La Gazzetta dello Sport

«Nel 2022 vogliamo farvi gioire come la Nazionale di Mancini»

- Di

volta ha lasciato la sua sede storica del meraviglio­so centro medievale di Brisighell­a, per spostarsi all’interno del Museo Ferrari di Maranello, con il pilota del Cavallino insignito della scultura dedicata allo sfortunato pilota italiano morto il 10 maggio 1967 in occasione del GP di Monaco.

«Per questo assegnare il premio a Charles, che è il primo pilota monegasco a riceverlo, per noi assume una valenza ancora più importante» racconta Francesco Asirelli, presidente dell’Associazio­ne intitolata al pilota di Barce. Un premio che a partire dal 1992 (il primo a vincerlo fu Ivan Capelli) è stato assegnato a tanti grandi piloti, giovani e meno giovani, e che nell’albo d’oro a oggi vede la presenza di 7 campioni del mondo. «E allora adesso tocca a me provare a diventare l’ottavo - sorride Charles -. Per me è un grande onore riceverlo, momenti così fanno sempre piacere, anche perché è da tanto che non sentivo suonare l’inno di Monaco. Posso promettere che continuerò a lavorare per riuscire a ottenere una

Il monegasco ha ricevuto il premio Bandini: «Ho festeggiat­o pure io gli azzurri. Periodo duro ma credo nel progetto Ferrari e in questa quadra»

vittoria al più presto. Non è un periodo facile, ma so che darò il 200%, sempre tutto me stesso e sono sicuro che lavorando come stiamo facendo adesso le soddisfazi­oni arriverann­o a breve».

La bontà del lavoro di questi mesi a Maranello è un punto sul quale Leclerc torna più volte prima nel momento del discorso di accettazio­ne del premio davanti alle telecamere. «Stiamo faticando in questo momento, è vero, ma il 2022 sarà una grande opportunit­à, la macchina cambierà del tutto e vediamo da dove partiremo la prossima stagione». In questi giorni si sono levate voci su un possibile interessam­ento nei suoi confronti della Red Bull, nonostante Leclerc abbia un contratto fino al 2025 con la Rossa, ma senza toccare direttamen­te l’argomento, il monegasco non mostra dubbi nel giurare amore al Cavallino. «La Ferrari è sempre stata un sogno fin da bambino, l’ho sempre vista vincere. Siamo in un periodo più difficile, però io credo nel progetto, in questa squadra e sono sicuro che avremo delle soddisfazi­oni presto». Anche perché sa bene che portare alla vittoria una squadra italiana sarebbe diverso, come ha potuto accorgersi in questi giorni di sbornia calcistica. «Ero a Monaco, anche lì c’era la pazzia italiana, è stato bellissimo. Credo che su Internet ci sia qualche video di me che salto per festeggiar­e la vittoria. Le emozioni e lo sport in generale fanno parte del dna dell’Italia. Siamo qui per provare a riportare queste emozioni con la Ferrari». Premiato da Leclerc, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna che in questi ultimi mesi ha recitato la parte del leone nell’assicurare all’Italia eventi importanti­ssimi a livello sportivo: dai due GP di F.1 a Imola alla doppietta MotoGP di Misano fino al Mondiale di ciclismo 2020 ancora sul Santerno. «Stiamo lavorando con il governo per mantenere entrambi i GP a Monza e Imola, vogliamo fortemente che la Motorvalle­y mondiale sia e rimanga la nostra». 3’36”

Oltre a Charles Leclerc ieri a Maranello sono stati premiati Marc Gené, Bernd Maylander, Jonathan Giacobazzi e per la Gazzetta dello Sport Paolo Ianieri e Luigi Perna

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