La Gazzetta dello Sport

Pajola: «Sasha è stato fondamenta­le La Nazionale? Sarebbe fantastico»

Belinelli col sigaro in stile Nba: «Lacrime come per il titolo con gli Spurs»

- INVIATO A BOLOGNA a.to. @RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Marco Belinelli maneggia il sigaro, simbolo del trionfo ai tempi della Nba: «L’ho fumato quando ho vinto il titolo con San Antonio ed è giusto che lo ripeta oggi. Anche stavolta, come allora, ho pianto lacrime di gioia mentre i tifosi mi nascondeva­no - dice Beli -. Sono venuto per vincere, mi mancava tanto dopo alcune stagioni senza successi. Ho vinto con la Fortitudo, ho vinto con gli Spurs e ho vinto qui, al primo colpo. Sentivo che l’adrenalina cresceva e quando succede per me è buon segno. Non era scontato questo epilogo. Sono arrivato a dicembre fuori forma. Ci ho messo tempo per allinearmi alla squadra. È stata una crescita continua anche dentro a qualche passaggio a vuoto. Sentivo che potevamo svoltare e dopo il successo di gara-1 a Brindisi ho visto una squadra pronta per conquistar­e lo scudetto. Non era facile battere Milano, lo abbiamo fatto col gioco di squadra e con una grande difesa guidata da Markovic e da Pajola che ha scatenato anche me che certo non brillo come difensore. Questo deve essere il primo passo per salire sempre più in alto nei prossimi anni. Con Teodosic formiamo una bella coppia, dentro e fuori dal campo. Ci troviamo a bere il caffè... ovviamente Segafredo».

Il marine

Stefan Markovic è carico: «Non abbiamo mai smesso di lottare anche quando tutti ci davano per morti - dice il gemello di Teodosic -. È questo il

segreto del nostro successo». Ale Pajola ha il sigaro in bocca quasi volesse camuffare i suoi 21 anni: «Le parole del patron Zanetti mi riempiono di orgoglio, non me le aspettavo e per me sono lo sprone a continuare così sorride il nuovo “marine” della Virtus -. Ho la fortuna di giocare in una grande squadra, con grandi compagni. Ha ragione Teodosic: da campioni come lui si può solo imparare. Ma devo sottolinea­re il lavoro che ha fatto per me coach Djordjevic, non solo per l’aspetto tecnico ma soprattutt­o per quello mentale. La sua ossessione mi ha aiutato a crescere in difesa e a curare ogni parte del gioco. Per me Sasha è stato fondamenta­le. La Nazionale? Non so se sarò convocato ma sarebbe fantastico». Milano si arrende all’evidenza con stile e qualche rimpianto: «Compliment­i alla Virtus. Noi siamo arrivati alla finale in debito di energie fisiche e mentali» si congeda dalla stagione coach Messina.

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Alessandro Pajola, 21 anni, con Kyle Hines, 34. Il play bianconero ha vissuto una finale da grande protagonis­ta. In gara-4, ben sette palle recuperate e 4 assist
CIAMILLO Il simbolo della nuova era Alessandro Pajola, 21 anni, con Kyle Hines, 34. Il play bianconero ha vissuto una finale da grande protagonis­ta. In gara-4, ben sette palle recuperate e 4 assist

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