Questo successo mi riempie di grande gioia. Avevo fatto una promessa e l’ho mantenuta, spero sia solo l’inizio. Ora puntiamo a salire in Eurolega. L’emblema di questo scudetto è Pajola, un ragazzo cresciuto da noi, che ha infuso grinta a tutti i compagni». Sull’argomento Djordjevic il patron non si sbilancia: «Il suo contratto è scaduto - chiosa Mister Segafredo -. Ci troveremo per parlare con calma». Djordjevic, al suo primo scudetto, si gode il trionfo con equilibrio: «C’è tanto orgoglio e tanta consapevol­ezza per quello che abbiamo costruito in questi due anni e per i rapporti che si sono instaurati in questa squadra. C’è amore tra di noi - dice quasi sottovoce il coach -. Vincere lo scudetto al primo playoff con 10 vittorie e zero sconfitte (eguagliato il record di Siena 2010) battendo un’avversaria fortissima come Milano fa capire quanto sia straordina­rio questo successo. Abbiamo sempre lottato anche nei momenti difficili, siamo rimasti compatti e uniti in tutte le situazioni». Teodosic, votato Mvp e vincitore per distacco del duello con Rodriguez, sembra uscito da uno shooting fotografic­o: fresco

e luminoso: «Abbiamo giocato due stagioni in una e non era facile all’inizio ritrovare le nostre certezze dopo il lockdown - argomenta il fuoriclass­e serbo - . Tanti infortuni, la frustrazio­ne di un campionato dominato senza finirlo, ci hanno frenato. Poi ci siamo ritrovati dopo la delusione di Kazan. Volevamo riscattarc­i e dimostrare il nostro potenziale. Ce l’abbiamo fatta col gioco di squadra dentro al sistema di coach Djordjevic che ha dato tanti minuti importanti ai giocatori italiani. Pajola è cresciuto così. Ha avuto la fortuna di avere al fianco compagni come me, Markovic e Belinelli dai quali imparare. Lo ha fatto con intelligen­za e adesso è diventato un giocatore importante in questa Virtus».

La cronaca del trionfo si concentra nella ripresa. Milano, con le spalle al muro, rispolvera LeDay e rispedisce in tribuna Tarczewski. Bologna non è fluida, la fame di vincere diventa ossessione, così l’Olimpia con la fiammata di Punter e la sostanza di Datome tocca un paio di +8 (massimo vantaggio milanese nella serie), ma con Pajola che segna e scippa tre palloni la Virtus torna in controllo crescendo forte nell’ultimo quarto come in gara-2 e gara-3. Le triple di Weems, Belinelli e Teodosic fanno partita e scudetto. Per Milano è notte da un pezzo. @RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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CIAMILLO Folla Il selfie di Julian Gamble, 31 anni, con i tifosi in festa
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Il patron Massimo Zanetti e il capitano Giampaolo Ricci, 29, con la coppa dello scudetto in mezzo alla squadra campione d’Italia. Di spalle Milos Teodosic, 34 anni
Il patron e il capitano Il patron Massimo Zanetti e il capitano Giampaolo Ricci, 29, con la coppa dello scudetto in mezzo alla squadra campione d’Italia. Di spalle Milos Teodosic, 34 anni

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