E Mourinho si commuove: «Ho pianto Ma Dio stava guardando la partita...»
UN ALTRO SCUDETTO: SI STRINGE ATTORNO A ERIKSEN E LUI SORRIDE IN CHAT
Contatti costanti tra Milano e Copenaghen, non solo tra gli staff medici: i messaggi e le foto tranquillizzano club e compagni
● (cont.) José Mourinho, tecnico della Roma e allenatore di Christian Eriksen al Tottenham per poco più di un mese a fine 2019, è intervenuto ai microfoni di TalkSport parlando del giocatore danese e della grande paura vissuta a Copenaghen sabato sera. Lo Special One, visibilmente commosso, ha raccontato il suo stato d’animo nei momenti drammatici di DanimarcaFinlandia: «Non riesco a smettere di pensare a quello che è successo. Penso che questo sia un giorno da festeggiare, non per essere tristi. Per fortuna il calcio è andato in una direzione precisa con più organizzazione, protocolli, livello dei medici e degli specialisti. E credo anche che
Dio stesse guardando il calcio in quel momento. Il tutto, messo insieme, ha permesso a Christian di restare con noi, con la sua famiglia, di essere vivo. Tutto questo è molto più importante del calcio, ma allo stesso tempo credo che abbia mostrato anche i buoni valori del nostro sport. L’amore, la solidarietà, lo spirito di famiglia. Non si trattava solo della sua famiglia, ma della famiglia del calcio. Questo sport unisce le persone». Un anno e mezzo fa l’ex allenatore interista aveva accettato la decisione del danese di andare a Milano, ma già all’epoca aveva apprezzato educazione e professionalità di Eriksen. E adesso, mentre buone notizie arrivano dall’ospedale, ha aggiunto con una certa emozione: «Io ho pregato, ho pianto, come credo l’abbiano fatto in milioni nel mondo. E alla fine possiamo festeggiare perché Christian è vivo. Non ho parlato con lui, ma con Pierre-Emile Hojbjerg (suo compagno in nazionale e altro calciatore del Tottenham, ndr) e Pierre è molto positivo su Christian. Le notizie sono buone, quindi penso che sia un momento per festeggiare». pure Christian ha attraversato la Manica ed è venuto in Italia, il centravanti belga è stato il primo ad accoglierlo alla Pinetina usando l’inglese. Prima di giocare contro la Russia, in tv davanti a Danimarca-Finlandia, Romelu si è abbandonato a un pianto liberatorio e ha pregato per l’amico in lotta tra la vita e la morte, poi ieri si è sentito rassicurato dai messaggi ricevuti in chat. Ashley Young, altro reduce dalla Premier, è uno dei migliori amici del danese nello spogliatoio nerazzurro: sono arrivati a Milano praticamente insieme, nel gennaio del 2020, e si sono fatti forza a vicenda. L’esterno ex Manchester era tra i più commossi, esattamente come Stefan de Vrij, spalla in innumerevoli discussioni felici. Con il difensore olandese il numero 24 si è sempre dilettato nell’uso dell’amata lingua olandese: l’ha appresa ai tempi dell’Ajax e non ha mai voluto perderla. Se poi c’è qualcosa che sfugge nella lingua di Dante, invece, allora i consulenti di Christian sono sempre stati Nicolò Barella e Alessandro Bastoni: non solo compagni di squadra, ma pure insegnanti di italiano.
Tra gli altri, ieri è pure arrivato il messaggio pubblico carico di ottimismo di Milan Skriniar, intervenuto alla vigilia del debutto Europeo contro la Polonia di Lewandowski: «Abbiamo visto l’episodio qui con i ragazzi ed eravamo molto spaventati. È stato qualcosa di terribile, anche io avevo troppa paura. Sono contento che Christian stia bene, almeno i primi messaggi che ci ha mandato lo suggeriscono. E che alla fine sia andata così: credo che tornerà sui campi di calcio quanto prima». Presto per dirlo, ma di certo lo aspetta Milano: in fondo, non è poi così lontana da Copenaghen.
HA DETTO
È stato terribile quello che è accaduto a Christian, credo che tornerà presto sui campi