La Gazzetta dello Sport

I più forti della

DJOKOVIC-TSITSIPAS GENERAZION­I CONTRO CACCIA GROSSA AL TRONO VACANTE

- di Riccardo Crivelli

Uscito di scena Nadal, oggi alle 15 si sfidano a Parigi il n. 1 Atp e quello della Race 2021. Per il serbo 18 Slam, il greco è alla prima finale

Restaurazi­one o rivoluzion­e? Quando il sovrano cade, si strappa una pagina di storia e se ne scrive un’altra. Soprattutt­o al Roland Garros, dove una sconfitta in semifinale di Nadal non si era mai vista prima. I tifosi, al solito tutti dalla sua parte nella sfida con Djokovic, lo avevano accolto con uno striscione inneggiant­e a Rafa XIV, il Re Sole, mai immaginand­o che il signore assoluto di questi campi potesse scendere dal trono. Ecco perché il successo di venerdì di Novak non rappresent­a soltanto una delle partite più esaltanti della sua carriera, ma si abbellisce del gusto prezioso di un’impresa fuori dall’ordinario, malgrado la già conclamata, leggendari­a grandezza del serbo. Ed ecco perché lo Slam parigino può davvero segnare lo spartiacqu­e tra la vecchia e la nuova era: per la prima volta dagli Australian Open 2020, in campo c’erano tutti i Big Three (anche se dalla stessa parte del tabellone) e per la prima volta un Next Gen, cioè l’altro finalista Tsitsipas, si presenterà sul campo con il primo posto nella Race, dunque con il miglior rendimento di stagione, e la conseguent­e ambizione di non essere soltanto il valletto di un’altra festa di un fenomeno della generazion­e dorata.

Il riposo del guerriero

All’ultimo atto e alle sue implicazio­ni temporali, in verità, Djokovic ha rivelato di voler pensare solo da stamattina: «Quando batti Nadal sulla terra del Roland Garros devi festeggiar­e. E la mia festa è relax e riposo, senza mettermi pressioni per la sfida contro Stefanos fino a poche ore prima di entrare nello spogliatoi­o». Portato al quinto set da un favoloso Musetti, impegnato per più di tre ore da Berrettini e poi coinvolto nell’epico duello con Nadal, Nole è rimasto in campo esattament­e un’ora e mezza in più (16 ore e 42’ contro 15 ore e 12’) dell’avversario, che ha anche 11 anni di meno: «Non è la prima volta che gioco una semifinale durissima in uno Slam e poi devo tornare in campo a meno di 48 ore — analizza il Djoker — ma credo di aver dimostrato in carriera che le mie capacità di recupero sono piuttosto buone. Ovviamente il mio fisioterap­ista cercherà di fare tutto il possibile per restituirm­i freschezza atletica, ma ho giocato abbastanza tennis qui per non aver bisogno di allenarmi troppo. So cosa devo fare». Contro Tsitsipas, a ottobre, vinse una seminale asperrima in cinque set e un mese fa lo ha sconfitto in tre duri set nei quarti di Roma, ma una finale Slam ti proietta in un altro mondo: «Per lui sarà la prima, un grande traguardo, però sono sicuro che non vorrà fermarsi lì ed anzi avrà tanti stimoli e niente da perdere. È in gran forma, è primo nella Race e ha avuto i migliori risultati complessiv­i. È maturato molto e la terra è la sua superficie preferita. So che sarà un’altra dura battaglia».

La cabala

Per affrontarl­a, Stefanos potrà affidarsi, oltre che alle sue armi tecniche, anche alla cabala. Nadal perse la prima volta a Parigi nel 2009 da Söderling, che poi andò in finale e la perse contro Federer, che ha il rovescio a una mano. Nel 2015, sei anni dopo, fu sconfitto da Djokovic, a sua volta finalista sconfitto da un altro interprete del rovescio classico, Wawrinka. Trascorsi altri sei anni, nel 2021, si è arreso di nuovo a Nole, che all’ultimo atto affronterà un altro giocatore con il rovescio a una mano. Ovviamente, a Tsitsi servirà molto di più di una curiosa statistica per entrare nei meccanismi tecnici del più forte giocatore del mondo, ma di tutti i nuovi virgulti sembra quello più attrezzato mentalment­e a sostenere l’urto di una sfida gigantesca, dall’alto delle 39 partite vinte in stagione, di cui 22 sulla terra (entrambi record): «La finale è un sogno, il Roland Garros è il mio torneo preferito e lo era pure del mio primo allenatore: coincideva sempre con gli ultimi giorni di scuola e io trovavo sempre una scusa per uscire prima e correre a casa a guardarlo in tv. Ma non ho certo intenzione di fermarmi qui: noi giovani dobbiamo solo inchinarci davanti ai risultati che hanno ottenuto i Big Three, hanno reso il nostro sport popolariss­imo e lo hanno portato a un livello incredibil­e, ma io credo che la mia generazion­e adesso sia pronta ad affrontare questa grande sfida. Giocherò la partita più importante della mia vita contro il numero uno del mondo: ecco perché amo quello che faccio». Ma nell’Olimpo del rosso ci sarà posto per una sola divinità

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 ??  ?? Uomini da record Novak Djokovic, a sin., può diventare il terzo giocatore di sempre a vincere tutti gli Slam almeno due volte, Stefanos Tsitsipas il primo greco a vincerne uno
Uomini da record Novak Djokovic, a sin., può diventare il terzo giocatore di sempre a vincere tutti gli Slam almeno due volte, Stefanos Tsitsipas il primo greco a vincerne uno

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