Berrettini, l’azzurro in più «Adesso missione Tokyo»
BERRETTINI E I 4,7 MILIONI RIMASTI INCOLLATI ALLA TV «LI VOGLIO ANCHE AI GIOCHI» A Wimbledon super ascolti per Matteo, entrato nel cuore degli Italiani «Bella la popolarità, ma l’ho meritata. Prima di Tokyo stacco un po’»
C’è un filo che lega la vittoria dell’Italia agli Europei alla sconfitta di Berrettini a Wimbledon, che però tanto sconfitta non è perché come dice il presidente Mattarella, «vincere un set nella finale con quella rimonta è già una vittoria». Il capo dello Stato riceve in regalo da Matteo una racchetta, e in cambio ne riceve una promessa: «La prossima volta cercherò di arrivare con il trofeo che conta di più». Il presidente della Fit Binaghi lo definisce il ragazzo della porta accanto, «uno che si è costruito giorno dopo giorno». E che ha rapito il cuore di tutti. Tutti sono pazzi per Berrettini: la partita contro Djokovic, la prima finale di sempre di un italiano nel tempio di Wimbledon, è stata seguita da 4.737.000 spettatori: 1.523.000 con l’11% di share sui canali sportivi di Sky Sport cui si aggiungono i 3.214.000 con il 23.12% di share di Tv8, che è risultato il canale nazionale più visto durante il match, confermando la bontà della scelta di offrire una finestra in chiaro alla sfida dell’eroe azzurro contro il più forte giocatore del mondo. Numeri clamorosi, vicini a quelli del calcio, della Formula Uno, della Moto Gp o delle più grandi imprese olimpiche, che testimoniano la fame di tennis (e soprattutto la fame di un campione che ci facesse rivivere le emozioni esplorate con Panatta 45 anni fa) e la capacità di Berretto di coinvolgere la passione di un Paese intero con le sue imprese ma anche con la sua personalità di ragazzo fenomenale nell’acquisire consapevolezza dalla sua umiltà: «Sono orgoglioso di essere entrato con questa forza nelle case degli italiani».
Matteo, adesso che si ritrova al centro del villaggio, può cambiare l’idea che ha di sé e del futuro che la attende?
«Questi sono i giorni dell’euforia, è comprensibile e non nego che mi faccia un bell’effetto. Ve lo dice uno che per carattere è molto riservato. Ma non dimentico da dove sono partito: certamente non ho cominciato a giocare a tennis per il successo, ma perché mi divertiva. E mi diverte ancora. La sensazione più emozionante che mi porto dentro in queste ore è che me lo sono meritato, e con me la mia famiglia, il mio team e tutti quelli che mi sono sempre stati vicini».
E pensare che a vent’anni, un’età in cui gli orizzonti di uno sportivo di alto livello cominciano comunque a rischiararsi, lei restava convinto di non essere così portato con una racchetta
«Nel 2016 ho capito che con il tennis potevo mangiare, la svolta dopo la semifinale agli Us Open 2019»
in mano. «Alla fine del 2016, però, ho cominciato a fare qualche finale nei Challenger e ho capito che con il tennis potevo mangiare. Ma da lì ad immaginare di arrivare in finale a Wimbledon ce ne passava. Diciamo che il clic è scattato con la semifinale agli Us Open del 2019, quel percorso mi ha dato la consapevolezza di appartenere a un altro livello, che me la potevo giocare anche con i più forti».
Riavvolgiamo il nastro: se potesse rigiocare la partita con Djokovic, cosa cambierebbe?
«Magari scambierei la mia prima finale Slam con le sue 30! Scherzi a parte, non si tratta di ripensare a un colpo particolare, a una tat
tica piuttosto che a un’altra, ma di gestire meglio le emozioni e l’importanza di una partita del genere. Chiaramente in questi casi l’esperienza fa tutta la differenza del mondo, quindi spero di poter giocare tanti altri match di questo livello». 3Ma se le proponessero di tornare in campo domani contro Nole, accetterebbe?
«Subito. Quando affronti un avversario così forte e in un contesto così affascinante, vorresti continuare a rivivere quei momenti. Solo a ripensarci, mi sale di nuovo l’adrenalina».
3Coach Santopadre, però, ha detto che lei adesso ha bisogno di vacanze. Come saranno i prossimi giorni prima della partenza per Tokyo? «Vengo da un mese molto intenso, che mi ha dato grandi soddisfazioni ma mi ha sottratto molte energie. Adesso stacco, che per me significa non pensare per un po’ al tennis. Anche perché ci sono da completare tutti gli adempimenti burocratici per la partenza. Magari leggerò i libri e guarderò i film che mi ha consigliato Stefano... (Massari, il mental coach, ndr)».
3A proposito di Olimpiade: dopo le parole di Mattarella, la responsabilità di rappresentare l’Italia in Giappone decuplica. «Sarà un onore, mi sento molto orgoglioso. Il tennis è uno sport individuale, ma di fronte a certe manifestazioni senti che c’è qualcosa in più che ti spinge. Però spero che questa possa essere la prima e ultima Olimpiade da vivere così». 3Lei è entrato nel cuore di tutti gli italiani mostrando qualità sempre più rare: rispetto, umiltà, educazione. «Mi fa piacere che si noti, ma non voglio che si pensi che mi nasconda dietro una maschera. Io cerco di essere me stesso, mettendo in pratica i valori che mi ha insegnato la mia famiglia. Essere educato e rispettoso qualifica me, non cerco gratifiche, ma mi piace che queste doti vengano apprezzate».
3La sua fidanzata, Ajla Tomljanovic, di fronte alle sue esultanze calcistiche a Wembley, è apparsa piuttosto disorientata: si vede che non è abituata al tifo calcistico... A parte questo, quanto è stata importante nel suo percorso di maturazione? «È stata fondamentale, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo trascorso sostanzialmente nelle bolle. Siamo riusciti a portare la relazione anche dentro le restrizioni. Certamente, come in ogni coppia, ci sono state discussioni e litigi, ma con lei mi confronto su tutto. E io sono migliorato come uomo».