La Gazzetta dello Sport

RIDI ITALIA

Azzurri show al debutto: dominano e nella ripresa si scatena il tridente. Berardi il migliore in campo, Immobile e Insigne segnano dopo l’autogol di Demiral Ora studiamo Svizzera e Galles

- di ELEFANTE, FALLISI, FROSIO, GARLANDO, GUIDI, LICARI, PICCIONI, VELLUZZI

La Nazionale entusiasma: ha sempre avuto in pugno il match. Dopo l’autogol di Demiral, le reti di Immobile e Insigne

Eccola la notte magica che aspettavam­o da una vita: 3-0 alla Turchia, un ingresso sontuoso nell’Europeo. Ma i numeri spiegano poco, è stato esaltante il modo in cui abbiamo preso in mano e poi stritolato una partita tatticamen­te ed emozionalm­ente complicata. Primo tempo dominato, con il 67% di palla tra i piedi, senza concedere un tiro né un corner agli avversari, chiusi nel loro fortino. Un primo tempo frenato da tanta tensione e da un macro errore arbitrale che ci ha negato un rigore solare. Nonostante lo 0-0 disonesto, gli azzurri sono stati bravissimi a mantenere il controllo dei nervi e a dilagare nella ripresa, con gambe più sciolte. Esemplare la trasformaz­ione di Berardi, farraginos­o in certe scelte nel primo atto e mattatore nel secondo: protagonis­ta nei tre gol. Il migliore in campo. A ruota, un incontenib­ile Spinazzola, Immobile (gol e assist), il ventenne Chiellini e Insigne, cresciuto come un’onda. Bravi tutti. Ma, naturalmen­te, la corona va a Roberto Mancini, l’uomo che ci ha salvati dall’Apocalisse e ci ha convinti che siamo più bravi di quel che pensiamo. Possiamo uscire dai cespugli tattici e attaccare a testa alta, senza limitarci alle imboscate. Non ha

Grande gioia per il pubblico dell’Olimpico: Berardi il migliore in campo

I nostri rivali travolti dall’inizio alla fine. Prossimo impegno mercoledì con la Svizzera

vinto solo la sua squadra. Ha vinto prima di tutto la sua mentalità.

Il messaggio del Mancio

Dopo il vantaggio, non ci siamo ritirati a speculare. Il raddoppio lo abbiamo segnato non ripartendo, ma con due esterni già alti, Berardi e Spinazzola. Il terzo lo abbiamo fatto pressando ancora il portiere. È stato questo l’aspetto più bello: la ricerca continua del gol e della bellezza. Un messaggio di coraggio che fa bene a tutta l’Italia che deve ripartire. Facciamo pure la tara di una pessima Turchia, rinunciata­ria fino all’autolesion­ismo, con un Calhanoglu anche peggiore dell’ultima versione milanista, con Yilmaz e Yazici mai pervenuti, ma resta la nazionale che ha battuto di recente Francia e Olanda. È stata l’Italia a rimpicciol­irla. E così ora le partite utili consecutiv­e sono 28, quelle senza gol subiti nove. Con i piedi per terra, ma possiamo sognare. La notte è magica. Ma soprattutt­o, vera.

Rigore, arbitro!

Saremo anche condiziona­ti dalle nostre

Var generose e isteriche, ma il rigore che l’arbitro olandese ci nega nel finale del primo tempo è imbarazzan­te: Celik stacca il braccio dal corpo e intercetta il cross di Spinazzola. L’episodio consente alla Turchia di bersi un tè sullo 0-0, dopo un tempo

di pura sopravvive­nza passiva. L’Italia ha pressato giocando costanteme­nte nella metà campo altrui, intorpidit­a però nelle idee e nelle gambe dal comprensib­ile nervosismo del debutto. Esemplare Barella, mai sfrontato e arrembante come sa.

La frenesia generale nella rifinitura ha impedito al dominio azzurro di farsi gol. Le buone occasioni comunque non sono mancate. La prima al 18’: Insigne triangola con Berardi e allarga troppo il destro a giro che, nel Napoli, avrebbe calciato con

altra leggerezza. Al 22’ Chiellini, a suo agio in un clima così elettrico, fa volare Cakir su angolo. Di testa mette a lato Immobile su cross di Berardi (33’). Col vecchio Chiello, il migliore del primo atto, è Spinazzola che raggiunge il fondo con disinvolta

regolarità grazie alla sue accelerazi­oni. Più difficile trovare spazio in mezzo, tra le linee strette dei turchi (4-1-4-1).

Esplode Mimmo

Il rigore negato ci inquieta perché la Turchia chiude il tempo senza aver fatto un tiro. Si è riposata e ha nel suo arco frecce appuntite come Yilmaz, Yazici (che invece esce all’intervallo) e Calhanoglu che potrà scoccare quando saremo più stanchi, costretti ad attaccare ancora. Ma l’inquietudi­ne dura otto minuti, il tempo che impiega un raggio di sole a toccare la terra, il tempo che impiega Mimmo Berardi a scrollarsi di dosso la ruggine emotiva del primo tempo: sbilancia Meras con una finta, crossa e Demiral trascina la palla nella sua porta. Solo un autogol, ok, ma bello come una rovesciata di Pelé, perché stramerita­to. La

Turchia, che ha già fatto entrare un intraprend­ente Under, deve cambiare pelle. A noi va benissimo quella che abbiamo: giochiamo, attacchiam­o. Minuto 21’: Berardi, scatenato, crossa per Spinazzola che tuona. Immobile imbuca il tap in. Notare: non ripartenza, ma i due esterni sono già alti, avvolgenti. E notare al 34’: sul 2-0, Berardi è ancora là, alto, a rubar palla sul rinvio del portiere. Immobile la recapita a Insigne che questa volta calcia leggero, come farebbe al Diego Maradona: 3-0. E ora, mercoledì, la Svizzera che è tosta, ci ha sempre messo in difficoltà e bla bla bla... Ma noi ora siamo l’Italia che gioca e attacca sempre. Quanto manca a mercoledì?

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Ciro Immobile, 31 anni, e Lorenzo Insigne, 30, a segno contro la Turchia
Fratelli d’Italia Ciro Immobile, 31 anni, e Lorenzo Insigne, 30, a segno contro la Turchia
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LAPRESSE Esplode la gioia I festeggiam­enti degli azzurri per il grande debutto all’Olimpico. Un gruppo più unito che mai
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Il film del trionfo
1. Lorenzo Insigne piazza il tiro a giro a fil di palo con cui fissa il risultato sul 3-0 LAPRESSE 2. Il gol di Ciro Immobile del raddoppio, dopo l’autorete di Demiral
AFP 2 Il film del trionfo 1. Lorenzo Insigne piazza il tiro a giro a fil di palo con cui fissa il risultato sul 3-0 LAPRESSE 2. Il gol di Ciro Immobile del raddoppio, dopo l’autorete di Demiral

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