La Gazzetta dello Sport

e la Danimarca alla milanese

Eriksen, Kjaer

- di STOPPINI

Da casa a casa, apri Google Maps e il calcolo è presto fatto: 1.450 chilometri un po’ più su, Christian Eriksen e Simon Kjaer sono di nuovo insieme. Copenaghen da bere, proprio come i due si sono bevuti Milano, arrivati all’Europeo sorseggian­do il drink di uno scudetto e di un biglietto Champions strappato in extremis. Stavolta non c’è un derby a dividerli, ma un sogno a unirli. La Danimarca che spera sotto sotto di ripetere il miracolo del 1992 è nelle facce, nella testa e nei piedi dei due giocatori di Inter e Milan. Oggi pomeriggio qualcosa si capirà, contro la Finlandia. Si capirà già se – per dirla come l’ha spiegata proprio Eriksen in conferenza stampa - la nazionale danese è davvero il «dark horse» di questo Europeo. Il «cavallo scuro», con una traduzione italiana che poco funziona, è un modo per definire quella squadra che non parte tra le favorite del torneo, ma subito dietro, buona potenziale puntata per un intenditor­e delle scommesse.

Punti fermi

«Le aspettativ­e sono alte, possiamo essere la sorpresa, vogliamo dimostrare quello che sappiamo fare», ha spiegato Eriksen. Sembra una frase fatta apposta per descrivere la sua stagione all’Inter: aspettativ­e alte, alla fine il suo ingresso tra i titolari è stato l’effetto sorpresa che ha portato i nerazzurri al trionfo. «Ma non mi volto indietro, la mia testa è concentrat­a solo sul futuro». Sguardo su Kjaer, sorriso tra i due. Christian e Simon sono amici veri. A Milano si frequentan­o spesso, seppur con una pandemia di mezzo non sia semplice. Kjaer per Eriksen è stata la persona con cui riflettere, quando le cose non andavano per il verso giusto. Da Brera a Citylife ci sono dieci minuti di auto, sì e no. Uno a casa dell’altro, a consigliar­si, a capire che cosa non andasse, come e dove migliorare. Obiettivo centrato. Qui i due non si discutono neppure, sono i riferiment­i assoluti. Hanno un cammino parallelo, in nazionale. Tanto per rendere l’idea: oggi Eriksen gioca la partita numero 109 con la maglia della Danimarca, quarto giocatore di sempre, staccando Helveg a quota 108. E mica solo Helveg: a 108, oggi, arriva lo stesso Kjaer. Sono le colonne di una squadra di cui parla pure il principe Federico di Danimarca, che ieri mattina si è fatto un giro alla Fan Zone di Ofelia Plads, come se nulla fosse, salvo poi mettersi in pantalonci­ni e maglietta per sfidare a calcio a 5 un certo Michael Laudrup. «La gara con la Finlandia è incredibil­mente importante per il nostro Europeo, iniziare bene sarebbe decisivo», ha detto Kjaer. «E io voglio capire fino a che punto siamo in grado di arrivare – ha aggiunto subito dopo Eriksen -. Se la gente si aspetta tanto da noi, è perché abbiamo giocato un calcio che valeva la pena guardare». Occhio a quel cavallo scuro, allora.

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GETTY Italiani Simon Kjaer, 32 anni (Milan), e Christian Eriksen, 29 (Inter)

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