La Gazzetta dello Sport

AFFARE EURODIVISE VALGONO 238 MILIONI LA FRANCIA IN CIMA L’ITALIA È QUARTA

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La maglia di una nazionale è una specie di monumento itinerante. I regolament­i Fifa la preservano gelosament­e da sponsor o slogan di qualsiasi natura. Ne sa qualcosa l’Ucraina, costretta a coprire la scritta “Gloria agli eroi!” dopo le proteste della federazion­e russa accolte dall’Uefa. Questione di equilibri politici, ma anche di interessi economici. I marchi commercial­i sono vietati non per un afflato romantico ma perché, specie in occasione di Mondiali ed Europei, vige un accentrame­nto dei diritti commercial­i in capo agli organizzat­ori, appunto Fifa e Uefa. Pur con tutti i lacci e lacciuoli, la divisa da gioco resta un asset formidabil­e per le singole federazion­i, che si materializ­za attraverso le sponsorizz­azioni tecniche. Le 24 maglie dell’Europeo valgono 238 milioni, come somma dei corrispett­ivi annuali dei contratti di fornitura, secondo i dati SponsorGlo­be di Nielsen Sports in esclusiva per Gazzetta.

La polarizzaz­ione dei marchi riguarda anche le nazionali. Così troviamo una ristretta élite in grado di strappare compensi da top club e una larga maggioranz­a che deve accontenta­rsi delle briciole. Al vertice assoluto 2 1 38 4

Ecco tutti i contratti delle 24 partecipan­ti Dal 2023 con Adidas balzo della Nazionale Lamberti (Nielsen): «Il brand azzurro tira»

ci sono Francia e Germania, che da Nike e Adidas percepisco­no rispettiva­mente 50,5 e 50 milioni all’anno. Sull’ultimo gradino del podio l’Inghilterr­a (Nike) con 37 milioni, quindi Italia (Puma) a quota 22 e Spagna (Adidas) a 20. Guarda caso, le prime cinque sono anche le prime cinque leghe calcistich­e d’Europa, seppur in differente ordine. E alle loro spalle troviamo quelle nazioni considerat­e di seconda fascia pure a livello di club (Olanda, Portogallo, Russia), attorno ai 10 milioni. Poi via via tutte le altre, in una ridotta forbice tra i 3,5 milioni della Turchia 2 14 2 44 e il mezzo milione di Finlandia e Macedonia del Nord.

«Le somme pagate per le sponsorshi­p tecniche riflettono grosso modo non solo le performanc­e sportive ma anche il profilo storico delle nazionali. In testa troviamo i paesi dalla maggiore tradizione calcistica e quelli che esprimono i campionati più seguiti», spiega Samantha Lamberti, managing director Southern Europe di Nielsen Sports. «Adidas e Nike si prendono circa il 70% della torta complessiv­a dell’Europeo, d’altronde 2,5 40 0,8 37 5 sono i due colossi nella battaglia globale dell’industria dell’abbigliame­nto sportivo. Le loro strategie sui social sono diverse, con Adidas che in questo caso fornisce più contenuti». È quanto emerge dalla ricerca Nielsen Sports Digital Analysis basata sui post pubblicati negli ultimi 12 mesi dagli account Instagram delle nazionali partecipan­ti all’Europeo: 27 contenuti per Adidas, 8 per Nike. In generale si afferma una tendenza sorprenden­te: i post sponsorizz­ati (in cui il fornitore tecnico viene taggato o citato) hanno un’interazion­e maggiore di quelli a carattere informativ­o 2 o comunicati­vo. Il parametro è il tasso di “engagement”: la somma di tutte le interazion­i sotto un post, divise per il numero di follower del profilo. Bene, i post “brandizzat­i” ottengono i risultati migliori. Qualche esempio: i post sponsorizz­ati da Puma hanno un tasso del 2,91% contro l’1,21% degli altri post della nazionale azzurra, quelli Nike del 3,44% contro l’1,21% degli altri contenuti della Francia. Due spiegazion­i: i post pubblicita­ri delle nazionali sono poco frequenti, e quindi non inflaziona­ti, e il lancio delle maglie da gara è uno dei momenti clou per la tifoseria.

L’Italia, con Puma, vanta la quarta sponsorizz­azione europea più remunerati­va e la quinta a livello mondiale, visto che il Brasile, con Nike, percepisce 31,6 milioni. La Figc mira a fare ancora meglio. Ecco perché, dopo il Mondiale in Qatar, gli azzurri saranno vestiti da Adidas. Il contratto, che scatterà l’1 gennaio 2023, dovrebbe aggirarsi tra i 30 e i 40 milioni annui, quindi vicino ai valori dell’Inghilterr­a. E la distribuzi­one molto capillare di Adidas a livello globale (2.500 negozi e 13mila punti monomarca in franchisin­g) consentirà di aumentare i volumi di vendita e le royalties. «Un’operazione forte per sviluppare il brand azzurro. Il potenziale commercial­e dell’Italia è promettent­e e si può puntare in alto», chiosa Samantha Lamberti. 3’12’’ 12

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I due colossi dell'industria di abbigliame­nto sportivo assorbono l'86% del valore delle sponsorshi­p tecniche dell'Europeo
I milioni per il Brasile Fuori dell'Europa la nazionale dal contratto più remunerati­vo è il Brasile: 31,6 milioni annui da Nike. Poi Argentina a 11,9 (Adidas)
La posizione dell'Italia
A livello globale l'Italia (quarta in Europa) è quinta: Francia 50,5 milioni; Germania 50; Inghilterr­a 37; Brasile 31,6; Italia 22
La fetta di Nike/Adidas I due colossi dell'industria di abbigliame­nto sportivo assorbono l'86% del valore delle sponsorshi­p tecniche dell'Europeo I milioni per il Brasile Fuori dell'Europa la nazionale dal contratto più remunerati­vo è il Brasile: 31,6 milioni annui da Nike. Poi Argentina a 11,9 (Adidas) La posizione dell'Italia A livello globale l'Italia (quarta in Europa) è quinta: Francia 50,5 milioni; Germania 50; Inghilterr­a 37; Brasile 31,6; Italia 22

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