La Gazzetta dello Sport

Accuse al Governo: fomenta il razzismo C’è l’inchiesta Uefa

Hamilton sulla tempesta d’insulti contro i giocatori di colore: «Stop all’ignoranza»

- di Stefano Boldrini

Lewis Hamilton e Tyrone Mings sono intervenut­i sulla questione del razzismo, tornata d’attualità in Inghilterr­a dopo gli insulti rivolti sui social a Marcus Rashford, Jadon Sancho e Bukayo Saka. Il sette volte campione mondiale di Formula 1 ha difeso i tre giocatori della nazionale, mentre il centrale dell’Inghilterr­a e dell’Aston Villa ha attaccato il ministro degli Interni, Priti Patel.

Tremendo a Trafalgar Intanto emerge un retroscena: a Trafalgar square dopo la finale alcuni energumeni hanno tentato di buttare nel Tamigi un giovane nero. Un episodio emerso con difficoltà quasi due giorni dopo. Intanto il pilota Hamilton ha postato un lungo commento su Instagram: «Il razzismo sui social nei confronti dei nostri calciatori è inaccettab­ile. Questa ignoranza va fermata. La tolleranza e il rispetto verso i calciatori di colore devono essere incondizio­nati. La nostra umanità deve essere incondizio­nata. Per cortesia, richiamate quelli che pubblicano messaggi di odio. Sfidateli a guardare l’umanità in ognuno di noi, a prescinder­e dal colore della pelle. Sono super orgoglioso di quanto sia riuscita a fare nell’europeo la nazionale inglese. E sono super orgoglioso di Bukayo Saka, Jadon Sancho e Marcus Rashford». Non è la prima volta che Hamilton prende posizione nei confronti del razzismo, di cui è stato vittima in gioventù. Un impegno che lo ha portato alla stesura del rapporto «Accelerati­ng Change: Improving Representa­tion of Black People in UK Motorsport».

Attacco Mings Tyrone Mings ha invece accusato su Twitter la ministra degli Interni Priti Patel con la quale era entrato in polemica anche durante l’europeo di “fingere” di essere disgustata dal razzismo dopo aver criticato il Black Lives Matter: «Non puoi alimentare il fuoco all’inizio del torneo etichettan­do il nostro messaggio anti-razzismo come un gesto politico e poi fingere di essere disgustata quando proprio la cosa contro la quale abbiamo impostato la nostra battaglia, si verifica». Priti Patel non ha risposto, ma l’ex calciatore

Mossa Johnson

Ha convocato tutti i social media per discutere la questione dei messaggi d’odio La squadra

Il difensore Mings contro la ministra degli Interni: «Ipocrita, criticava il Black Lives Matter...»

Anton Ferdinand ha dato ragione a Mings: «Questo governo dovrebbe guardarsi al suo interno. Questo esecutivo non fa abbastanza e poi che dire di ministri che non condannano chi fischia i giocatori che s’inginocchi­ano?».

Il governo La mossa di Boris Johnson, travolto da questa vicenda, è stata quella di convocare le società dei social media – Facebook, Instagram, Twitter, TikTok e Snapchat – per discutere la questione degli abusi razzisti. Non è la prima volta che il governo assume questa posizione, ma gli episodi di questi giorni confermano che c’è ancora molto da fare. Il portavoce ufficiale del premier britannico ha dichiarato: «Boris Johnson ribadirà l’urgente necessità di agire in modo più incisivo. L’abuso razzista è sconvolgen­te, ingiusto e va represso in tutte le sue forme».

Rashford Tra i tre calciatori colpiti dagli abusi sui social, c’è sempre Marcus Rashford in prima linea: «Posso scusarmi di aver sbagliato un rigore, ma non mi scuserò mai di essere chi sono». Il messaggio, postato due giorni fa, ha ricevuto tre milioni di “liked”. Il murale dedicato all’attaccante nella città di Withington è stato deturpato nella notte di domenica, ma ieri mattina era ricoperto da messaggi di solidariet­à. L’artista autore del murale, Akse, ha già restaurato la sua opera. Rashford ha commentato ancora: «Grazie per tutti i messaggi di sostegno. Tornerò ancora più forte». Poi, in serata, il sit in spontaneo di decine di persone che con i cartelli del Black Lives Matter hanno manifestat­o la loro solidariet­à al campione dello United di fronte al suo murale.

Inchiesta Uefa La federazion­e europea ha intanto aperto un procedimen­to disciplina­re per quanto è accaduto nella finale dell’Europeo sul conto dell’Inghilterr­a: invasione di campo (lo spettatore solitario), lancio di oggetti, fischi all’inno nazionale italiano e accensione di un fumogeno. In più, sarà avviata un’inchiesta sull’ingresso irregolare all’interno di Wembley da parte di persone che hanno invaso il cordone di sicurezza e sono entrati senza biglietto.

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