Mattarella: «Avete reso più unito il Paese» Draghi: «Europa fiera»
Il presidente della Repubblica agli azzurri: «Avete meritato il titolo». Al Premier la maglia numero 10
«Non è il giorno dei discorsi, ma degli applausi». Il capo dello Stato non vuole rubare la scena ricevendo la Nazionale di Mancini e Matteo Berrettini. Non c’è bisogno di retorica o di formalismi, la domenica di Sergio Mattarella è lì a raccontare il ruolo dello sport nella vita dell’Italia e degli italiani. Il presidente della Repubblica racconta di quel primo set conquistato da Berrettini, una «rimonta che è già stata una vittoria», poi dell’aereo per Londra, del riscaldamento, di quella vittoria «più grande del risultato», un successo che ha dribblato la montagna di due handicap, lo stadio riempito dai tifosi avversari e quel gol a freddo «che avrebbe messo in ginocchio chiunque». Una vittoria «che rende onore allo sport». Mattarella parla della «rivoluzione» di Mancini, cita capitan Giorgio Chiellini, che ha appena dedicato la vittoria a Davide Astori «che è sempre in cima ai nostri pensieri», spende una parola per Spinazzola che «con le stampelle è riuscito a precedere tutti alla premiazione». E poi dedica un passaggio a Gigio Donnarumma: «Quella seconda parata dell’ultimo rigore ha reso felici milioni di persone. Non soltanto in Italia. E non voglio aggiungere altro...». Un’allusione neanche troppo nascosta a una sorta di vittoria dell’Italia «europea» ai danni del Paese della Brexit.
Pure l’atletica
Anche Draghi parla delle parate, «e che parate» di Donnarumma. E delle «lacrime di Spinazzola» che il premier cita insieme con «lo straordinario spirito e gioco di squadra della Nazionale di Mancini». Draghi, che ospita negli azzurri nel cortile di Palazzo Chigi dove c’è praticamente tutto il Governo, prova a entrare nel perché di questa gioia straripante. Il premier cita il fatto che «aspettavamo questa Coppa da 53 anni, che è quasi un secolo e mezzo che cercavamo di andare in finale a Wimbledon, e che in 13 edizioni non eravamo mai arrivati primi nel medagliere degli Europei Under 23 dell’atletica». Sì, ci sono anche loro, gli ori di Tallinn: Alessandro Sibilio, Gaia Sabbatini, Dalia Kaddari, Simone Barontini e Andrea Dallavalle (idealmente presente anche Nadia Battocletti, che non ce l’ha fatta a raggiungere Roma). Draghi ha voluto la loro presenza esplicitamente. Un segnale di attenzione a tutto lo sport, che Draghi argomenta citando il lavoro di Valentina Vezzali come sottosegretaria allo sport.
«Al centro dell’Europa»
Il premier ringrazia la Nazionale per «averci messo al centro dell’Europa» e sottolinea l’importanza dello sport come «strumento di coesione». Coesione, una parola che ricorre. Coesione significa a volte amicizia, la parola magica citata da Giorgio Chiellini come chiave della vittoria, significa Mattarella che non cita soltanto Mancini ma anche tutto il suo staff, con una parola particolare per Gianluca Vialli, che è rimasto a Londra, dove abita, « che ha saputo – dice il capo dello Stato – esprimere i sentimenti e lo stato d’animo di tutti gli italiani».
Verso Tokyo
Il tema coesione ricorre anche negli interventi di Giovanni Malagò, che spiega cosa ci aspetta a Tokyo e parla dello sport come possibilità di «unità nazionale». Tocca a Gabriele Gravina declinare questo concetto riepilogando questi ultimi, difficili, soffertissimi mesi: «La Nazionale è l’Italia, un Paese ferito che ha voglia di rinascita». Il capo dello Stato riceve due regali, la maglia numero 10 della Nazionale con la scritta Mattarella e una racchetta consegnata da Berrettini con il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi. Che intanto ha già fatto una promessa: «Mi sento di dire che anche il nostro sport nei prossimi anni porterà grande successo e lustro al nostro Paese». Parole che in qualche modo declina a modo suo proprio Draghi. Augurandosi per la prossima Olimpiade di Tokyo altre «notti magiche». Magari una proprio con Berrettini.