La Gazzetta dello Sport

Benedetta voglia di ridere su quel volo verso Tokyo

- di Michele Ferrante

Anche le linguacce della 16enne Benedetta Pilato e gli occhi illuminati di Margherita Panziera, a pochi passi da una divertita hostess dell’Alitalia, ci spiegano bene cos’è un’Olimpiade. Ieri da Fiumicino sono partiti nuotatori, canottieri e velisti, il primo vero avamposto della spedizione italiana più numerosa della storia. Saranno in 384, molti dei quali danneggiat­i dall’inevitabil­e rinvio dello scorso anno per l’epidemia, e altrettant­i invece favoriti perché hanno avuto la possibilit­à di resettare, recuperare, ripartire. Tutti hanno lavorato sodo con lo stesso obiettivo: arrivare con i loro trolley al gate delle partenze per il Giappone al massimo delle loro possibilit­à, in diversi casi anche dopo aver combattuto contro il virus. Speravano in un’Olimpiade senza mascherine e con stadi e palazzetti pieni, ma alla fine “meglio piuttosto che niente”, soprattutt­o per quelli dell’ultima possibilit­à per una questione di anni che passano senza sconti. Atleti più o meno giovani , con le spalle cariche di tensione e responsabi­lità verso il momento più importante della loro carriera. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: le linguacce di Benedetta e gli occhi illuminati di Margherita, il loro frenetico desiderio di allegria, spensierat­ezza. E di fare gruppo, insieme a migliaia di altri atleti provenient­i da ogni parte del pianeta. In fondo, ma nemmeno tanto, sono solo dei ragazzi che hanno voglia di divertirsi facendo la cosa che più amano.

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Baby La linguaccia di Benedetta Pilato, 16 anni, in partenza per Tokyo

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