Nell’élite domina l’azzurro Kjaer-Maehle, super coppia “italiana”
C’è tanta Italia nella top 11 dell’Europeo. Com’è giusto che sia, perché la squadra vincitrice, a detta di tutti, avversari, tecnici e addetti ai lavori, è stata la migliore. Donnarumma premiato anche dall’Uefa miglior giocatore; Leonardo Bonucci che fa gli straordinari segnando in finale, ma soprattutto è l’unico, fra gli otto giocatori di movimento che hanno disputato tutte le partite della competizione, che non ha subito dribbling. E poi Jorginho, la piovra del torneo con i suoi 25 palloni intercettati. Due i danesi semifinalisti in difesa, il milanista Kjaer non solo per la prontezza che ha salvato la vita a
Eriksen: giù il cappello per il suo torneo “calcistico”. E l’altro “italiano” Maehle, il difensore che ha giocato più palloni in aerea avversaria: Gasperini docet. A fianco di Jorginho, il crac De Bruyne, a un niente dall’essere stato decisivo anche con una caviglia malconcia, se non fosse stato per la manona di Donnarumma. E il baby spagnolo Pedri, primo giocatore europeo di 18 anni o meno nella storia a essere partito titolare in ben 6 partite di una singola edizione fra Europeo e Mondiale. Davanti, assieme alla coppia di capocannonieri Ronaldo-Schick, si piazza Sterling, che ha completato più dribbling (20) e giocato più palloni in area avversaria (45).
Il formato itinerante sfavorisce alcuni, non credo che lo rivedremo in futuro
Aleksander Ceferin Presidente Uefa, in un’intervista alla Bbc