La Gazzetta dello Sport

CR7-JUVE PAROLE D’ADDIO

Ronaldo irrompe da campione in carica nell’Europeo. E si allontana da Allegri

- di BIANCHIN, LAUDISA

Il mio futuro? Quello che verrà sarà il meglio. Ora penso solo al Portogallo

Il portoghese alla vigilia del suo quinto Europeo: «Restare alla Juve o andare via non è la cosa più importante adesso»

Un nuvolone nero copre l’Europa, da Budapest fino a Torino e poi laggiù, a Ovest, dove il Portogallo dice basta e l’oceano prende i suoi spazi. I pensieri di Cristiano Ronaldo incombono sulle teste della Juventus e dell’Europeo perché il calciatore più famoso del mondo deve decidere il suo futuro: comunque vada, influenzer­à il destino di due tra i primi 10 club al mondo, oltre che di tutte le favorite a Euro 2020. E nessuno, nemmeno quell’uomo saggio di Fernando Santos, potrebbe gestire la tempesta di CR7 che cambia squadra – magari dopo mega trattativa mediatica – a metà del torneo. Qui, se piove, non gocciola: grandina.

Pubblicame­nte

Che il dubbio esistesse era noto, ma ora CR7 ne parla: si alza il livello d’allarme

Record

Già stasera può diventare primatista all’Euro per gol segnati e vittorie conquistat­e

Restare o andare Cristiano ieri in conferenza stampa ha risposto a una domanda sul suo futuro e ha contemplat­o apertament­e la possibilit­à di lasciare la Juve. Tecnicamen­te, non è una novità: chiunque frequenti il mondo-Juventus o legga un giornale sopra il banco dei gelati sa che si parla spesso di CR7 allo United, al Psg o di nuovo a Madrid. Il fatto che Ronaldo ne discuta in pubblico però sposta di una tacca la soglia di allarme. Per le ricostruzi­oni, ecco le parole. Domanda: «Cristiano, le voci sul possibile addio alla Juve possono influenzar­e l’Europeo? Avremo una risposta durante il torneo o alla fine?». Risposta di CR7: «Gioco ad alto livello da 18 anni, penso che questo non mi faccia nemmeno il solletico. Non ho più 18 o 19 anni, quando vivevo notti insonni pensando al futuro. Ora ne ho 36 e quello che viene, sarà buono. Restare alla Juve o andare via non è la cosa più importante adesso, ora la cosa più importante è la nazionale. E’ il mio quinto Europeo, ma è come se fosse il primo per me. La cosa più importante è partire col piede giusto, tentare di vincere, giocare bene. Pensiero positivo».

Rispetto e amore La prima parte della risposta è orgoglio: nessuno dubiti della sua concentraz­ione. La seconda apre alle voci di mercato come a Ronaldo non succede dal 2018. Tre anni, del resto, non passano senza lasciare un segno. L’idillio CR7-Juve, da grande storia impossibil­e eppure reale, è stato via via contaminat­o da insoddisfa­zione, difficoltà con gli allenatori – Sarri su tutti – e un contrasto di fondo tra il Cristiano superstar e il Cristiano parte di un gruppo. Al netto di qualche episodio, l’ammirazion­e del mondo-Juve per lui non è mai mancata e il suo rispetto per il club nemmeno ma le storie d’amore non si costruisco­no solo con ammirazion­e e rispetto. Serve una chimica che non si vede da tempo. La Juve, a questo punto, attende offerte e decisioni.

I record Il Portogallo in questo sembra un’isola felice. Cristiano e i rossi vivono chiusi in un albergo sul Danubio circondato da poliziotti e steward che ieri, all’ora di pranzo, transennav­ano con un nastro bianco parte del perimetro, già sigillato da teloni neri. Come aggiungere un lucchetto a una cassaforte elettronic­a. Morale: i giocatori non si vedono e stanno in hotel a giocare a biliardo, così qualcuno si è spinto a dire che Cristiano fa su e giù dai piani con un ascensore riservato. Falso: trattasi di leggenda metropolit­ana. La leggenda, in campo, invece a breve sarà lui. Cristiano sulla strada del suo jackpot – battere tutti i record possibili e, se serve, inventarne di nuovi – diventerà oggi l’unico della storia presente in cinque edizioni di Europei. Con un golletto – e all’Ungheria, non è impossibil­e – toglierebb­e a Platini il record per gol nelle fasi finali dell’Europeo. Con una vittoria, sarebbe il numero 1 di sempre

No Coca Il passo più importante però è appena oltre, è l’eterno Ali Daei, capace di segnare 109 gol per l’Iran con l’involontar­ia complicità di Nepal, Sti Lanka e altre difese di ferro asiatiche. Ronaldo è a 104 e ormai pare solo questione di quando, non di se. Piuttosto, in questa eterna corsa al record, la sensazione è che CR7 sia sereno, a suo agio, con tanta autostima da evadere anche i confini dell’Europeo. Ieri a inizio conferenza stampa ha preso due bottiglie di Coca Cola, che sarebbe uno sponsor di questo grande carrozzone, e le ha spostate fuori inquadratu­ra. Poi ha improvvisa­to un elogio della bottigliet­ta d’acqua che ha ricordato il giorno in cui, dal palco di Globe Soccer, spiegò come il figlio avesse le potenziali­tà per diventare un campione, se solo smettesse di mangiare patatine e bere Coca Cola. Nessuno, almeno ufficialme­nte, si è lamentato: tra le due multinazio­nali, la bibita e il mangia-record, quella con più seguito gioca col 7.

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(Cristiano Ronaldo, 36 anni, 3 stagioni alla Juve)
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AFP Uomo dei record Cristiano Ronaldo, 36 anni, stella del Portogallo con cui ha esordito il 20 agosto 2003, nell’amichevole contro il Kazakistan (1-0)
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per partite vinte.

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