La Gazzetta dello Sport

SCARIOLO «Italia sei una big Pajola un pilastro come nella Virtus»

Il c.t. della Spagna e coach di Bologna guarda ai Giochi ma non solo: «L’oro dipende dagli Usa. Rispetto per Sacchetti»

- di Andrea Tosi

Dal ritiro di Madrid, dove sta preparando la sua terza campagna olimpica con la Nazionale spagnola, Sergio Scariolo si sdoppia per riportare le “furie rosse” a medaglia e, da remoto, costruire una Virtus più forte di quella che un mese fa ha vinto il 16° scudetto.

3Scariolo, iniziamo dall’impegno più vicino: che Spagna vedremo ai Giochi?

«Ho 15 giocatori, ne devo tagliare tre. Sarà una squadra molto matura, tutti i big verranno a Tokyo: Rodriguez, Fernandez, i fratelli Gasol. Ma dietro a loro spingono giovani che hanno fatto bene nelle finestre europee. Ho sensazioni positive».

3Lei ha vinto argento e bronzo ai Giochi. Le manca solo la medaglia più pesante. Ci pensa?

«L’oro dipende da come giocherann­o gli Usa. Hanno una squadra fantastica. Saremmo contenti di tornare sul podio. Ma ci sono squadre molto competitiv­e che possono andare a medaglia: Francia, Australia, Slovenia che ha in Doncic uno dei primi 5 giocatori al mondo, e la Nigeria che è molto pericolosa».

3Non ha citato l’Italia: gli azzurri che hanno sorpreso la Serbia...

«Metto anche l’Italia in quel lotto di squadre che possono fare molto bene. L’ho vista spregiudic­ata e coraggiosa al Preolimpic­o di Belgrado. Ho molto rispetto degli azzurri e faccio il tifo perché vadano avanti il più possibile. Se non fanno danno alla Spagna...».

3Come vede il ritorno di Gallinari?

«Sono sicuro che Sacchetti, un eccellente collega, gli troverà la collocazio­ne giusta. Gallo ha versatilit­à, esperienza e volume fisico. Viene dalla sua migliore stagione Nba. Un’addizione importante per l’Italia».

3Dopo i Giochi si calerà nel campionato che non frequenta da 8 anni. Dovrà riadattars­i rispetto ai tempi di Milano?

«Penso che avrò bisogno di qualche settimana per entrare nel clima della Serie A, che ho lasciato nel 2013, e dell’Eurocup, che non ho mai allenato. Ma in fondo, anche se sono reduce da tre stagioni in Nba, io sono figlio del sistema europeo e allenando la Nazionale spagnola non ho mai avvertito un distacco con quelle che sono le mie origini di allenatore. Poi tornare a Bologna per me è stimolante. È la città del basket e mi piace lo spirito della sua gente».

Alla Virtus oggi mancano play e pivot titolari: c’è un termine per completare la squadra?

«Se aspettiamo la free agency Nba, rischiamo di andare oltre metà agosto. Per ora puntiamo su giocatori che siano immediatam­ente disponibil­i, ma c’è un problema che non immaginavo così profondo: il fatto che la Virtus non partecipi all’Eurolega sta creando forti limitazion­i, abbiamo preso qualche porta in faccia. Del resto Ricci ci ha lasciato per andare a Milano e Melli ha scelto l’Olimpia, lasciando la Nba, perché fa l’Eurolega. Dobbiamo prenderne atto. Per avere più credito dovremo meritarci l’invito a sedere al tavolo buono dei grandi club che giocano il torneo più prestigios­o».

3Qual è il profilo dei giocatori che state cercando?

«La Virtus è una squadra offensiva: perciò cerchiamo un play capace di creare per gli altri ma che sappia difendere. Il pivot deve essere un lungo completo, anche lui forte dietro».

3Ha citato l’Eurolega, ma per tornarci bisogna passare dal

nuovo format dell’Eurocup più restrittiv­o per arrivare alla finale. Come si possono ridurre i rischi?

«L’Eurocup ha scelto una formula stramba: nella prima fase passano quasi tutte poi ci sono ottavi, quarti e semifinali legati all’azzardo di una partita unica. L’aspetto del thrilling ha superato quello tecnico. Per questo stiamo valutando di ampliare il numero degli stranieri senza sfiduciare gli italiani. Faremo delle scelte strada facendo».

3Anche per lei Teodosic sarà il

faro?

«Milos è un giocatore offensivam­ente straordina­rio. Ha scelto di rimanere con noi altri due anni e per farlo rendere al meglio dovremo ottimizzar­ne l’impiego con un lavoro di equipe tra allenatori e preparator­i. Va detto che tanti giocatori che ho contattato mi hanno chiesto se Milos rimaneva per valutare l’ipotesi di venire alla Virtus».

3Cosa si aspetta da Belinelli, il più anziano, e da Pajola, il più giovane?

«Belinelli è un giocatore speciale, unico nel suo genere. Per lui sarà importante fare bene la preparazio­ne estiva che non ha fatto l’anno passato. Vorrei inserirlo in un sistema nel quale il risultato non dipenda necessaria­mente dai suoi tiri. Pajola invece ha una proiezione tremenda: se continua a migliorare, può diventare un giocatore di livello superiore. Sarà un piacere allenarlo».

3Per finire, dovremo aspettarci le guerre stellari con Milano e col suo amico-rivale Messina?

«L’Olimpia ha chiuso il mercato in fretta e molto bene, ha una squadra fortissima. Ma adesso non penso alla sfida con Ettore. Storicamen­te il campionato italiano, al contrario di quello spagnolo al solito fondato sulla rivalità Real Madrid-Barcellona, offre sempre sorprese e novità. L’anno scorso Brindisi avrebbe meritato il primato se non ci fosse stato il Covid. Sarà un campionato comunque aperto e interessan­te. A primavera avremo le idee più chiare sui valori di forza in campo».

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