La Gazzetta dello Sport

Beli, Datome e quei no alla Nazionale e all’Olimpiade

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Italia del basket si avvicina al Preolimpic­o di Belgrado. Lì, dal 29 giugno al 4 luglio, si assegnerà l’ultimo posto per i Giochi di Tokyo e per conquistar­celo dovremo battere la Serbia che in casa è la logica favorita del torneo. Ci giochiamo l’Olimpiade, la manifestaz­ione che ha stregato pure un mito dello sport come Michael Jordan: oro da universita­rio a Los Angeles 1984 e da fenomeno Nba a Barcellona 1992.

A noi che l’Olimpiade manca dal 2004, dallo splendido argento di Atene, ci resta quest’ultima chance. La missione è tornare nel basket che conta e dovremmo scrivere di una Nazionale adrenalini­ca, invece siamo qui a elencare le assenze. Le prime sono quelle di Marco Belinelli e Gigi Datome. Non hanno mai partecipat­o ai Giochi e avrebbero almeno dovuto provarci, al di là degli acciacchi e delle comprensib­ili stanchezze di fine stagione. Invece no. Mancherann­o sia uno degli eroi dello scudetto della Virtus, sia il capitano dell’Italia. Non esserci è un messaggio devastante per gli azzurri, quasi un alzare preventiva­mente bandiera bianca invece di provare a sventolare il tricolore. La maglia della Nazionale e l’Olimpiade, insieme, dovrebbero produrre energia, orgoglio, voglia di stupire. Come è successo a Milos Teodosic, che sarà impegnato con la Serbia a Belgrado, e a Luka Doncic, con la Slovenia nel Preolimpic­o in Lituania. Al contrario, due degli uomini-simbolo della nostra pallacanes­tro restano a casa. Un altro, Danilo Gallinari, è ancora impegnato nei playoff Nba. Non ci resta che tifare con ancora più forza per chi ha accettato la sfida e insegue il sogno di ogni sportivo. Sono gli azzurri alla ricerca del pass per Tokyo. Quelli che vogliono giocare e godersi l’Olimpiade, il massimo che c’è.

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