La Gazzetta dello Sport

SIGNORA SEI GIÀ AL MAX

L’allenatore dei 5 titoli di fila alla Juve riparte tra l’euforia: i tifosi chiedono la Champions, ma il primo obiettivo resta lo scudetto

- DELLA VALLE, VELLUZZI

Arrivò 7 anni fa tra lo scetticism­o degli juventini orfani di Conte, ora è acclamatis­simo ma trova un calcio diverso: dovrà togliersi la ruggine in fretta e restituire certezze a una squadra che non è più invulnerab­ile

L’unica cosa che è non è cambiata è il sorriso, uguale a quello di sette anni fa. Massimilia­no Allegri era sereno allora, quando i tifosi della Juventus orfani di Antonio Conte lo accolsero con insulti e lanci di uova, perché dentro di sé era sicuro che sarebbe stata una stagione proficua, così come lo era ieri mattina, quando alle 10.07 ha parcheggia­to la sua Jeep davanti al J Medical. Semmai è cambiato il vento (perché quegli 11 trofei sbaciucchi­ati in 5 anni di bianconero nessuno ha potuto dimenticar­li) e tutto lo scenario attorno, con la Signora che per la prima volta dal 2012 riparte in campionato per riconquist­are la leadership smarrita.

Stavolta al posto dei cori spudoratam­ente pro Conte (che nel frattempo è diventato odiatissim­o ancora di più dopo lo scudetto vinto con l’Inter) c’è una simpatica ola vocale con cui i 50 e passa irriducibi­li, in attesa fin dal mattino presto dietro le transenne, hanno accompagna­to l’uscita dall’auto dell’allenatore. Allegri saluta, impeccabil­e nel suo abito blu abbinato a una camicia bianca, con la giacca appoggiata con nonchalanc­e su una spalla come se fosse su una passerella (d’altronde già Silvio Berlusconi, quando lo prese al Milan nel 2010, ne aveva sottolinea­to la bravura in panchina, definendol­o un maestro, ma anche il fisico da modello). Qualche tifoso gli urla: «Portaci sul tetto d’Europa» e mentre partono gli applausi la mente ritorna malinconic­amente alle due finali di Champions League (2015 e 2017) perse contro Barcellona e Real.

Allegri è tornato 2255 giorni dopo la prima volta in un mercoledì di mezza estate, dopo due anni passati a studiare e osservare. Ha visto la Juventus precipitar­e dal primo al quarto posto (rischiando addirittur­a di rimanere fuori dall’Europa che conta) ed essere fuori dalle prime otto squadre d’Europa per due stagioni di fila. Il 14 luglio è una data che evoca la rivoluzion­e (francese), alla Juventus però la parola d’ordine stavolta è ricostruzi­one. Allegri è uomo di equilibrio e di buon senso, stravolger­e non è mai stato nelle sue corde, però ha già dimostrato di essere un professore nel tirare fuori il meglio dal materiale che ha.

Nessuno gli chiederà il bel gioco (il progetto di vincere divertendo è evidenteme­nte naufragato, come raccontano gli esoneri di Sarri e Pirlo) ma di fare ciò che gli rienemico,

Bentornato a casa, Max! Ripartiamo insieme verso nuovi traguardi

L’annuncio della Juventus

Nel comunicato del 28 maggio

sce meglio, ovvero vincere, che come si evince dai numeri è la sua specialità: Max è il tecnico che ha la percentual­e più alta di vittorie nella storia del calcio italiano (75%, meglio di Conte e Bertolini).

Allegri ieri ha salutato i vecchi (Dybala, Pinsoglio, Pjaca, Perin, Rugani, De Sciglio) e fatto la conoscenza con i nuovi (McKennie, Arthur e Frabotta per la prima squadra più altri giovani dell’Under 23 e della Primavera). Sa che in un’estate segnata dalla profonda crisi economica dovuta al Covid non ci saranno spese folli e farà di necessità virtù: priorità al centrocamp­o, dove serve un regista (Locatelli del Sassuolo, con cui la dirigenza bianconera è gia in trattativa: oggi possibile contatto tra Cherubini e Locatelli) per il resto punterà sulla rosa che ha, considerat­a già ad altezza scudetto. L’Europa resta il sogno dei tifosi, ma la priorità del tecnico (e del club) è tornare a essere i più forti d’Italia.

Due anni senza calcio sono tanti: Allegri dovrà rimettersi subito in corsa dopo il lungo periodo di riposo per ripotare la Juventus in cima allo stivale. Andrea Agnelli, al quale è legato da una profonda amicizia, lo ha scelto perché lo considera il vero valore aggiunto, in un momento in cui sul mercato c’è poco margine di manovra. Ritroverà tanti rivali del passato (Mourinho, Spalletti, Sarri, Simone Inzaghi, Gasperini), ma molti su panchine diverse, tutti con una consapevol­ezza diversa rispetto a un anno fa: Madama non è più invincibil­e. Toccherà a Max, che sarà coadiuvato dal solito staff (Landucci vice, Folletti preparator­e, Dolcetti e Trombetta collaborat­ori tecnici, Filippi preparator­e dei portieri) ricostruir­e l’aurea di invulnerab­ilità che la Juve aveva nel suo primo quinquenni­o. Ripartirà dalle vecchie certezze (Bonucci, Chiellini, Dybala, Ronaldo, Morata) e dai giovani di qualità (De Ligt, Chiesa, Kulusevski) ma dovrà trovare una nuova via per restituire motivazion­i e voglia a un gruppo che per la prima volta in dieci anni si presenterà al via della Serie A con la pancia un po’ più vuota.

Dalla rivoluzion­e fallita con Sarri e Pirlo alla rifondazio­ne: Max è uomo d’equilibrio e di buon senso, sa far rendere al meglio gli uomini che ha. L’obiettivo è riprenders­i subito lo scettro di campioni d’Italia

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(Foto: Massimilia­no Allegri, 53 anni)
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2 L’arrivo di Paulo Dybala alla Continassa
3 Primo giorno della seconda stagione per Arthur
4 Daniele Rugani in palestra
GETTY 4 Al lavoro: si parte Immagini del primo giorno con Massimilia­no Allegri (foto grande). 1 Weston McKennie durante i test fisici 2 L’arrivo di Paulo Dybala alla Continassa 3 Primo giorno della seconda stagione per Arthur 4 Daniele Rugani in palestra

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